Giustizia / La sentenza

Adesca ragazzine sui social, accusato di estorsione e tentata violenza sessuale: farà volontariato

L'indagine, condotta dalla polizia postale per episodi avvenuti da giugno a dicembre 2021, era partita dalla denuncia di una ragazza, all'epoca diciassettenne, della provincia di Napoli. Dal racconto della vittima era emerso un tentativo di estorsione da parte di un utente social che l'aveva contattata per l'acquisto dei contenuti che lei pubblicizzava su una piattaforma. Come hanno scoperto gli investigatori, il soggetto che si celava dietro ad un nickname era un giovane altoatesino

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di Marica Viganò

TRENTO. Assiduo frequentatore dei social, amava soprattutto sbirciare fra le piattaforme che offrono contenuti video, anche a pagamento. Si era in un certo senso "specializzato" nei contatti con giovani donne, anzi giovanissime: lui, 25 anni, prediligeva le ragazzine, anche minorenni. Non cercava un'amica con cui chattare o avere un'intesa virtuale, perché l'unico suo interesse erano le foto senza veli. Le ricerche su Facebook, Telegram e Onlyfans erano evidentemente diventate un'ossessione, al punto da non rendersi conto di quale fosse il limite tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. Ed è così che il 25enne, studente-lavoratore altoatesino, è stato arrestato per estorsione, adescamento di minori, tentata violenza sessuale, minacce aggravate, diffusione di materiale pedopornografico, reati commessi via social.

Otto gli episodi contestati per i quali il giovane, assistito dall'avvocato Alessandro Osler, ha patteggiato davanti al gup Enrico Borrelli un anno, 11 mesi e 20 giorni di reclusione (giorni che sono poi diventati 24 in sostituzione della multa). La pena residuale - contando che il giovane è stato ai domiciliari per nove mesi - è stata poi convertita in mille ore di lavori di pubblica utilità presso un ente di volontariato. Inoltre l'imputato ha versato mille euro a favore dell'associazione di don Fortunato De Noto che si batte contro la violenza, lo sfruttamento e l'abuso di minori.L'arresto era scattato nel luglio 2023 e ieri la misura è stata revocata, con ordine di distruzione del materiale sequestrato (immagini pedopornografiche e una decina di video).

L'indagine, condotta dalla polizia postale per episodi avvenuti da giugno a dicembre 2021, era partita dalla denuncia di una ragazza, all'epoca diciassettenne, della provincia di Napoli. Dal racconto della vittima era emerso un tentativo di estorsione da parte di un utente social che l'aveva contattata per l'acquisto dei contenuti che lei pubblicizzava su una piattaforma. Come hanno scoperto gli investigatori, il soggetto che si celava dietro ad un nickname era un giovane altoatesino.

Lo stesso soggetto risultava aver avuto altri contatti con giovanissime utenti. Sono otto gli episodi contestati, che hanno coinvolto ragazze dai 15 ai 25 anni residenti in diverse regioni, dal Lazio, alla Campania, alla Lombardia. Il primo, dunque, riguarda l'estorsione nei confronti della minorenne di Napoli. L'imputato, come è stato ricostruito dagli inquirenti, aveva acquistato un video con contenuti pornografici messo in vendita dalla stessa giovane, ma non si era accontentato: minacciando di divulgare i contenuti hot e di taggarla su social, aveva preteso da lei e ottenuto gratis nuovi contenuti. Ma aveva anche scritto ad altre minorenni, promettendo di fare loro del male se non gli avessero mandato immagini senza vestiti e video in cui compivano atti di natura sessuale.

Quando il giovane è stato raggiunto dalla misura cautelare, si è reso conto di aver perso la bussola. A quel punto ha deciso di collaborare con gli inquirenti e di intraprendere un percorso di terapia con uno psicologo.

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