Rovereto / L’intervista

Turismo museale, Vittorio Sgarbi: «Ecco i veri numeri del “mio” Mart»

Il presidente del museo roveretano: «Ho riportato gli ingressi ai livelli di dieci anni fa con allestimenti di richiamo. Altro che costi raddoppiati, spendo 3 milioni di euro l’anno, Collu ne spendeva 2,7 ma l’inflazione in dieci anni è stata del 23% e io in più ho anche Le Albere da gestire»

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di Matthias Pfaender

ROVERETO. Cda in scadenza al Mart, tempo di bilanci.Presidente Sgarbi, dopo cinque anni pensa di essere confermato?
«Credo che i risultati ottenuti parlino da soli. Certo, il valore dell'attività di un museo non sta, né si misura, nei soli numeri. Eppure, nel mio caso anche i meri numeri indicano un successo chiaro».

Eppure si è detto che con lei alla guida il Mart non abbia di fatto aumentato i visitatori, a fronte invece di un aumento dei costi.
«Considerazioni errate, figlie di una lettura impropria dei dati».Ci spieghi.«I visitatori della sede del Mart nel 2023, rispetto al 2022, hanno evidenziato un aumento del 36%. Quelli della sede del Museo Depero un aumento del 42%».

Ma nel 2022 c'era sempre lei al vertice. Come è invece il confronto con il "prima di Sgarbi"?
«Nel raffronto con il 2019, ultimo anno di Maraniello direttore, il solo Mart vede oggi un aumento del 51% dei visitatori, e per la sede del Museo Depero un aumento del 39%, ottenuto con le nuove tariffe: prima il biglietto per il Mart era di 11 euro, e di 7 quello per Casa Depero. Io ho introdotto il biglietto unico a 15 euro. Quindi, parliamo di numeri positivi, che testimoniano come il museo abbia recuperato quel livello di visitatori che non si registrava da una decina di anni».

Appunto, c'è chi dice che lei abbia solo pareggiato le vette già raggiunte da Collu.
«Serve chiarezza: la media dei visitatori della direzione Collu, in carica dal 2012 al 2014, per la sola sede di Rovereto è stata di 125mila all'anno. Dunque, al di sotto dei visitatori registrati nel 2023, sopra i 180mila. Risultato che la Collu raggiunse solo nel 2013, con la mostra di Antonello da Messina».

E sul fronte dei costi?
«Ho letto che avrei "raddoppiato" le spese per le mostre. Un'altra bugia. A quanto ammontavano le spese per le mostre con la direzione Collu? Ecco i dati. Dai quali sono si scappa: media annuale nel periodo 2012-2014, 2,7 milioni all'anno. Il budget attuale è oggi di circa tre milioni».

Lo stesso un po' più alto, dunque.
«Sì, ma consideriamo che, rispetto a dieci anni fa, la rivalutazione monetaria, l'inflazione, è stata di circa il 23%, ed oggi abbiamo oltretutto una sede in più, Palazzo delle Albere, da gestire, con i costi di custodia, esercizio, pulizia e manutenzione. Quindi, di quale raddoppio di spesa si parla?».

È stato criticato anche per l'elevato numero di opere della sua fondazione (Fondazione Cavalli Sgarbi, ndr) esposte dal Mart in questi anni.
«Sulla questione dei prestiti, gratuiti, di opere da parte della Fondazione Cavallini Sgarbi al Mart, qualcuno sostiene che l'esposizione in mostra fa aumentare il valore delle opere prestate dai privati. Niente di più falso. I privati di solito sono restii a prestare opere ai musei perché temono che, se esposte, le loro opere vengano notificate dalle soprintendenze con la conseguente diminuzione del loro valore patrimoniale. Le opere della Fondazione Cavallini Sgarbi sono quasi tutte notificate. Di quale intento speculativo si parla? Si aggiunga che gran parte delle opere esposte e affidate al Mart, per costituirne le collezioni, sono di privati che le hanno prestate al museo in cambio di un corrispettivo economico (fondazione Feierabend, collezione Ferro, ndr). La Fondazione Cavallini Sgarbi ha prestato le sue opere vincolate dallo Stato gratuitamente».

Fugatti ha detto più volte di apprezzare il suo lavoro. Anzi, l'unico riferimento alla cultura fatto in sede di bilancio, è stato al "suo" Mart, definito una «scommessa vinta». Tanta parte della città le rende merito. Eppure, le critiche alla sua figura sono costanti, probabilmente indotti anche dalle vicende che l'hanno vista protagonista al di fuori del Trentino, non ultime le dimissioni da sottosegratario alla Cultura.
«L'attivismo e gli stimoli sono un demerito? Perché solo di questo mi possono "accusare" circa la mia esperienza al Mart. Io ho avuto il merito di scatenare le risorse interne del museo, quei curatori, avviati a questo mestiere dalla Belli, che prima con Collu e Maraniello erano ai margini ma che con me sono diventati assoluti protagonisti del museo; mai i curatori hanno lavorato con tanto impegno e tanta passione quanto negli ultimi cinque anni».

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