Sanità / Tribunale

Continua lo scontro legale fra le case di cura Eremo e Regina, vale 10 milioni di euro

Il contenzioso prosegue dal lontano 2009, con cinque sentenze diverse: ora la Cassazione rimanda tutto nuovamente alla Corte d’Appello di Trento, ma c’è un’altra causa per risarcimento danni

IL CASO Attende al pronto soccorso di Arco, poi si rivolge al privato 
APSS La ricostruzione della vicenda da parte dell'Azienda

di Roberto Vivaldelli

ARCO. Prosegue la battaglia legale tra le case di cura «Eremo» e «Regina» che va avanti a colpi di sentenze e ricorsi dal 2009. Con una sentenza pubblicata il 28 dicembre, la Corte Suprema di Cassazione, presieduta dalla giudice Rosa Maria Di Virgilio, ha accolto una delle motivazioni presentate da «Regina» contro «Eremo», rigettando il primo e il terzo motivo e dichiarando assorbiti i rimanenti, dichiarando «inammissibile il ricorso incidentale condizionato» e rinviando la causa alla Corte d'appello di Trento, «anche per la pronuncia sulle spese del giudizio di legittimità».

La vicenda, piuttosto intricata, risale a 15 anni fa. Era il 21 novembre 2009, infatti, quando Eremo chiedeva dinanzi al Tribunale di Rovereto di accertare la validità ed efficacia della scrittura privata sottoscritta tra le parti il 15 maggio 2006 nonché l'inadempimento da parte di Regina all'obbligo di rinunciare a 42 posti letto indicati (di cui 22 accreditati per pazienti infra-provinciali e 20 autorizzati), condizionatamente al pagamento di 160 mila euro.

Viceversa, Regina chiedeva il rigetto delle pretese di Eremo, chiedendo così l'annullamento di ciò che era pattuito nella scrittura privata, relativamente alla rinuncia dei posti letto accreditati e autorizzati.

L'obbligo di rinunciare ai posti letto da parte di Regina rappresentava la controprestazione della cessione del 50% delle quote di Regina adempiuto da Eremo. Dopo una prima sentenza del Tribunale di Rovereto (risalente al 2011), che aveva accolto la tesi di Regina e aveva annullato l'accordo stipulato tra le due società, limitatamente all'obbligazione assunta da Regina a rinunciare, in favore di Eremo, ai menzionati posti letto, si sono succedute una serie di sentenze (per la precisione due della Corte d'Appello di Trento, una del Tribunale di Rovereto e una della Cassazione) che hanno viceversa accolto le domande proposte da Eremo nei confronti di Regina.

In particolare, la Corte d'Appello aveva dichiarato l'inadempimento di Regina e aveva pronunciato una sentenza che confermava l'obbligo di rinuncia ai posti letto da parte di quest'ultima. Contro questa sentenza Regina ha proposto ricorso in Cassazione, sia riproponendo la tesi della inesistenza di un proprio inadempimento, sia sostenendo l'erroneità della sentenza della Corte d'Appello. La Cassazione, pur respingendo i motivi proposti da Regina nel merito, ha rinviato le parti davanti alla Corte d'Appello di Trento, la quale dovrà eventualmente stabilire a quale sanzione assoggettare Regina per l'inadempimento.

Ma la vicenda giudiziaria non è peraltro destinata a concludersi con il giudizio avanti alla Corte d'Appello. Quest'ultima, fa sapere l'amministratore delegato Sergio Fontana, ha infatti notificato a Regina una richiesta di risarcimento danni per quasi 10 milioni di euro e pende davanti al Tribunale di Trento una causa nella quale Eremo ha chiesto la revocatoria della scissione che Regina ha posto in essere trasferendo ad altra società tutto il proprio patrimonio.

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