Comunità di Valle, la riforma è più vicina

«A brevissimo sulle Comunità di valle arriverà la proposta della giunta. Quella del Pd? Mi sembra poco praticabile, perché impone dall'alto l'unione tra i Comuni. Io credo che più dell'obbligo conti la capacità di convincere». Carlo Daldoss, assessore della giunta Rossi, spiega che sul tema della riforma istituzionale l'esecutivo dovrebbe essere ormai prossimo a presentare la riforma delle Comunità di valle

di Angelo Conte

DALDOSSTRENTO - «A brevissimo sulle Comunità di valle arriverà la proposta della giunta. Quella del Pd? Mi sembra poco praticabile, perché impone dall'alto l'unione tra i Comuni. Io credo che più dell'obbligo conti la capacità di convincere». Carlo Daldoss  (nella foto) , assessore della giunta Rossi, spiega che sul tema della riforma istituzionale l'esecutivo, dopo alcuni mesi di discussione, dovrebbe essere ormai prossimo a presentare la riforma delle Comunità di valle.


Che, nella sostanza, spiega ancora Daldoss, non si discosta dalle idee di riforma che egli stesso aveva lanciato alcuni mesi fa. In particolare, si intende dare più competenze e poteri alle Comunità di valle, semplificandole però nel funzionamento e rendendole una sorta di consorzi di Comuni al servizio di questi ultimi, in vista della riduzione del numero dei municipi, sulla scorta di quanto avvenuto già in Predaia recentemente.


Sulla proposta del Pd, votata lunedì sera, di arrivare nel tempo a dimezzare i Comuni e a sostituire le Comunità con questi ultimi, Daldoss spiega di non essere molto convinto. «Vista così mi pare faccia confusione, ma credo che occorra vederla nella sua integrità. In ogni caso mi pare che le strade tra le varie componenti della maggioranza si stiano avvicinando e sono convinto di fronte alla ragionevolezza della proposta, che a brevissimo arriverà dalla giunta, si troverà una sintesi».
Fondamentale sarà, come anche per il Pd, «il fatto di mettere al centro prima l'obiettivo per cui si definisce chi fa cosa tra Provincia e Comunità di valle. Poi la soluzione del modello di governance si troverà. Mi trovo d'accordo sul tema di dare più poteri alle Comunità di valle posto dal Pd, tema che abbiamo posto anche noi mesi fa».


Rispetto all'obbligo di fusione dei Comuni sotto i 3.000 abitanti, Daldoss chiarisce di preferire una strada diversa per arrivare alla loro riduzione. «Nella mia esperienza ho sempre visto che paga di più la fatica del convincere che l'obbligo del fare, i referendum fatti in Predaia e nel Banale lo dimostrano. Ma la creazione di grandi Comuni per superare le Comunità di valle non è possibile da applicare nell'immediato».


Intanto, sempre dal Patt, arriva una replica alla proposta del Pd sulle Comunità di valle e sull'unione obbligatoria dei Comuni. A commentare il progetto dei democratici è Lorenzo Baratter, capogruppo delle Stelle alpine in consiglio provinciale.«Il processo di riduzione dei Comuni deve passare innanzitutto dalla volontà di mettere maggiormente in circolo i Comuni all'interno delle Comunità (coinvolgendoli maggiormente) e in seconda battuta favorire le condizioni perché i Comuni si mettano insieme, dando centralità anche i cittadini con un processo partecipato e non calato dall'alto». Su una «specifica normativa che porti all'accorpamento si può eventualmente discutere. Prima serve tuttavia un chiarimento per capire quale futuro vogliamo dare alle Comunità di Valle, definendo con chiarezza il ruolo dei Comuni dentro le stesse che, per noi, deve essere più forte». 

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