Romeno, revocati i divieti di transito decisi per favorire i cacciatori

di Giorgia Cardini

Che fosse un’ordinanza singolare, era apparso chiaro fin dall’inizio. Ma se intorno all’atto firmato il 17 settembre dal sindaco di Romeno, Luca Fattor, non fosse stato sollevato il velo dall’Adige, quello che era dichiaratamente un favore ai cacciatori, non sarebbe sicuramente stato revocato. E invece.

Invece, il 6 novembre, la giunta comunale, all’unanimità, ha deciso di revocare la propria delibera 92 del 2 settembre, sfociata poi nell’ordinanza 62 dello stesso mese.

«Effettuata nuova valutazione dell’interesse pubblico generale e ritenuto la deliberazione adottata non totalmente rispondente alle ragioni di pubblico interesse originarie che si intendevano perseguire», si legge nella nuova delibera, si ritiene «conseguentemente opportuno procedere con la revoca della deliberazione citata e di dare disposizioni affinché si provveda anche alla revoca della ordinanza».
Che prevedeva la chiusura al transito (frontisti esclusi) di cinque strade agricole: a Romeno le strade agricole da Maso San Bartolomeo a località Pusciai e la Troz-Corzuel-Poz Cadin; nella frazione di Salter le strade agricole Rauti, del Tou (parziale) e Vier.

La decisione era stata assunta a seguito della richiesta trasmessa il 18 febbraio al Comune da Orestino Gabardi, rettore della sezione cacciatori di Romeno, composta da appena una decina di doppiette. Una richiesta, si leggeva nell’ordinanza, «collegata alle problematicità sorte relative all’esercizio della caccia in prossimità delle strade carrozzabili e alle difficoltà interpretative sulle condizioni di fatto necessarie affinché la strada possa definirsi carrozzabile». Così, «al fine di meglio far coincidere le esigenze dell’esercizio della caccia con quello della sicurezza al transito», si era deciso di vietare il transito sulle strade, di fatto consentendo ai ai cacciatori di ridurre la distanza di legge dalle stesse strade per l’esercizio dell’attività venatoria.

Nell’ordinanza, tra l’altro, non era indicata alcuna scadenza del divieto, cosa decisamente strana considerando che se la decisione era legata all’attività venatoria le limitazioni avrebbero dovuto coincidere con la stagione della caccia, che si apre a settembre e si chiude a dicembre. Inoltre, non era neppure indicato se il divieto di transito fosse solo per veicoli a motore, o fosse esteso anche a ciclisti e pedoni.
L’atto aveva suscitato l’indignazione dell’Associazione nazionale vittime della caccia onlus e il Servizio Autonomie locali della Provincia, interpellato dal nostro giornale, aveva rilevato che il sindaco può sempre assumere ordinanze per «ragioni di sicurezza, ma queste devono essere solide».

Evidentemente, nel rispetto delle prerogative e delle autonomie, al sindaco di Romeno è stato consigliato di ripensarci.

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