Sanità / La crisi

Antonio Ferro nominato commissario dell'Apss: guiderà il post-Benetollo

La giunta provinciale ha deciso di dare al responsabile del settore prevenzione l'incarico di dirigere l'Azienda, dopo il "terremoto" seguito al caso del reparto di ginecologia del Santa Chiara

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TRENTO. Nuova svolta nella crisi dell'Apss, innescata dal caso della ginecologa scomparsa, Sara Pedri e dalle inchieste sulla situazione nel reparto di ostetricia del Santa Chiara di Trento.

Antonio Ferro, attuale responsabile del settore prevenzione dell'Apss, questa sera è stato nominato dalla giunta provinciale di Trento commissario: avrà dunque il compito di guidare l'Azienda provinciale per i servizi sanitari.

Ferro è dall'inizio della pandemia una figura di riferimento nell'ambito della gestione dell'emergenza e i cittadini lo hanno potuto spesso vedere anche in occasione degli incontri stampa della Provincia sull'andamento del covid in Trentino.

"La decisione - spiega la giunta guidata da Maurizio Fugatti - è stata assunta dopo aver preso atto della volontà di Pier Paolo Benetollo di rimettere il proprio mandato da direttore generale e a seguito degli esiti dell'indagine interna, che si è conclusa oggi, riguardante il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara". 

Nel ringraziare il dottor Benetollo per il lavoro svolto, con particolare riferimento all'impegno per contrastare gli effetti del Covid-19, la giunta informa di aver comunicato al professionista l'intenzione di "avvalersi della sua esperienza anche in ottica di continuità con il programma di riorganizzazione dei servizi ospedalieri trentini".

Questa mattina la vicenda aveva registrato un'altra svolta.

L'Azienda sanitaria trentina ha deciso infatti di trasferire da lunedì prossimo ad un'altra unità operativa il primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo. Reparto in cui aveva lavorato Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni di Forlì, scomparsa all'inizio di marzo in val di Non, poco tempo dopo il trasferimento all'ospedale di Cles.

"Tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto": queste in sintesi le motivazioni con cui è stata presa la decisione, spiega l'Apss.

La decisione dell'Azienda sanitaria trentina, che prevede anche il trasferimento di un altro dirigente medico ad un'altra struttura ospedaliera della stessa Apss, è stata presa al termine dell'analisi della documentazione e delle testimonianze di più di 110 persone sentite dalla commissione interna di indagine, guidata dal dottor Antonio Ferro, che si è occupata del reparto di ginecologia del Santa Chiara per chiarire le condizioni di lavoro.

"Dalla documentazione - sottolinea l'Azienda sanitaria - emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessari questi provvedimenti".

La direzione generale invierà ora gli atti della commissione di indagine all'Ufficio procedimenti disciplinari per l'attivazione del relativo iter.

Intanto il reparto del Santa Chiara è stato affidato al direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Rovereto.

Nel frattempo l'Ordine dei medici del Trentino ha inviato una richiesta di esame all'ordine di iscrizione di Tateo, quello di Milano.

Il terremoto a ginecologia di Trento fa seguito alla conferma da parte del direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Pier Paolo Benetollo, di rimettere l'incarico, dopo quanto anticipato verbalmente la scorsa settimana al presidente della Provincia Maurizio Fugatti.

In una lettera inviata questa mattina al personale dell'Azienda sanitaria, Benetollo afferma che "per quanto riguarda il caso della dottoressa Sara Pedri ed il clima nel reparto di ostetricia e ginecologia di Trento, la mia scelta è stata fin da subito quella di approfondire i fatti, raccogliendo nelle dovute maniere dati e testimonianze, per decidere subito dopo sulla base di questi. Credo che ormai si possa fare, e di aver compiuto quindi anche su questo versante il mio lavoro".

La notizia della conferma delle dimissioni di Benetollo, secondo i sindacati, "fa emergere le difficoltà del governo provinciale nel gestire in trasparenza e nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni il rapporto con l'Azienda sanitaria e la complessa macchina della sanità trentina".

Nel reparto di ginecologia, secondo quanto riferito da alcune professioniste che vi hanno lavorato e dalla famiglia di Sara Pedri, il clima per il personale non sarebbe stato facile, con presunte pressioni e umiliazioni.

"L'esperienza a Trento doveva essere formativa ma purtroppo ha generato in me un profondo stato d'ansia a causa della quale sono completamente bloccata", aveva scritto la ginecologa in una lettera trovata dai carabinieri nell'abitazione della dottoressa di Cles e pubblicata per la prima volta dal settimanale Giallo.

Intanto si è conclusa la visita degli ispettori mandati dal ministro Speranza nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Trento e si attendono le audizioni dell'Ordine dei medici di Trento, previste alla fine di luglio.

Sul fronte delle indagini avviate dalla Procura di Trento, il pm Licia Scagliarini dovrà ora valutare i contenuti della copia forense del telefono cellulare di Sara Pedri, che era stato trovato nella sua auto parcheggiata nelle vicinanze del ponte di Mostizzolo sopra il torrente Noce. La zona è tristemente nota per i suicidi, ed è sul fondale fangoso del lago che si concentrano le ricerche, rese però difficoltose dal basso livello dell'acqua nel periodo estivo.

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