Pronta la corona per re Carlo ma l'ex impero si ribella

Sale l'attesa dei sudditi nel Regno Unito e degli appassionati in tutto il mondo per l'incoronazione di re Carlo III e della regina Camilla sabato a Londra, ma accanto alle polemiche già emerse sulle proteste delle frange repubblicane e sui poteri della polizia per controllarle si aggiunge la sfida lanciata dai Paesi dell'ex impero britannico tuttora legati alla corona all'interno del Commonwealth. Il sovrano, portando avanti l'eredità della madre, la defunta regina Elisabetta II, intende rappresentare con la massima dedizione il ruolo di guida dell'organizzazione internazionale formata da 56 nazioni (di cui 14 reami col monarca come capo di Stato): è ben consapevole di quanto sia importante quel tipo di palcoscenico affacciato su uno scenario globale per l'attività diplomatica della monarchia. Per questo ha accolto con tutti gli onori nella capitale del Regno i rappresentanti di quei Paesi - come il primo ministro della Nuova Zelanda Chris Hipkins - ed è stata messa a disposizione degli invitati del Commonwealth alle celebrazioni perfino una nave da guerra, il cacciatorpediniere Hms Diamond, ormeggiato a Greenwich. Ma questi sforzi non bastano a frenare le spinte centrifughe rispetto al cuore dell'ex impero che ha un passato oscuro di misfatti coloniali e schiavisti tornato a bussare alla porta mentre si concludono i preparativi per l'incoronazione.

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