Giustizia / Il caso

Violenza sessuale su due anziane: assistente domiciliare accusato di aver mimato atti osceni

Ieri l’udienza preliminare: il rinvio a giudizio previsto per il prossimo settembre. La storia risale al 2021, quando una collega dell'imputato lo ha accusato l'uomo di averle fatto una richiesta inopportuna per "festeggiare" il santo che portava il suo nome

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di Francesca Cristoforetti

TRENTO. È stato rinviato a giudizio al 21 settembre prossimo l'assistente domiciliare accusato di violenza sessuale nei confronti di due anziane e di una collega a cui avrebbe chiesto un rapporto orale per il suo onomastico.

È questo quanto stabilito ieri in udienza preliminare per un operatore socio sanitario sulla quarantina, in servizio per una società cooperativa della Valsugana. La storia emerge nel 2021, quando una collega dell'imputato accusa l'uomo di averle fatto una richiesta inopportuna per "festeggiare" il santo che portava il suo nome.

Per questo primo capo d'imputazione, il 24 novembre 2022 in udienza preliminare però, l'oss è stato dichiarato innocente, mancando il prerequisito della corporeità, cioè il contatto fisico tra le due persone. Ma la collega aggiunge altri dettagli raccontando che l'operatore, in altre circostanze passate, avrebbe commesso violenza nei confronti di due donne anziane, che lui assisteva nelle loro rispettive abitazioni private.

L'uomo viene accusato di atteggiamenti "lascivi" e poco professionali nei confronti di entrambe. Tra le accuse mosse quella di aver commesso atti osceni davanti a una delle due, ma anche di aver mimato un rapporto sessuale oltre che aver spalmato la crema sul seno in modo "non consono" facendo riferimento alla corporatura della sua ragazza.

Per questo secondo capo d'imputazione, la violenza sulle assistite, non essendo stata sporta querela, sono state ordinate ulteriori indagini al pubblico ministero per verificare se l'accusato, in considerazione delle sue mansioni, potesse essere considerato un incaricato di pubblico servizio, ma non solo: anche la natura della società per cui lavorava e le mansioni che doveva svolgere, se erano manuali o meno.

Nella discussione di ieri è stata quindi accolta la tesi della procura e della parte civile, e ora si procederà d'ufficio. A costituirsi parte civile una delle due anziane, tramite l'amministrazione di sostegno. La decisione del giudice è stato perciò il rinvio a giudizio a settembre prossimo, quando avrà inizio il dibattimento vero e proprio.

L'udienza è stata presieduta dal giudice Gianmarco Giua. Per la parte civile presenti gli avvocati Monica Manca, per la difesa Marco Vernillo e Mariarosaria Bevilacqua sostituita in udienza da Katia Finotti.

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