Regole / La polemica

Burocrazia assurda, i bar rinunciano alla musica: «Controlli dei vigili anche per le canzoni di Natale»

Dopo il caso dello Stappomatto, sotto accusa la regola della Scia: «una anomalia solo trentina e così i dj non lavorano», ma nessuno in Provincia sembra interessarsi alla cosa
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di Giancarlo Rudari

ROVERETO. Troppa burocrazia e, di riflesso, troppi costi. Con la conseguenza che a rimetterci, in primis, sono i dj, i cantanti e le band o i solisti che fanno musica live: «Le serate alle quali venivamo chiamati per fare musica o concertini all'aperto sono calate drasticamente».

Colpa, ma non solo, della tanto contestata Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività che i gestori dei locali devono presentare al Servizio di polizia amministrativa provinciale per qualsiasi evento musicale all'aperto. «Una follia tutta trentina» aveva tuonato nei giorni scorsi su l'Adige Massimiliano Peterlana (presidente provinciale Fipte-Confesercenti) e Paolo Preschern (presidente Confesercenti Rovereto Vallagarina) sollecitando la Provincia a cancellare una disposizione che non fa differenza tra un mega concerto e una serata di musica al bar.

A rincarare la dose ci hanno pensato Ciro Di Vito e Marco Fontanari (Unione commercio e turismo) per i quali «la burocrazia rischia di farci affondare: investiamo per intrattenere i clienti, assurdo il peso dei permessi da fare». Anche l'assessore comunale Giuseppe Bertolini si è scagliato contro la burocrazia: «Proteste legittime, carte esagerate».

La classica "goccia che fa traboccare il vaso" era stata l'ultima contestazione (con relativa multa di oltre 500 euro) arrivata ai titolari dello Stappomatto di via Rialto (e così nei mesi scorsi era stato per tanti altri locali roveretani) rei di non avere l'autorizzazione Scia con le misure di sicurezza previste per l'evento. Scia che deve essere redatta da un tecnico professionale e che comporta un costo dai 200 euro in sì per ogni serata. Una ulteriore spesa che va ad aggiungersi agli altri costi per permessi, Siae e per gli artisti. Anche per una cassa che diffonde musica all'esterno del locale.

«In queste condizioni difficile organizzare serate con il rischio che piova e che mandi tutto in malora» hanno sentenziato alcuni baristi. «E oltre alla città che si ritroverà con sempre meno eventi, a rimetterci in primo luogo siamo noi dj. Le serate qui sono calate drasticamente lo scorso anno rispetto al 2022 e se qualcosa non cambia sarà così anche quest'anno - afferma Andrea Matassoni, in arte Dj Mataz - E tutto questo va a discapito della vita sociale, delle relazioni, della vivacità di Rovereto e anche della sicurezza. Perché la città non vissuta e non "presidiata" dalle persone che escono di casa la sera per qualche evento è lasciata in mano ai balordi, a chi si diverte a scorrazzare in centro per fare danni o peggio ancora ad importunare qualche ragazza...».

«Già le serate con musica all'aperto sono poche, con la Scia saranno sempre meno. Lavoro bene, ma non a Rovereto - aggiunge Diego Massari, ovvero Dj Pesce - Capisco i gestori dei locali alle prese con i costi sempre crescenti dovuti anche alla burocrazia, ma alla fine noi non lavoriamo e la città perde occasioni di intrattenimento. Il rischio che questa Scia metta in ginocchio tanti esercenti è reale: speravo che la situazione fosse risolta, ma così non è...»

Da parte sua Stefania Contro, titolare della Caffetteria Bontadi, sostiene che «non voglio smettere di fare musica per colpa della Scia anche se ovviamente rappresenta un costo in più. Tanti hanno preso la multa anche perché secondo me è mancata da parte degli uffici del Comune una efficace comunicazione: questa è una carenza da colmare. Ho dovuto fare tutta la procedura anche per la musica natalizia diffusa da una cassa per tre serate: pensi che i vigili sono venuti a controllare permessi e volume addirittura alle 18.45 perché chiamati da qualche residente. Parliamo di musica natalizia, non di hard rock...»

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