Trento / Grandi opere

Bypass ferroviario e scavi nelle aree inquinate a nord della città: Rfi chiamata a fare chiarezza

Oggi, 5 settembre, la commissaria straordinaria Paola Firmi incontrerà il presidente della Provincia Fugatti e il sindaco Ianeselli. Al centro i nodi emersi in consiglio comunale: dalla necessità di analisi più approfondite nei terreni ad altri monitoraggi sui rischi del progetto che prevede anche un tunnel sotto la Marzola. Il presidente della commissione ambiente, Andreas Fernandez: «Il punto è se la montagna sta in piedi oppure no, se l'intervento può compromettere le risorse idriche...»

VERIFICHE Il cantiere pilota è solo un "cantierino"
CANTIERI Via libera dalla Conferenza dei Servizi al progetto Rfi
I CONTRARI "Opera devastante, cronoprogramma evanescente"

PROBLEMA Italferr cerca spazi per 3 milioni di metri cubi di materiale
I DUBBI Gli scavi nei terreni inquinati l'Appa obietta

di Domernico Sartori

TRENTO. Agosto è stato mese di confronto, anche aspro, sul bypass ferroviario. Settembre potrebbe essere il mese della chiarezza sul progetto e i punti critici, in nome di una trasparenza, in primis verso la cittadinanza, la cui mancanza è sotto gli occhi di tutti. A fare chiarezza è chiamata l'ingegner Paola Firmi, commissaria straordinaria del governo per il potenziamento della linea Fortezza-Verona di cui fa parte il lotto dei 12 km in galleria della circonvallazione di Trento.

La dirigente di Rfi sarà a Trento lunedì 5 settembre. Incontrerà il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e il sindaco Franco Ianeselli. Soprattutto, dovrà dare risposta ad alcune questioni chiave che ieri l'altro sono emerse nella seduta della commissione consiliare per l'ambiente, l'agricoltura, la mobilità e la vivibilità urbana. Una seduta convocata dal presidente Andreas Fernandez alla luce del dibattito, sviluppatosi su l'Adige, attorno in particolare al documento del Comitato speciale del consiglio superiore dei lavori pubblici ed al fatto che solo di recente si è saputo che già a dicembre erano state evidenziate le criticità della realizzazione della galleria a doppia canna sotto la Marzola, al punto da consigliare un tragitto più in profondità.A chiedere chiarezza a Rfi, a questo punto, è anche il Comune.

Nella seduta della commissione ambiente, l'assessore Ezio Facchin e il dirigente del progetto mobilità e rigenerazione urbana, Giuliano Franzoi, oltre a dare notizia dell'arrivo di Paola Firmi, hanno spiegato che a Rfi l'Amministrazione comunale ha formalizzato la richiesta di sondaggi ulteriori sotto l'attuale linea storica a Trento Nord. Sondaggi ben più in profondità, fino a 10 metri, rispetto all'annunciato "scavo pilota" profondo 1,5 metri sulla Fossa Armanelli. La linea storica, da progetto, sarà infatti traslata lungo la fossa Armanelli, lato ex Sloi, ed in luogo degli attuali binari sarà realizzato lo scavo del nuovo bypass.

Facchin ha spiegato in commissione che il Comune non era tenuto ad essere notiziato dei documenti e della procedura tra comitato speciale ed Rfi. Resta il fatto che si tratta di aspetti sostanziali. «Abbiamo chiesto a Rfi di darci spiegazioni» dice l'assessore.

«Il punto» osserva Andreas Fernandez, che non ha mai nascosto le sue perplessità sul progetto di Rfi «non è l'iter più o meno trasparente. Il punto è se la montagna sta in piedi oppure no. È capire se il progetto mette a rischio risorse idriche importantissime per la città. Ecco perché servono monitoraggi e approfondimenti ulteriori. Credo che per la prima volta, grazie alla commissione, si sia compreso meglio il ruolo del Comune, garante del progetto, rispetto a Rfi. Il mio impegno è di coinvolgere ulteriormente la commissione ambiente, perché il percorso della circonvallazione sia più trasparente».

Il consigliere di Onda, Andrea Maschio, in vista dell'incontro con Paola Firmi, ha girato all'assessore Facchin alcune domande. La prima: «Perché il parere del Comitato speciale con prescrizioni del 17 dicembre 2021 che indicava come il tracciato all'interno della Marzola fosse presumibilmente troppo pericoloso, non sia entrato nel dibattito pubblico...» e «come si intenda dare seguito nello specifico al cantiere pilota richiesto dal Consiglio comunale nella sezione più profonda, simulando le operazioni di progetto spinte fino alla profondità prevista per le opere e non in modo superficiale».

Questo passaggio di approfondimento e puntualizzazione» commentano i consiglieri di Trento Futura di cui è capogruppo Federico Zappini, ringraziando Facchin e Franzoi «ci conferma di come il ruolo dell'amministrazione comunale debba essere quello di garante esigente e puntuale rispetto alle condizioni presenti e future per l'ambiente e per la vivibilità della cittadinanza».

Trento Futura è soddisfatta dall'avere appreso «che è prossima la definizione del protocollo che attiverà l'Osservatorio per l'ambiente e per il lavoro che avrà la missione di monitorare e accompagnare ogni fase della progettazione e della messa in opera». Per Trento Futura questo è «il tempo della massima attenzione, fase che richiede concretezza, costanza e trasparenza», con il Comune che «dev'essere in prima linea». Ed in nome della chiarezza, anche Zappini e colleghi pongono tre quesiti per Paola Firmi, che sarà a Trento per spiegare, com'è noto, che dal punto di vista autorizzativo l'iter della grande opera è di fatto concluso. Chiedono se dall'autunno scorso sono cambiate le condizioni di rischio legate all'ambito della collina est di Trento e, se così fosse, quali sarebbero le conseguenti prescrizioni/richieste avanzate o da avanzare a Rfi/Italferr».

Per quanto riguarda il cantiere pilota sulle aree inquinate di Trento Nord, oltre agli interventi in corso per lo spostamento del rio Lavisotto e per le analisi sulla Fossa Armanelli, Trento Futura chiede «quali sono le ulteriori azioni di analisi e messa alla prova delle tecnologie (...) sui terreni che prevedono invece lo scavo in profondità tra quota -10 e -8 metri», ed inoltre «quali sono le tecnologie che si andranno ad utilizzare e quali i criteri che permetteranno di capire se l'avanzamento dell'opera in quella zona - anche in relazione a tempi e costi di esecuzione - sia sostenibile e fattibile«.

Infine, «vista la complessa e precaria situazione economica globale», a Trento Futura preme chiedere «se sia già stata individuata la stima dei costi aggiuntivi previsti e, se sì, quali siano i modi previsti per andare a copertura di questi».

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