Trento / Grandi Opera

Bypass ferroviario: ad Acquaviva pozzi a rischio, frenata sulla bonifica agraria

Mattarello, la rimodellazione della collina a bosco con 300 mila metri cubi dello smarino della galleria, incontra i dubbi dei tecnici. L’azienda agricola della famiglia Marsilli ha chiesto una consulenza a Novareti che evidenzia come la sorgente sia strategica per l’acquedotto della città

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di Domenico Sartori

TRENTO. Il sacrificio del bosco di Mattarello, da rimodellare per accogliervi 300 mila metri cubi di materiale di scavo della galleria del bypass di Rfi, incontra l'opposizione dei comitati: «Saremo sotto gli uffici di Novareti, il 18 dicembre, per dire che l'acqua pubblica non si usa a fini privati» hanno annunciato.

Che c'azzecca Novareti? C'entra, eccome. Perché alla società del Gruppo Dolomiti Energia che ha in gestione la rete degli acquedotti si è rivolta Acquaviva Società Agricola srl (famiglia Marsilli), attraverso il geologo Gianni Piffer, per chiedere una consulenza in merito alle interferenze del progetto di rimodellazione della collina boscata. La verifica è decisiva per il prosieguo del progetto.

All'origine c'è il protocollo d'intesa tra Comune di Trento, Provincia e la stessa azienda agricola, sottoscritto formalmente nell'agosto 2022. Prevede, nella sostanza, la bonifica agraria da realizzarsi con l'utilizzo dello smarino della galleria sotto la Marzola di 10,6 km tra via Brennero e Mattarello sud.

I comitati, Mattarello Attiva in testa, contestano la legittimità dell'accordo perché si tratterebbe di un "regalo" ai privati: «Acquaviva Società Agricola srl» si legge nell'esposto presentato in procura nei giorni scorsi «oltre al ristoro di espropri e occupazioni temporanee (17 euro a metro quadrato, ovvero 170 mila a ettaro), delle occupazioni d'urgenza, delle mancate produzioni e del reimpianto delle viti al termine dei lavori di realizzazione della Circonvallazione di Trento, per avere acconsentito a utilizzare terreni di sua proprietà, si vedrà trasformati almeno 7,5 ettari di bosco in aree agricole di pregio (decuplicandone l'attuale valore economico) ed incasserà non solo i terreni per la rimodellazione territoriale, ma anche il ristoro economico relativo al deposito sulle aree in oggetto, di almeno 300 mila metri cubi di smarino... E non dovrà neppure sostenere l'onere di realizzazione della strada».

L'esposto farà il suo corso. Ma il progetto rischia di inciampare dal punto di vista tecnico. In sede di conferenza dei servizi (21 settembre), il Servizio gestione risorse idriche ed energetiche della Provincia ha chiesto un «approfondimento per gli aspetti inerenti le possibili interferenze di tipo idrogeologico e di alterazione della qualità delle acque». È questa la preoccupazione principale: l'interferenza con l'acquifero di Acquaviva che alimenta gli acquedotti di Besenello e Trento. Tant'è che il sindaco del Comune di Besenello è disposto ad una battaglia campale, pur di fermare il progetto. Ma pure quello di Trento fa capire che una retromarcia è ora possibile.

Il Servizio geologico ha chiesto «un approfondito studio idrogeologico per valutare nel dettaglio eventuali conseguenze negative», evidenziando inoltre che «l'area di bonifica è situata immediatamente a monte di un'area di ricarica dell'acquifero per potenziali utilizzi idropotabili». Ragione per cui, il Servizio geologico, oltre a prescrivere di conferire terre e rocce da scavo compatibili con gli utilizzi agricoli e di garantire la compatibilità dei materiali conferiti anche con riferimento alla qualità delle acque che percoleranno, ha consigliato di «supportare gli approfondimenti idrogeologici con idonee prove di filtrazione con traccianti ottici».

Per questo Acquaviva srl si è rivolta a Novareti. La relazione idrogeologica, con l'utilizzo di traccianti per verificare le possibili interferenze con i punti captati dei pozzi di Acquavia, tutelati, richiede però più dei 90 giorni fissati in legge per le integrazioni nel procedimento di verifica di assoggettabilità del progetto alla Via. Per il Servizio geologico, se ci fosse una interferenza diretta, la fattibilità del progetto sarebbe compromessa.

Novareti, nel rendersi disponibile alla consulenza, evidenzia due elementi: primo, che la sorgente di Acquaviva è strategica per l'acquedotto di Trento; secondo, che è elevatissima la probabilità di una connessione idrogeolgica tra l'area di bonifica e la sorgente di Acquaviva.

I SINDACI

«La bonifica agraria deve essere a rischio zero per il nostro acquedotto» dice il sindaco di Besenello, Cristian Comperini «siamo pronti a metterci di traverso in tutte le sedi. Abbiamo saputo che per fare gli approfondimenti idrogeologici con dei traccianti, Novareti dovrebbe sospendere la erogazione dell’acqua a Besenello per almeno due mesi. Noi, dalla sorgente di Acquaviva, ricaviamo il 20 per cento della nostra acqua potabile. Non esiste che, per favorire un privato, si fermi la fornitura di acqua al Comune».

In sede di conferenza dei servizi, il sindaco del Comune di Besenello si è dichiarato «poco interessato alla fretta di realizzare l’opera da parte del proponente» confermando che «il parere del Comune rimane negativo fin quando non vi saranno le necessarie rassicurazioni». In sede di Osservatorio per lo sviluppo del corridoio del Brennero (15 settembre) era emersa la disponibi- lità del Comune di Ala, presente con l’assessore Stefano Gatti, ad accogliere lo smarino del bypass: «Solo nella cava di Sabonè, per concluderne il recupero ambientale, ne servirebbero 1.250.000 metri cubi».

Anche il sindaco del Comune di Trento, Franco Ianeselli, che con la Provincia e Acquaviva Azienda Agricola srl ha firmato nell’agosto 2022 il protocollo che dà il la alla bonifica agrarica, mostra prudenza: «C’è la procedura di screening. Se i tecnici ci diranno che il rischio è zero, ok. Ma non è che per 300 mila metri cubi di materiale si può rischiare che percolino sostanze nell’acquedotto. Ci fidiamo dei tecnici» dice Ianeselli «Se emerge che non è possibi- le, si porterà il materiale di scavo altro- ve, ad Ala o nel Veronese».

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