Carlo Papi: "Andrea era il nostro cucciolo: lo abbiamo perso, ma tutti pensano agli occhi tristi di Jj4"

Loro, le vittime, sono state messe in secondo piano, dimenticate. Sovrastate dall'assordante dibattito sul presente e sul futuro dell'orsa e dei suoi piccoli. Oggi la famiglia del giovane aggredito e ucciso da Jj4 tre mesi fa, il 5 aprile, sopra Caldes, gira le valli trentine per promuovere il Comitato "Insieme per Andrea". Un giovane uscito di casa per correre nei boschi vicino a casa ma che a casa non è più potuto tornare e il cui ritorno i suoi cari hanno atteso invano. Ma ad altri potrebbe succedere perché - dice papà Carlo - in  tre mesi nulla è cambiato: i rischi sono rimasti gli stessi. Lo sforzo del comitato è evitare che un simile strazio possa ripeetersi. "Oggi non riesco più a entrare nella sua stanza senza piangere", dice ancora il papà. Che accusa: "Noi della  presenza dell'orso non sapevamo niente. Ci volevano cartelli e transenne in quella zona". Lo sdegno nei confronti di chi specula sul caso: "Andrea non ha tagliato la strada e non correva: stava tornando a casa sulla strada forestale camminando e godendosi i panorami e i profumi del bosco" (videointervista di Luca Marognoli)

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