Divertimento / Il caso

Movida, ancora polemiche: i titolari dei locali Scaletta e Matrix contro il sindaco

Il primo cittadino ha imposto diverse restrizioni, dal divieto di somministrazione di alcolici in determinate fasce orarie all'adeguamento degli steward all'afflusso dei clienti. Nel mirino dei due imprenditori anche Confesercenti: “Tuona, ma non si è mai fatta vedere”

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TRENTO. Continua la polemica per l'ordinanza del sindaco Franco Ianeselli che da mercoledì ha imposto ai locali Matrix e Scaletta di Santa Maria Maddalena diverse restrizioni: dal divieto di somministrazione di alcolici in determinate fasce orarie all'adeguamento degli steward all'afflusso dei clienti. A dare avvio all'ordinanza del primo cittadino probabilmente la sentenza della Cassazione che, per il caso di Brescia, ha stabilito la responsabilità del Comune per l'assembramento sul suolo pubblico.

Un precedente "pericoloso" per il sindaco di Trento, dato anche l'atto di forza dal Comitato Antidegrado che vorrebbe dar conto di un'azione giudiziaria che costringa l'amministrazione a risarcire i residenti. Da qui l'avvio dell'ordinanza di Ianeselli a danno del Matrix e della Scaletta, a cui sono susseguite forti contraddittorietà, in particolare dal presidente dei pubblici esercizi di Confesercenti, Massimiliano Peterlana, che ha accusato il Comune di non aver convocato il sindacato di rappresentanza e l'organo di monitoraggio agendo in maniera "repressiva" e ingiustificata contro i due esercizi.

Forti le polemiche anche dal Comitato Antidegrado che attraverso le parole di Paola Lucin sottolinea come, dopo l'avvio dell'ordinanza, i locali chiudono sì in anticipo, ma che nonostante questo le persone rimangono in piazza fino a tarda notte. A rimetterci di più sono gli esercenti tra cui il titolare della Scaletta, Stefano Dorigatti (nella foto a sinistra, ndr).

«È senz'altro vero» ribadisce «che la gente sta in piazza fino alle due di notte nonostante l'ordinanza, ma non è certo compito nostro mandarli via. Noi chiudiamo regolarmente a mezzanotte e mezza. Io non ho niente contro il Comitato Antidegrado, ma se vogliono che la gente vada via dalla piazza che paghino loro degli addetti di controllo o in alternativa che mi paghino loro le due ore in più in cui gli steward controllano la zona».

Oltretutto, come ribadito già da Vladimir Xhilaga, gestore del Matrix, è assurdo che debbano essere gli esercenti a rivestire il ruolo di forze dell'ordine, a partire dal fatto che non potrebbero legalmente assumersi tale responsabilità. «I miei buttafuori» ribadisce Dorigatti «restano qui fino a mezzanotte e mezza, dopodiché basta, io non posso mandare via nessuno».

Posizione dura del titolare della Scaletta anche contro il sindaco che, riferisce, avrebbe provato a contattarlo telefonicamente diverse volte: «Sono semplicemente arrivato al limite. Se il sindaco vuole parlare con me che venga qui di persona vis a vis. Il telefono è solo da codardi. Io credo che ci sia tutta una questione politica dietro a questo, e se vuole farmi chiudere che abbia il coraggio di venire a dirmelo di persona».

Dorigatti è parimenti critico anche verso la Confesercenti la quale, nonostante si sia mossa contro l'amministrazione, dalla diserzione dell'organo di monitoraggio fino alla richiesta di accesso agli atti (promettendo un'eventuale richiesta di danni se, come probabile, siano insufficienti per giustificare l'ordinanza) non è mai andata personalmente a parlare con i gestori dei due esercizi: «Bisogna venire di persona per parlare di questioni importanti come questa. Possibile che la Confesercenti non abbia nemmeno un rappresentante che possa venire personalmente? Ancora una volta, l'unica persona corretta è stato il questore: il solo che quando c'è bisogno di parlare manda un addetto per convocarmi in ufficio di persona».

Una situazione al limite dell'inverosimile quindi per i due esercenti, la cui maggiore rabbia e delusione si muove contro il primo cittadino: «Com'è possibile» ribadisce ancora Dorigatti «che il sindaco si permetta di fare un'ordinanza del genere senza interrogare l'organo di monitoraggio o i consiglieri comunali?». «Cosa possiamo fare?» sbotta Xhilaga «Ribellarci? Andare avanti a multe e sanzioni? C'è un evidente accanimento nei confronti dei nostri due locali quando a poco meno di 50 metri ci sono altre attività che possono rimanere aperte fino alle due o tre di notte».

«Secondo me» si sbottona Dorigatti «si tratta di una questione tra me e il sindaco, che nulla ha a che vedere con il Matrix. Spero che tutto questo non sia davvero dovuto al fatto che in passato io abbia fatto guerra al suo partito a cui una volta ero iscritto».

Per il momento, lo ribadiscono, i due titolari continueranno a rispettare la nuova ordinanza, senza tuttavia assumersi alcuna responsabilità, che non gli compete, nei confronti della piazza una volta chiusi i locali. Nel frattempo, il sindaco, tra incudine e martello, dovrà giostrarsi tra la possibile richiesta danni per i titolari di Confesercenti e il rischio del risarcimento per i cittadini di Santa Maria Maddalena.

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