Argentario / Il caso

La triste storia del rifugio Calisio: si chiede almeno di transennarlo, ma come per il Campel non si vede soluzione né riapertura

La buona notizia: almeno è tornato nella piena proprietà del Comune. La cattiva notizia: non verrà ristrutturato e i vandali la fanno da padroni

IL CASO Perché il rifugio Campel a Villamontagna è ancora abbandonato?
I VANDALI Dopo i "focolari" spaccati altra devastazione al Campel

TRENTO. Nelle due convocazioni di gennaio del Consiglio comunale di Trento, sviluppatesi in quattro sedute, sono stati discussi e approvati a grande maggioranza quattro ordini del giorno che richiedono interventi di lavori pubblici nella Circoscrizione dell'Argentario.

In particolare uno, dei consiglieri Bridi e Filippin (ordine del giorno numero 271 del dicembre scorso) affronta un tema annoso: si chiede di intervenire sull’ex Rifugio Calisio (situato lungo il sentiero Montevaccino – Villamontagna).

Come per il rifugio Campel, anche qui storia antica e complessa di uno stabile. Che perlomeno è ritornato dal 6 maggio 2021 in totale proprietà del Comune.

Bridi chiede espressamente che - se attualmente non sia possibile una ristrutturazione - si salvaguardi l'edificio impropriamente definito "Rifugio" (in quanto la legge provinciale non consente tale destinazione d'uso) e dopo un dovuto sopralluogo possa almeno essere messo in sicurezza e al riparo da vandalismi. L'assessora Maria Chiara Franzoia ha risposto che l'amministrazione comunale, ora libera da vincoli contrattuali con i precedenti gestori, si farà carico del problema e potrà intervenire dopo aver effettuato il consolidamento patrimoniale. Siamo ancora, quindi, alla fase burocratica del passaggio di proprietà, intavolamento e registrazione degli atti. 

Non sono state indicate tempistiche, ma si potrebbe profilare un intervento congiunto tra ente pubblico e privati. Insomma, tempi incerti, destino vago. Con molte similitudini con il «gemello» ex rifugio Campel sempre sul Calisio, che rimane abbandonato e senza segni di lavori in vista.

È vero che i politici sono abituati a fare promesse, ma è anche vero che sembra difficile mantenerle.

Era il 21 luglio quando in Consiglio comunale a Trento il capogruppo di Trento Unita (Merler) esultava per l’approvazione della soluzione definitiva che avrebbe salvato il Campel. Passati sei mesi e spiccioli, si aspetta ancora di vedere segni di vita nel cantiere transennato.

I trentini continuano a salire sul Calisio e a percorrerne i bellissimi sentieri. Ma non trovano nessuna struttura ricettiva o di ristoro: chiuso il Campel, cadente il Rifugio Calisio, chiuso il bar ristorante a Santa Colomba. Quindi pranzo al sacco e thermos del caffé.

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