Doppiette / Il caso

Pieve di Bono, tensione tra cacciatori e Forestali dopo una perquisizione e un sequestro

Durante i controlli congiunti con i Carabinieri, sono state trovate cartucce non denunciate in un capanno in montagna. Partita la vertenza penale, ma la «vittima» denuncia a sua volta per un presunto «abuso»

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di Giuliano Beltrami

PIEVE DI BONO. Inversione termica nella zona di Pieve di Bono. Se fuori la temperatura scende, nei rapporti fra Forestali e cacciatori si fa rovente. E partono le denunce reciproche. Tutto ha inizio da una perquisizione, ma in realtà è solo l'ultimo episodio di tensione.

Come racconta un cacciatore, perquisizione subita senza mandati o autorizzazioni. Il racconto parte dall'arrivo di due Forestali in casa, accompagnati dai Carabinieri. Questi ultimi, dopo aver controllato le armi e verificato che tutto era a posto, se ne sono andati, mentre gli uomini della Forestale «sono rimasti e hanno messo in scena una vera e propria perquisizione, entrando nelle stanze e mettendo le mani nei cassetti», come denuncia il cacciatore.

Non è finita qua. «Terminata la perquisizione, hanno chiesto: "Voi avete anche un capanno in montagna?". Alla risposta affermativa, "sì, lo abbiamo, ed è regolarmente denunciato da più di vent'anni", i Forestali hanno chiesto: "Possiamo salire a vedere i confini della riserva?". La risposta è stata una domanda: "Adesso? Sono le sei di sera e nevica! Non si può fare domani?"». Tanto hanno insistito che alla fine il cacciatore ha ceduto.

All'uscita di casa si è sfiorato un altro incidente: infatti il cacciatore voleva salire sulla sua macchina, ma i Forestali hanno chiesto che salisse con loro. Una volta arrivati al capanno, «volevo mostrare i confini della riserva, come mi avevano chiesto. Invece non si sono mostrati interessati, pretendendo che aprissi il capanno». E dentro hanno trovato delle cartucce per fucile a canna liscia dimenticate.

«A questo punto mi hanno portato in caserma e denunciato, chiamando un avvocato d'ufficio, mettendola giù molto dura e dicendo che si tratta di penale». L'atmosfera si è surriscaldata: il giorno dopo il cacciatore è andato a Trento a consultare un avvocato, che sta valutando l'idea di sporgere denuncia per abuso di potere. «Ed è un abuso di potere anche quello perpetrato nei confronti della sezione cacciatori di Daone per taglio di noccioli in funzione di appostamenti di caccia».

Quando il gioco si fa duro... Ora c'è chi chiede di staccare i Forestali (dipendenza provinciale) e i custodi, che dipendono dal Comune, ma timbrerebbero negli uffici della Forestale. Chi lancia queste accuse tiene a sottolineare che i compiti degli uomini della Forestale e dei custodi sono distinti e debbono continuare a rimanere distinti. Insomma, clima caldo.

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