Opere / L’idea

Il geologo Enrico Nucci: “Una nuova galleria per essere sicuri, bisogna proteggere la Gardesana”

I costi ipotetici? L’esperto: «Stiamo parlando di circa 400 metri e quindi direi sui 10 milioni di euro. La roccia del Baldo, comunque, è una delle migliori del mondo per lavorare e il materiale di risulta, quello dello scavo, è ricco di minerali e dunque a rivenderlo si guadagnerebbe riducendo i costi dell'opera»

TEMPESTA Gardesana orientale riaperta a senso unico alternato

di Nicola Guarnieri

TORBOLE. La Gardesana Orientale, come quella Occidentale per altro, è a rischio frane da sempre. Si possono fare i conti di quanti eventi si sono registrati negli anni ma il problema è che il versante montano che si infila nel lago è a rischio continuo di scivolare. L'ultimo smottamento a Tempesta - con la statale 249 chiusa e riaperta al traffico pomeriggio - lo conferma. E lo spiega bene anche Enrico Nucci, membro del consiglio nazionale del geologi, che la zona del Benaco la conosce benissimo.
Possibile risolvere la questione?
No, lasciando la cose così come stanno, ma infilando la strada in galleria si eliminerebbero i pericoli per tutti. Anche, un domani, per i cicloturisti che si troverebbero a pedalare lungo la ciclovia del Garda.
L'instabilità del versante che si affaccia sul lago è un problema che si trascina da anni.
«Da sempre, direi, da quando almeno è stata costruita la statale che ha tagliano il fronte roccioso».
E Tempesta, nome a parte, è spesso teatro di frane.
«Già, Tempesta è infelice di suo. In realtà la geologia del lago di Garda è particolare: da Punta San Vigilio fino a Torbole il Monte Baldo offre anche 30-40 gradi di inclinazione e questo è un pericolo».
In che senso?
«Nel senso che stiamo parlando di strati rocciosi che si inclinano pesantemente rischiando di scivolare verso il basso».
Il maltempo quanto influisce?
«La pioggia si infila e dove gli strati sono più inclinati li aiuta a scivolare. Prendiamo ad esempio i Piombi: si tratta di una frana famosa che i tecnici tengono d'occhio da tempo e che è a forte rischio. Ci sono spuntoni di roccia con barre di ferro per fissare gli strati. A Navene è uguale: il tratto dietro il porto è pericoloso e sono morte sei persone negli ultimi vent'anni».
Come si produce, detta in termini grossolani, la frana?
«La roccia stratificata, come detto, ha un diverso grado di pericolosità a seconda di come è inclinata rispetto al pendio (in questo caso si incastra nella montagna ed è stabile) ma se supera i 30-40 gradi scivola a valle. A Navene il taglio provocato dalla strada lascia liberi gli strati di roccia che con la pioggia tendono appunto a scivolare».
Una soluzione per eliminare o quanto meno ridurre il rischio al minimo c'è?
«L'unica soluzione è un bypass in galleria: si abbandona la zona instabile, che può essere trasformata in un parco convertendo la strada in zona verde in uno dei posti più belli del mondo, e la strada ma metti dentro la montagna, protetta».
I costi ipotetici?
«Stiamo parlando di circa 400 metri e quindi direi sui 10 milioni di euro. La roccia del Baldo, comunque, è una delle migliori del mondo per lavorare e il materiale di risulta, quello dello scavo, è ricco di minerali e dunque a rivenderlo si guadagnerebbe riducendo i costi dell'opera».
Nelle idee del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, per capirci, c'è l'ipotesi di una galleria tra Avio e Malcesine sotto il Baldo. Questa lungo la Gardesana avrebbe più senso.
«Credo che in quel punto ci siano tutte le condizioni per creare una galleria, che metterebbe in sicurezza la Gardesana. Le gallerie sono presenti a pochi chilometri di distanza sia sulla stessa sponda orientale del Garda che su quella bresciana e in particolare tra Gargnano e Riva. Non vedo perché non si possa creare anche a Tempesta».

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