Commercio / Il caso

L'insostenibile accanimento burocratico sui bar che organizzano piccoli eventi musicali

Da mesi per fare intrattenimento è necessaria la Scia, con relazione tecnica di un perito iscritto all’Albo. Peterlana (Fipet): «dalla primavera scorsa attendiamo risposte per un’anomalia tutta trentina»

TRENTO. Del caso si è tornato a parlare per la sanzione comminata ad un locale di Rovereto (lo Stappomatto), beccato a organizzare un evento musicale senza avere la autorizzazione Scia. Ma ormai i casi sono sempre più frequenti, visto che poche settimane prima è toccato ad un bar di via San Martino a Trento.

Non parlate di Scia ai baristi se non volete rendere loro il sangue amaro. E men che meno citare l’ennesimo adempimento burocratico ai rappresentanti di categoria. Perché per Massimiliano Peterlana, presidente provinciale Fipet (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) di Confesercenti, «la Scia è una follia tutta trentina che deve essere eliminata e da subito: siamo stufi di impegni già assunti e non rispettati».

Ma cos’è questa (maledetta per i titolari di pubblici esercizi) Scia? È la Segnalazione certificata di inizio attività che il gestore del bar deve presentare al Servizio polizia amministrativa provinciale ogniqualvolta decida di organizzare “un’attività di spettacolo ed intrattenimento” all’esterno del suo locale.

Una dichiarazione che equivale ad una certificazione di idoneità degli spazi per una serata musicale: un concertino dal vivo di una band o di un cantante piuttosto che musica suonata dal dj. E la relazione tecnica deve essere redatta da un professionista iscritto dall’albo con un costo che può variare dai 200 ai 500 euro. E per chi non ottempera a questa disposizione si troverà a dover pagare una multa che supera i 500 euro.

Ne sanno qualcosa i titolari del bar “Stappomatto” che per una serata con dj del 22 dicembre scorso erano risultati in regola con i premessi comunali ma non avevamo la Scia «perché nessuno ce l’aveva mai detto».

«Questa Scia era stata introdotta in seguito ai fatti di Torino (nel giugno 2017 in piazza San Carlo in occasione della finale della Champions League: tre persone morirono e 1672 rimasero ferite ndr) per stabilire regole ferree in materia di sicurezza per manifestazioni all’aperto. E su questo siamo tutti d’accordo. Solo che, e da qui nasce la distorsione, il concertino di un bar viene equiparato al concerto di Vasco Rossi. Ma mi pare evidente che non si possano mettere sullo stesso piano eventi di dimensioni completamente diverse» tuona Peterlana.

Il presidente Fipet ricorda i ripetuti interventi in Provincia e con il Consorzio dei Comuni già nella primavera del 2023 per arrivare ad una semplificazione della normativa e non mettere in difficoltà (oltre a sostenere costi aggiuntivi) i titolari dei pubblici esercizi. «In accordo con l’allora dirigente della polizia amministrativa Marzio Maccani avevamo stabilito che sarebbe bastata un’informativa senza una certificazione complicata e costosa. E su questa linea mi sembrava anche il Consorzio dei Comuni, ma vedo che le cose non sono cambiate. Torneremo alla carica: basta con questa follia tutta trentina» conclude Peterlana.

E di necessità di procedure più snelle parla Paolo Preschern, presidente di zona della Confesercenti di Rovereto: «Più volte abbiamo chiesto in Comune che ci sia un ufficio che semplifichi le procedure e dia tutte le informazioni necessarie per organizzare questi piccoli eventi. Non mi sembra che le promesse si siano tradotte in realtà. Troppi costi e troppa burocrazia fanno passare la voglia di organizzare eventi. E così addio città vivace ed accogliente...»

Come la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, la sanzione comminata al locale di recente inaugurazione per la mancanza della “Scia” (Segnalazione certificata di inizio attività) ha scatenato anche le reazioni dei rappresentanti di categoria a difese dei giovani imprenditori. Come l’Unione Commercio e Turismo.

«Il lavoro dei pubblici esercizi è diventato sempre più complicato dopo gli anni tremendi delle restrizioni legate al Covid, con l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, le difficoltà a reperire collaboratori per le nostre aziende. Le iniziative di intrattenimento musicale che molti di noi mettono in campo, sostenendo costi non irrilevanti, sono rivolte ad offrire momenti di svago e di ritrovo alla nostra clientela, ma la burocrazia rischia di farci affondare». A parlare è Ciro Di Vito, presidente dei pubblici esercizi della Vallagarina aderenti all’Unione Commercio e Turismo. «Ci fa arrabbiare - sottolinea Di Vito - leggere di nuove pesanti sanzioni comminate a colleghi che con coraggio e tanti sacrifici provano a valorizzare le proprie attività e, non dimentichiamolo mai, svolgono un importante ruolo sociale come presidio e vivacizzazione dei centri urbani che, laddove vengono a mancare pubblici esercizi e negozi, diventano zone poco attrattive ma anche poco sicure e gradatamente abbandonate dalla cittadinanza. Ecco perché chiediamo con forza una semplificazione delle procedure, e che l’attività di intrattenimento svolta nei nostri locali non necessiti di specifiche autorizzazioni, come già avviene per gli eventi organizzati all’interno dei locali con capienza ed afflusso non superiori a 100 persone e con superficie di somministrazione massima di 142,85 metri quadrati».

In merito all’ultimo caso, la multa allo Stappomatto di via Rialto, di Vito è chiaro: «Assurdo essere multati per un dj set per poche decine di persone, di mero accompagnamento, per allietare le serate dei nostri clienti. Rivendichiamo il nostro ruolo e la nostra correttezza, ma districarsi in questa giungla di norme, locali e nazionali, risulta oltremodo difficile e molti colleghi, per non rischiare sanzioni elevate e denunce penali, stanno rinunciando a queste iniziative con evidente danno per le nostre comunità e per l’attrattività dei nostri centri. È necessario intervenire con urgenza per semplificare il quadro normativo. Da parte nostra, come associazione maggiormente rappresentativa, siamo sempre a disposizione dei nostri associati per fornire il necessario supporto per espletare le procedure burocratiche».

«Questa problematica è oggetto di forte attenzione da parte della nostra associazione - così Marco Fontanari, presidente dell’Unione Commercio e Turismo di Rovereto e Vallagarina -, oltre a promuovere un serrato confronto con gli enti competenti per favorire una semplificazione delle procedure, a breve organizzeremo un apposito incontro con i nostri associati del settore della Vallagarina, nel quale illustreremo con precisione e nel dettaglio gli adempimenti necessari per organizzare piccoli trattenimenti musicali senza ballo in bar e ristoranti».

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