San Martino / Il caso

Bookique sotto attacco, ma il caffe letterario è il motore di un progetto di tutela dei beni comuni

Nei giorni scorsi la gestione del locale era stata criticata, provocando una forte reazione di cittadini, associazioni e dell'amministrazione comunale. Oggi, lunedì 27 marzo, la presentazione del progetto "Un parco per San Martino" che vede il locale tra le realtà promotrici

IL QUARTIERE San Martino perde la sua scuola di inglese e con lei una parte di sé
IL CONCERTO Le ballate "Sottopelle" del cantautore romano Pier Cortese
IL CAMBIO Marco Rosi lascia, la gestione a Serena Tomasi
IL DIBATTITO Lo staff: «Il concerto di Vasco è una figata. Ma basta marketing»

di Leonardo Pontalti

TRENTO. È un bel giorno, per il quartiere di San Martino: stamane, lunedì 27 marzo, in Comune è stato presentato il patto per il Parco della Predara. Nell'ambito delle iniziative per la tutela e la promozione dei Beni Comuni promosse dall'amministrazione, è stata presentata la rete formata da attività quartiere, associazioni, privati cittadini per far vivere il parco della Predara con attività di animazione rivolte a fasce di età diverse: per esempio letture e giochi per bambini, laboratori artistici e concerti per i giovani, iniziative intergenerazionali come ginnastica di gruppo, incontri sul viaggio o la montagna, eventi capaci di coinvolgere l’intero quartiere.

L'area - nonostante la nomea di zona degradata legata ad un passato in cui era certamente zona di spaccio e disgrazie non diversamente dai vicoli del centro storico, una nomea che taluni tendono a indicare come ancora attuale unicamente per fini speculatori - da anni ormai è stata restituita alla cittadinanza. Ma proprio i cittadini che quotidianamente la vivono sanno come la zona possa rimanere viva e vivace solo con l'investimento di continue energie. La proposta di collaborazione “Un parco per San Martino” è stata presentata da vari soggetti del quartiere: il comitato di San Martino dentro, la Seggiolina blu, la Cooperativa Arianna, il centro di aggregazione territoriale l’Area, Appm, fondazione Museo Storico del Trentino, associazione Cime, cooperativa Pro.ges. che ha in gestione il nido Magicocastello, le cittadine Cristina Locatelli e Francesca Lapiana e il caffé letterario Bookique.

La presentazione del progetto di collaborazione arriva nel momento più opportuno a sottolineare come proprio la realtà che più di altre è un presidio per il parco, proprio la Bookique, rivesta una risorsa per la zona, il quartiere e la città. Proprio in queste settimane, infatti, la gestrice della Bookique, Serena Tomasi, è stata inspiegabilmente attaccata da chi in maniera parziale e interessata vorrebbe svilire un ruolo la cui importanza è stata ribadita anche ieri nei fatti, da tutti coloro che con lei hanno promosso il patto di collaborazione e dalla stessa amministrazione comunale.

Non si capisce davvero a chi possa dare fastidio la Bookique: non ai residenti, non a giovani e adulti che si ritrovano nel locale della Predara per momenti di svago. Non alle band che possono contare su uno degli - ahimè, sparuti - spazi per la musica dal vivo nel capoluogo. Non alle attività del quartiere e un po’ di tutta la città - negozi, associazioni, gruppi - che trovano nel locale un approdo sicuro per incontri, assemblee, presentazioni, attraverso cui si fa comunità. Non alle forze dell’ordine, che trovano nella struttura adiacente al parco e gestita da Serena Tomasi un naturale alleato nel presidio della zona.

Eppure in questi giorni l’esercente - che ha dato vita al locale dodici anni fa assieme a Marco Rosi, aggiudicandosi il bando del Comune di Trento - si sente nel mirino. A buon diritto e per di più non da oggi, dato che come ha spiegato lei stessa in un lungo post sui social «purtroppo che c'è chi, negli ultimi due anni, ha dimostrato di non apprezzare la nostra presenza e sta mettendo in discussione la validità del nostro progetto culturale e il nostro contributo all'animazione e rigenerazione del parco della Predara e del quartiere di San Martino, accusandoci di non tutelare il bene pubblico, di favorire lo spaccio con i nostri eventi e di non portare vitalità ma caos nel quartiere. Non si stanno contestando la musica alta, gli schiamazzi o le bottiglie abbandonate, ma qualcosa di molto più profondo che ferisce il cuore: 12 anni di lavoro e di contributo alla comunità».

