Trento / Sociale

Il quartiere di San Martino perde la sua scuola di inglese e con lei una parte di sé

Anche a fronte dell’aumento di costi e di spese, l’attività ha cercato di resistere: nelle scorse settimane è stata presa la decisione, comunicata a tutte le famiglie. Una realtà che, attraverso la responsabile Francesca Lapiana, era diventata un punto di riferimento per le iniziative del rione

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di Leonardo Pontalti

TRENTOPer cinque anni ha fatto crescere centinaia di bambini e ragazzini, avvicinandoli all'inglese con lo studio, ma anche il gioco, il confronto con l'altro e la scoperta della città. Ora, però, la scuola di lingue Pingu's English è prossima alla chiusura.

La responsabile, o meglio l'anima, della scuola, Francesca Lapiana, l'ha voluto comunicare di persona ai genitori uno per uno nei giorni scorsi, affidando poi a una email l'ufficialità della malinconica decisione. La chiusura è un brutto colpo, non solo per lei, il suo affiatato staff di teachers e tante famiglie. Ma anche per un pezzo di città come il quartiere di San Martino: la zona negli ultimi anni sta vivendo un rinnovato slancio propositivo grazie alle tante iniziative per grandi e piccini che anche grazie a Pingu's English venivano proposte soprattutto attraverso il comitato San Martino Dentro.

Fra aumenti dei costi e un calo di iscrizioni, comune dopo la pandemia a tante attività per bambini e ragazzi sia in ambito educativo che sportivo (e legato senza dubbio anche alle difficoltà economiche di tante famiglie a causa del carovita), la scuola ha cercato fino all'ultimo di resistere, ma alla fine, qualche settimana fa, è stata presa la decisione. Sofferta più che mai, come conferma la stessa responsabile.

«Questo è senza dubbio un passo doloroso, con tantissimi genitori abbiamo pianto molte lacrime: tantissimi tra bambine e bambini, mamme e papà in questi anni sono diventati famiglia per noi. Dover interrompere così questo progetto è triste». È dura vedere Francesca priva del suo sorriso e del suo ottimismo, ma il momento non è facile, soprattutto per chi in pochi anni era riuscita a trasformare una scuola di lingue in un punto di riferimento sicuro per tanti, in un pezzo importante di tessuto sociale della zona: negli spazi della sede di via Manzoni oltre ai corsi sono stati promossi incontri benefici, camps durante le vacanze lungo tutto l'anno, feste per piccoli e grandi.

A chiudere non è dunque soltanto un'attività economica ma un pezzo di quartiere che aveva saputo fare dell'inclusività e dell'accoglienza i propri punti di forza. Un luogo in cui oltre ad apprendere, gli iscritti hanno potuto crescere a tutto tondo, confrontandosi con la ricchezza della diversità - che da piccoli viene vista come dovrebbe essere guardata anche dai grandi, da tutti i grandi: un'opportunità e un valore - e che grazie alle capacità delle insegnanti e degli insegnanti che hanno coadiuvato Francesca Lapiana è stata costantemente messa a frutto.

Grande, dunque, il vuoto che la scuola lascerà in città e nel quartiere, che - garantisce Francesca - potrà comunque continuare a contare sulla sua inventiva e sul suo entusiasmo, anche se non più con la scuola alle spalle: «Intanto, fino alla fine di marzo la scuola resterà aperta, per concludere i corsi con la consegna dei diplomi, al parco della Predara, sabato 11 e con una festa per permettere, con tutti coloro che abbiamo avuto la fortuna di accompagnare in questi anni, di scambiarci un saluto e un abbraccio».

Abbraccio che di certo vorranno ricevere soprattutto i piccoli passati per la scuola in questi cinque anni: «Non so cosa sono riuscita a fare per tutti loro, speravo di avere più tempo per vederlo, ma sono abbastanza certa di aver insegnato loro almeno un po' di passione per l'inglese e un bel po' di gioia di vivere. Spero che tutti i mini umani che sono passati da me si ricorderanno che il mondo non è poi così grande, che abbiamo mille accenti diversi e siamo più belli per questo e che, di solito, le persone dagli accenti lontani hanno tante storie interessanti da raccontare».

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