Sanità / Il caso

Caso Pedri, le difese di Mereu e Tateo davanti alla Commissione: «Reintegro in ospedale e cancellazione delle accuse»

La dottoressa si presenta con due avvocati e una «memoria» di 20 pagine, il primario contrattacca e mostra una lettera della giovane scomparsa che lo ringrazia dell’aiuto ricevuto

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TRENTO. Davanti alla Commissione disciplinare dell'Azienda sanitaria la dottoressa Liliana Mereu, dirigente medico di ginecologia trasferita dal Santa Chiara all'ospedale di Rovereto, venerdì si è presentata assieme ai suoi legali, gli avvocati milanesi Laura Tamilia e Franco Rossi Galante.

Ha portato con sé una memoria di 20 pagine, che era stata consegnata il giorno precedente ai membri della commissione in modo che potessero prenderne visione. Una memoria corredata da diversi documenti «a confutazione delle contestazioni e a supporto delle tesi difensive» come spiega l'avvocata Tamilia.

Non è stato fatto alcun accenno alla vicenda della dottoressa Sara Pedri, la cui scomparsa ha fatto scoppiare "il caso" in merito alla gestione di ginecologia del Santa Chiara, un reparto di eccellenza ma con un turn-over di personale che aveva fatto sorgere qualche dubbio anche alla politica negli anni passati, con interrogazioni in consiglio provinciale.

Sulla parte penale della vicenda indaga la procura di Trento. I carabinieri del Nas hanno depositato nei giorni scorsi un'informativa che evidenziava come vi siano gli elementi per chiedere l'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex primario Saverio Tateo e della dottoressa Mereu per il reato di maltrattamenti. Entrambi i professionisti a metà luglio sono stati trasferiti.

La dottoressa Mereu, in questo periodo in ferie, venerdì ha chiesto all'ufficio procedimenti disciplinari dell'Azienda sanitaria il reintegro al Santa Chiara oltre all'archiviazione della sua posizione.

Sulla base di 14 dei 15 verbali a disposizione, le vengono contestati episodi in cui avrebbe maltrattato i colleghi, insultandoli, avrebbe agevolato i turni suoi e dei suoi stretti collaboratori, demansionato altri medici in determinate situazioni avvenute in sala operatoria.

La dottoressa ha risposto punto per punto alle accuse, ma ha anche evidenziato sia le contraddizioni a suo parere contenute nei verbali, riguardo in particolare a opinioni personali e soggettive dei medici sentiti, sia irregolarità a livello procedimentale in quanto non avrebbe avuto accesso all'intera documentazione raccolta dalla Commissione di indagine. Ha voluto chiarire di non aver alcun potere sui turni, dato che sia per un cambio sia per la partecipazione a convegni è necessaria l'autorizzazione dell'amministrazione dell'Azienda sanitaria.

E sulle "troppe" volte in sala operatoria? La dottoressa Mereu è specializzata in chirurgia robotica e mininvasiva. «Se aveva la manualità per certi tipi di operazione, in alcune situazioni era necessario che le persone assistessero agli interventi per acquisire le medesime competenze» spiegano gli avvocati.

I maltrattamenti vengono contestati anche all'ex primario di ginecologia del Santa Chiara, Saverio Tateo, che è stato sentito dalla Commissione disciplinare mercoledì scorso.

Al medico, che respinge ogni accusa, nei verbali vengono attribuiti anche altri episodi che la Commissione disciplinare ha evidenziato. Ad esempio la richiesta di pannelli per insonorizzare una sala (lavoro tra l'altro mai compiuto): sarebbero serviti per evitare che all'esterno si sentissero le grida, secondo alcuni medici sentiti a verbale, mentre il dottor Tateo ha spiegato che si trattava di una questione di privacy perché in quella stanza si discuteva di terapie.

«Mi hanno fatta sedere nello studio buio illuminato solo dalla luce da tavolo» ha inoltre detto un testimone. Anche l'ex primario ha presentato alla Commissione disciplinare una memoria. Ma è sul documento consegnato nel corso dell'audizione del 2 luglio che il nome di Sara Pedri appare "nero su bianco": si tratta di una e-mail che la dottoressa scomparsa scrisse gli ultimi giorni di febbraio, quando si trovava a Forlì, in malattia.

Nella lettera, inviata al dottor Tateo e ad alcuni suoi collaboratori con ruoli di responsabilità (non c'è però il nome della Mereu tra i destinatari) ringraziava il primario per "l'attenzione e la cura - si legge - con cui ha seguito i miei primi passi in campo lavorativo". Sara Pedri, terminato il periodo al Santa Chiara, stava per rientrare in servizio all'ospedale di Cles.

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