Salute / Mobilitazione

L'appello dei dieci presidenti degli ordini trentini: «Salviamo la sanità pubblica»

Iniziativa lanciata dai rappresentanti degli oltre 14 mila professionisti del settore in provincia: tutti uniti per tutelare e potenziare il sistema cui è affidata la salute dei cittadini

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di Matteo Lunelli

TRENTO. Insieme, tutti uniti, per salvare il sistema sanitario provinciale. Perché, attualmente, la situazione è critica.

L'appello è firmato dai dieci presidenti dei dieci Ordini che rappresentano oltre 14 mila professionisti della sanità trentina. In buona sostanza tutti quelli che si prendono cura di noi, che sia un medico che ci opera o un infermiere che ci assiste, un'ostetrica che fa nascere un bambino o una psicologa che ci aiuta a superare i problemi, un veterinario che cura il nostro cane o un farmacista che ci dà le medicine giuste.

Nel dettaglio l'appello arriva dai presidenti Daniel Pedrotti (Infermierieri), Marco Ioppi (Medici e Odontoiatri), Tiziana Dal Lago (Farmacisti), Barbara Cristofolini (Tecnici sanitari di Radiologia e delle professioni tecniche, della riabilitazione e prevenzione), Roberta Bommassar (Psicologi), Marco Ghedina (Veterinari), Angela Rosignoli (Assistenti Sociali), Serena Migno (Ostetriche), Katia Libardi (Fisioterapisti) e Gianumberto Giurin (Chimici e Fisici).

E il segnale che lanciano, in collaborazione con le istituzioni provinciali e la Consulta per la Salute, è fortissimo: prima di tutto perché sono - appunto - tutti uniti, non c'è alcun "orticello" da difendere, ma c'è un obiettivo comune molto più alto e rilevante, ovvero la salute pubblica di tutti i cittadini.

E poi c'è il segnale politico, con tutti gli Ordini che si appellano a chi comanda e decide, tanto in piazza Dante quanto in via Degasperi, perché i problemi ci sono, il tempo è poco e le sfide sono enormi.

«Lanciamo un accorato appello per salvare il sistema salute provinciale - dicono i dieci presidenti -. Lo facciamo in occasione della Giornata mondiale della salute istituita dall'Organizzazione mondiale della sanità nel lontano 1948, per porre l'attenzione sulla necessità impellente di salvaguardare il sistema salute provinciale: la tutela della salute è sancita come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, come stabilito dalla Costituzione Italiana nell'articolo 32. Tuttavia, il sistema sanitario nazionale e provinciale si trovano attualmente in una situazione critica.

Ci sono sfide sempre più complesse dovute alla denatalità, all'invecchiamento della popolazione e alla diffusione di patologie cronico-degenerative.

Inoltre, il finanziamento non adeguato rispetto alle crescenti esigenze ha portato a gravi carenze di risorse.

Secondo il Censis, infatti, la preoccupazione della popolazione riguardo alla possibilità di accesso a cure tempestive è elevata, con il 79% degli italiani preoccupati per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale. Questo timore si riflette anche nelle condizioni di accesso ai servizi offerti dal nostro Sistema Sanitario Provinciale».

Nell'appello vengono proposte anche una serie di soluzioni concrete per affrontare le tante sfide. Si parte dalla necessità, nonostante la riforma dell'Apss sia freschissima e ancora in corso, «di un rinnovamento del sistema sanitario provinciale: bisogna superare la visione tradizionale della sanità ospedaliera e territoriale, basando la riforma su un approccio "One Health", che non si ferma alla cura della malattia, ma promuove la salute attraverso la prevenzione».

Ancora: «È necessario potenziare l'assistenza territoriale e assicurare la presa in carico completa della persona: per farlo è cruciale adottare nuovi strumenti tecnologici (telemedicina, sistemi informativi per la continuità delle cure,) e garantire condizioni a tutela del rapporto paziente - professionista, perché il tempo di relazione è tempo di cura. Bisogna poi coinvolgere attivamente i professionisti nei processi decisionali, per creare un senso di appartenenza e garantire una gestione virtuosa del sistema salute. Restando nel campo dei professionisti, è necessario valorizzarne le competenze, garantendo condizioni per lavorare bene e soddisfare le aspirazioni di crescita. Infine bisogna promuovere la partecipazione dei cittadini». Gli Ordini sottolineano anche l'importanza di investire nel sistema salute provinciale non solo con finanziamenti, ma anche con riforme strutturali volte al suo rilancio.

«Questo include l'eliminazione del tetto di spesa del personale, la riduzione della gravosità del lavoro e la valorizzazione del ruolo dei professionisti. Di fronte ad una sanità sempre più complessa e troppo costosa, il richiamo a queste priorità è un obbligo al quale non possiamo sottrarci. La nostra autonomia speciale rappresenta una straordinaria opportunità. Sarebbe imperdonabile non utilizzarla per affrontare positivamente una situazione di grande difficoltà e mantenere un patrimonio che tutti ci invidiano».

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