Trasporti / Grandi opere

Bypass ferroviario, la Rete dei cittadini: «Il tunnel verso Salorno non salverà San Martino. Ripensiamo all'ipotesi Destra Adige»

Il comitato che propone una soluzione alternativa critica la "suggestione" del vecchio progetto rievocata ora dal Comune «ma che non eviterà: l'abbattimento di edifici nel quartiere di San Martino, espropri di aree agricole a sud di Mattarello, l'interessamento di aree inquinate ex Sloi, ex Carbochimica e di terreni geologicamente instabili e di sorgenti». Oggi, 15 gennaio, nuova manifestazione di protesta

L'IPOTESI Il Comune chiede il «tunnel lungo» da Acquaviva a Salorno
IL SINDACO «Avanti con il progetto Rfi per non perdere tutto»
LA RICHIESTA "Una pausa di riflessione per valutare ipotesi alternative"

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TRENTO. «Per i cittadini e la città di Trento, un futuribile prolungamento della galleria verso nord fino a Salorno non modifica alcun aspetto critico del progetto presentato al dibattito pubblico».

La Rete dei Cittadini interviene sulla "vecchia" idea del bypass lungo, con i treni merci che passerebbero in galleria fino a Salorno.

Una suggestione, risalente al 2009, che fa tirare un sospiro di sollievo agli abitanti di Trento nord e di Gardolo e che piace anche al sindaco Franco Ianeselli. Ma che la Rete dei Cittadini non accoglie certo con entusiasmo dato che «tutte le osservazioni, le preoccupazioni, gli impatti sul tessuto urbano di San Martino e di Trento Nord, sulle fragilità idrogeologiche del territorio e sulle aree agricole, rimangono inalterati e immodificati dal suddetto prolungamento, che tale non era nella soluzione originaria della Provincia che, infatti, ricomprendeva un tracciato che si sviluppava da Cadino a nord di San Michele all'Adige fin oltre Rovereto».

La prima critica riguarda la realizzazione del prolungamento: per la Rete, non esisterebbe allo stato uno sviluppo progettuale che consenta la redazione di un Piano di fattibilità tecnico economica prima di 12 mesi, né un finanziamento pubblico disponibile per il tracciato (non inferiore ai 2 miliardi di euro).

«Quindi se si farà, sarà ben oltre il fatidico, inarrivabile, 30 giugno 2026» viene evidenziato.

La seconda questione pone in evidenza tutto ciò che il prolungamento non eviterà: l'abbattimento di edifici nel quartiere di San Martino, espropri di aree agricole a sud di Mattarello, l'interessamento di aree inquinate ex Sloi, ex Carbochimica e di terreni geologicamente instabili e di sorgenti a servizio di Trento, la cesura ulteriore per tre chilometri di Roncafort, centinaia di camion che ogni giorno percorreranno il territorio da Trento nord ad Ala-zona alto veronese e ritorno compiendo su gomma 180 km per ogni carico e scarico del materiale di risulta degli scavi. Parlando di una «ennesima operazione "taglia e cuci"» a fronte delle critiche emerse dal confronto con i residenti, la Rete dei Cittadini ricorda la proposta «ragionevole ed equilibrata» del tracciato in Destra Adige.

La richiesta a Rfi di una pausa di riflessione per approfondire questa alternativa ha raggiunto ieri sera 1.200 firme on line, attraverso la piattaforma Change.org.

L'obiettivo è di arrivare a 1.500 sottoscrizioni, per ribadire quanto già espresso nei confronti pubblici con Rfi e con Comune e Provincia, ossia la criticità del progetto di Rfi e l'opportunità di valutare il tracciato in Destra Adige.

«Sarebbe necessario ancorché doveroso che si mettesse mano tempestivamente ad una progettazione approfondita di questa alternativa. Finiremmo così di assistere ad improbabili slalom tra le preoccupazioni dei cittadini e di Trento, con operazioni sartoriali, approssimate o riesumate, orientate a mitigare il futuro lasciando inalterato il presente. Presente che il dibattito pubblico ha dimostrato di non gradire affatto», conclude la Rete dei cittadini.

Oggi pomeriggio, 15 gennaio, nuova manifestazione di protesta a Trento contro il progetto del bypass.

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