Opere / Il caso

Galleria Tav, colpo di scena: il Comune chiede il «tunnel lungo» da Acquaviva a Salorno. E sotto San Donà un gigantesco «scambio»

L’assessore Facchin rispolvera il vecchio progetto Rfi: i treni potranno così passare dritti verso Bolzano, oppure «deviare» verso lo scalo Filzi e la futura stazione di Trento

di Domenico Sartori

TRENTO. Ezio Facchin, l'assessore alla transizione ecologica e alla mobilità del Comune di Trento, lo chiama "camerone". Ne ha parlato per la prima volta, ieri l'altro, nel confronto in maggioranza sulla circonvallazione ferroviaria, quindi ieri sera in consiglio comunale, ulteriore tappa del dibattito pubblico sul grande progetto coordinato da Andrea Pillon.

Ed il "camerone" è una novità che ridefinisce lo scenario fin qui prospettato. Si tratta di un bivio ipogeo, in previsione da realizzare in roccia, un centinaio di metri proprio sotto la piazza di San Donà.

Servirebbe a creare una futura biforcazione: provenendo da sud, i treni merci avrebbero la possibilità di evitare per intero la città utilizzando una lunga galleria in direzione Salorno.

La scelta è di "ripescare" in parte il vecchio progetto di Rfi del 2009, che prevedeva il lungo bypass in galleria, 38 km tra il capoluogo e Salorno (con la contestata uscita a cielo aperto al Sornello, tra Nave San Felice e San Michele all'Adige).

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