Tutto parte da una richiesta di accesso agli atti per verificare il rispetto del bando. A promuoverla è stato il consigliere comunale e avvocato Andrea Merler. Lo conferma lui stesso: «L’ho avanzata per conto di alcuni miei clienti. Non si tratta di un atto politico, ma professionale». I clienti a cui si riferisce Merler sono i titolari dell’hotel Hi, che da tempo hanno manifestato alla luce del sole la volontà di gestire direttamente l’area verde pubblica, come spiegato dagli stessi imprenditori all’Adige nell’aprile dello scorso anno dicendosi «pronti a metterci i soldi di tasca nostra per lanciare un progetto di utilizzo ludico e sportivo del parco, magari in collegamento col centro fitness e l'area sportive».

Con l’intenzione, magari, di poter gestire anche la vicina Bookique, dato che Merler spiegando la finalità della richiesta di accesso agli atti ha precisato che «ora dovremo esaminare gli incartamenti ma c’è la possibilità che si arrivi a una diffida al Comune sull’attuale gestione». In base a quali elementi, non è davvero chiaro ed è questo che sta angustiando non solo l’anima del locale ma tutti coloro che lo apprezzano: problemi di ordine pubblico legati al locale non ne sono mai stati segnalati ed emergono eventualmente proprio quando invece il locale è chiuso e l’area non è presidiata dall’attività, a dimostrazione della bontà del lavoro svolto.

Inoltre periodicamente Serena Tomasi relaziona l’amministrazione sull’attività svolta e mai sono emerse criticità. Una situazione di fronte alla quale non solo Serena Tomasi si è sentita ingiustamente attaccata, ma anche il sindaco Franco Ianeselli ha espresso una posizione chiara. L’esercente da mesi deve convivere con contestazioni pressanti e pretestuose oltre che con visite da parte di pattuglie delle forze dell’ordine (chiamate da chi evidentemente ha interesse a screditare il locale), che si concludono puntualmente senza alcun rilievo di irregolarità. Un quadro piuttosto chiaro, di fronte al quale la reazione del sindaco è stata decisa: «Credo che quanto stia accadendo sia allarmante. È stato spiegato più volte che un luogo pubblico come un parco non può essere affidato a privati e il fatto che su questa diatriba si tiri in mezzo un’attività apprezzata da tutti come la Bookique non va bene.

Spiace vedere come i ripetuti incontri che hanno visto tra i coinvolti anche i titolari dell’hotel Hi non abbiano contribuito a fare chiarezza una volta per tutte. Spiace vedere anche come vi sia astio verso iniziative che invece sono una risorsa e risolvono problemi. Nel caso della Bookique c’è chi vorrebbe additare come problematica una realtà che invece rappresenta una ricchezza per tutta la città, oltre che un antidoto alle situazioni di disagio che un tempo caratterizzavano la Predara».

Serena Tomasi, comprensibilmente scorata, nel post ha chiamato a raccolta tutti coloro che in questi anni hanno apprezzato l’attività della Bookique: «Se vi siete innamorate e innamorati sulle nostre gradinate, avete scritto ti amo sulle vetrate sudate di un dj set, s e il vostro primo concerto è stato alla Bookique oppure se vi abbiamo aiutate e aiutati ad organizzare un evento, se vi siete riunite e riuniti nella nostra sala e sono nati dei progetti...

Scrivetecelo: la Bookique è un catalizzatore di idee, un volano per tanti progetti e una risorsa per il quartiere di San Martino e la Predara e ora abbiamo bisogno che si senta quanto conta per tutti voi». Una richiesta che in poche ore ha scatenato una vera e propria pioggia di affetto fatta di decine e decine di manifestazioni di solidarietà, ricordi, aneddoti sui social e che anche lo stesso Ianeselli ha indicato come efficace cartina di tornasole: «La risposta immediata di tanti trentini e non solo conferma la bontà del lavoro che da tanti anni viene portato avanti dalla Bookique ed è più eloquente di strumentalizzazioni e attacchi discutibili. I problemi di convivenza e vicinato ci sono e ci saranno sempre in qualsiasi città, ma non è screditando ad arte il lavoro altrui che possono essere risolti».

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