Trento / Giustizia

Molesta la figlia dodicenne della compagna: condannato a dieci anni

Imputato un operaio trentino 55enne, convivente della madre della ragazza: approfittava dell’assenza della donna per allungare le mani. Sentenza severa del giudice Borrelli, che ha accolto la richiesta di pena della procura per la violenza sessuale

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di Marica Vigano'

TRENTO. Non solo ha provato a baciare sulle labbra la figlioletta della compagna, ma più volte ha allungato le mani tentando di andare oltre. Un incubo per la ragazzina, appena dodicenne, che si è resa conto che c'era un orco dietro alla facciata dell'uomo amorevole a cui la madre voleva bene.

Il racconto sofferto della giovanissima vittima contro le parole dell'adulto, un 55enne operaio trentino che ha fermamente respinto l'accusa violenza sessuale ai danni di minore.

Il giudice per l'udienza preliminare Enrico Borrelli ha accolto in pieno la richiesta della pm Patrizia Foiera e condannato l'imputato a dieci anni di reclusione. Una pena severa, contando che l'uomo è stato giudicato con rito abbreviato e dunque ha beneficiato dello sconto di pena pari ad un terzo.

L'imputato dovrà inoltre risarcire le parti civili con una provvisionale di 170mila euro: 40 mila alla mamma della ragazza, rappresentata dall'avvocata Elisa Molinari, 30mila al padre, che si è affidato all'avvocato Giovanni Rambaldi, e 100mila euro a favore della vittima.

La triste vicenda, nata in un contesto sociale ben lontano dall'essere considerato degradato, risale al 2022, quando la mamma della vittima è venuta a conoscenza di quanto accadeva le poche volte che lasciava a casa la figlia, sola, con l'uomo di cui si fidava ciecamente. La donna, separata dal marito, dopo un periodo di frequentazione aveva deciso di aprire la porta di casa al nuovo compagno, dunque di iniziare una convivenza.

Pensava di avere accanto a sé un uomo serio e fidato, e le è caduto il mondo addosso quando le sono state riferite le confidenze della figlia. La ragazzina, come ricostruito dagli inquirenti, si era sfogata con le compagne di scuola.

A quell'età è più facile parlare con le amiche piuttosto che con gli adulti, soprattutto per capire quanto fosse "normale" che il fidanzato della madre avesse quell'atteggiamento. Le amichette avrebbero poi riportato i timori della ragazzina ai propri genitori, i quali - con la delicatezza del caso - hanno riferito alla madre. Immediata la reazione della donna, che ha cacciato di casa il compagno.

L'indagine è stata condotta dalla polizia, con il coordinamento della procura di Trento. La ragazzina, sentita con la formula dell'incidente probatorio in audizione protetta, ha raccontato - emotivamente provata - cosa capitava quando la mamma era via di casa e rimaneva sola con il compagno di lei. Ha ricordato le volte in cui l'uomo entrava nella sua cameretta mentre lei era intenta a studiare, le si avvicinava per baciarla e lei cercava di scansarsi, di spostare il viso.

E poi gli atti sessuali, quando lui allungava le mani, le toccava le parti intime, cercando anche di abbassarle i pantaloni. Un incubo durato un paio di mesi, finito grazie alla decisione immediata della madre di allontanare l'uomo.

Per la legge gli episodi raccontati dalla vittima configurano il reato di violenza sessuale, nel caso specifico ai danni di minore. Nonostante l'imputato, assistito dall'avvocata Silva Fronza, abbia respinto le accuse, la procura ha tirato dritto chiedendo la condanna in abbreviato a dieci anni. La valutazione del giudice non si è discostata da quella della pubblica accusa: dieci anni e 170mila euro di risarcimento.

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