Sanità / L’allarme

La grande fuga del personale sanitario dall’Apss trentina: in due anni si sono dimessi 249 medici e infermieri

I dati forniti dall’assessore Mario Tonina che ha risposto a un’interrogazione di Paola Demagri. Licenziamenti volontari in leggero calo: -14% tra gli infermieri, -13% tra i medici. Calcolando anche pensionamenti e richieste di mobilità, in due anni sono 497 i professionisti non più operativi negli ospedali trentini

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di Matteo Lunelli

TRENTO. Sono stati in tutto 249 i medici e gli infermieri dell'Azienda sanitaria che negli ultimi due anni hanno detto basta. Ma non l'hanno solo detto, hanno anche agito, presentando le loro dimissioni e licenziandosi.

A fornire i dati è stato l'assessore Mario Tonina, rispondendo a una specifica e dettagliata interrogazione della consigliera Paola Demagri. I numeri sono piuttosto clamorosi. Partiamo dalla (unica) buona notizia: le dimissioni dal 2022 al 2023 sono in leggero calo. E la speranza di tutti - cittadini in primis - è che il trend possa proseguire. Ora il tasto dolente, ovvero l'analisi complessiva. Per quanto riguarda il personale con contratto a tempo indeterminato, i medici che hanno gettato la spugna nel 2022 sono stati 40. Cinque in meno nel 2023 (35), per un totale di 92 medici in due anni, visto che vanno aggiunti anche i 17 (7 nel 2022 e 10 nel 2023) che avevano un contratto a tempo determinato, ma che hanno comunque deciso di dimettersi anzitempo.

Ancora: 74 medici sono andati in pensione (41 due anni fa e 33 l'anno scorso), mentre altri 35 hanno chiesto il trasferimento (mobilità interregionale). Infine nella tabella emergono anche due medici che hanno smesso di lavorare per altri motivi, tra i quali decesso o dispensati. Il dato è che, in totale nelle corsie dei vari reparti ci sono 203 medici in meno in due anni, dei quali circa la metà (45%) ha deciso di licenziarsi.

Capitolo infermieri. Quelli che si sono dimessi volontariamente sono stati 157 in due anni: 119 avevano un contratto a tempo indeterminato (64 nel 2022 e 55 nel 2023) e 38 a tempo determinato. A questi bisogna aggiungere 18 trasferimenti per mobilità, 107 pensionamenti e 8 "altro". Il totale complessivo, quindi, è di 294 infermieri in meno in corsia in due anni. Facendo le somme tra le due figure sanitarie, tra il 2022 e il 2023, quindi, 497 tra medici e infermieri dell'Azienda sanitaria non sono più operativi. E se una metà non lo è più per motivi - in gran parte - fisiologici come il pensionamento e la mobilità (anche se entrambe possono essere delle scelte), una metà (249 professionisti, il 50,1% del totale) ha deciso di andarsene per scelta personale, verosimilmente insoddisfatto, stressato, poco valorizzato o impossibilitato a conciliare la vita personale con il lavoro.

Tra tutti i numeri, naturalmente, quello più significativo riguarda le "dimissioni volontarie senza diritto a pensione". Si tratta, quindi, di medici e infermieri che per motivi vari hanno preferito lasciare il loro posto di lavoro. E, come accennato, il totale è di ben 249 professionisti in meno negli organici. I pensionamenti, significativi ma spesso fisiologici, hanno tolto dagli ospedali 181 professionisti, mentre la mobilità 53. I numeri forniti dall'assessore sono ufficiali per la prima volta. Negli ultimi anni, infatti, si è spesso parlato di un incremento delle dimissioni, ma un dato complessivo non era mai stato fornito.

L'ultima comunicazione ufficiale su questo delicato e dibattuto argomento risale all'ottobre 2022, quando in un comunicato l'Azienda sanitaria parlava di «turn over fisiologico e di presunta situazione di criticità negli organici». In quell'occasione, parlando solamente del personale infermieristico, si diceva che «gli infermieri assunti all'1 agosto 2022 era pari a 3.180 di cui 3.037 a tempo indeterminato. Nei primi sei mesi del 2022 il tasso di dimissioni volontarie senza diritto alla pensione del personale infermieristico a tempo indeterminato è stato del 1,5% circa contro lo 0,8% circa dello stesso periodo del 2021 un tasso pertanto trascurabile e assolutamente fisiologico». Ora, con i numeri totali in mano, si può dire che quell'1,5% trascurabile, a fine 2022 si è trasformato in un 2,11% (64 licenziamenti volontari su 3.037 infermieri).

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