Montagna / Il caso

«Il bacino per neve artificiale in Panarotta? Meglio costruire un campeggio»

Nuovo capitolo sul futuro della ski-area chiusa per il secondo anno consecutivo: il consigliere comunale di maggioranza a Pergine, Alberto Frisanco, rilancia una proposta di otto anni fa rimasta sulla carta. Intanto, molte associazioni aumentano la mobilitazione per favorire un modello turistico sostenibile e senza piste da sci: manifestazione sabato 27 gennaio

CAMMINATA Sabato 27 gennaio sulla Panarotta per proporre un'alternativa dolce
APPELLO Così la Panarotta può diventare un avamposto del turismo sostenibile
IL PUNTO Panarotta, impianti chiusi: quale ripartenza?
AMBIENTALISTI
«Basta dipendenza economica dall’attività sciistica»
I COSTI Bacino di innevamento, dalla Provincia 1,4 milioni di euro

 

di Giorgia Cardini

PANAROTTA. Se la Panarotta è da ripensare, all'interno di un progetto complessivo non sfigurerebbe un campeggio o un'area attrezzata per la sosta di camper o roulotte .L'idea, non nuova, è tornata di attualità in questi giorni. A rispolverarla è stato il consigliere comunale di maggioranza Alberto Frisanco, che già l'8 settembre 2016 - come capogruppo della lista Civic@ per Pergine - si era fatto promotore di una mozione che impegnava sindaco e giunta «a promuovere uno studio di fattibilità, per la realizzazione di un a struttura ricettiva, riconducibile alla tipologia del campeggio, in Panarotta».

L'idea nasceva da considerazioni ambientali, turistiche e medico-sportive. Fisioterapista, ora responsabile del servizio in Alta Valsugana, nel testo della mozione che fu effettivamente approvata in consiglio comunale, il consigliere della Civic@ diceva infatti che «in diversi studi è stata dimostrata una correlazione inversa tra prevalenza e morbilità dell'asma e altitudine, che fa ipotizzare che l'ambiente di montagna possa interferire su alcuni dei fattori responsabili dello sviluppo di questa patologia».

Frisanco aggiungeva poi che «anche in ambito sportivo agonistico, i benefici di un allenamento a quote medie sono maggiori che sul livello del mare». Quanto agli aspetti turistici, la mozione sottolineava l'aumento del tasso di occupazione dei camping nel corso degli anni (numeri cresciuti fortemente anche dopo il Covid).

Cambiare modello e svincolarsi dal solo sviluppo impiantistico già nel 2016 era percepita come una necessità, dato che la Panarotta era da sempre una meta o un punto di partenza per ciclisti, escursionisti, scialpinisti e che la società Nuova Panarotta versava in condizioni economico-finanziarie negative. Sono passati sette anni, ma la proposta - con gli impianti chiusi per il secondo anno consecutivo e la società nuovamente in agonia - appare ancora più attuale.

«Al posto del bacino per l'innevamento artificiale - dice oggi Frisanco -, sopra il parcheggio di malga Montagna Granda potrebbe essere realizzata un'area a camping che godrebbe di un panorama straordinario su tutta la catena del Brenta e sarebbe punto ideale di partenza e arrivo per i tracciati nel Lagorai».Il sindaco Roberto Oss Emer coglie e rilancia, spiegando anche perché nulla si è mosso dal 2016: «Il Comune, non essendo proprietario delle aree che appartengono all'Asuc di Pergine, non avrebbe potuto progettare in proprio alcunché senza incorrere nel rischio di un procedimento contabile. Ma avevo girato la proposta all'allora presidente del comitato Asuc, manifestando la nostra disponibilità a muoverci sul piano urbanistico, se fosse stato necessario».

Nulla è accaduto, ma Oss Emer afferma che la disponibilità a favorire un progetto di questo genere c'è ancora e, anzi, ancora di più, visto che da qualche anno tutti gli enti pubblici dell'ambito si sono compattati sulla strada di uno sviluppo turistico che tenga la Panarotta viva tutto l'anno: «La pista da slittino realizzata due anni fa è anche una pista da downhill, il collegamento tra Fierozzo e Frassilongo è stato fatto perché la Panarotta lavori in estate e in inverno e la convenzione approvata dai Comuni e dalla Comunità di valle con la società di gestione prevede una compartecipazione finanziaria degli enti pubblici a fronte di investimenti per 4 stagioni. Un campeggio o un'area di sosta favorirebbe uno sviluppo "green" che va nella direzione auspicata da tutti».

I sindaco ricorda che comunque colonnine per la sosta dei camper erano già state installate in uno dei parcheggi esistenti sopra quello principale della località: «In area sciabile, dal punto di vista urbanistico, è già possibile realizzare aree di sosta attrezzate e lì, oltre a sistemare o potenziare l'esistente, si potrebbe costruire un blocco servizi».

L'impegno finanziario sarebbe minimo ma, come per tutto il resto, anche qui serve che qualche privato si metta o rimetta in gioco. Ma su questo versante, al momento, non ci sono novità.Intanto, è stato definito il programma della manifestazione organizzata da 21 sigle ambientaliste per sabato 27 gennaio, contro la possibile costruzione del bacino per la produzione di neve e lo sfruttamento della montagna: appuntamento alle 10, al parcheggio degli impianti desolatamente chiusi.

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