Si caccia: Romeno chiude cinque strade

di Giorgia Cardini

Strade chiuse per caccia. È un’ordinanza senza precedenti quella assunta dall’amministrazione comunale di Romeno, guidata dal sindaco Luca Fattor, che ha accolto una richiesta della locale sezione cacciatori.
L’ordinanza che vieta il transito dei veicoli (a parte quelli dei frontisti) su cinque strade agricole è stata sottoscritta il 17 settembre dal responsabile dei servizi tecnici del Comune, a seguito della richiesta trasmessa il 18 febbraio da Orestino Gabardi, rettore della sezione cacciatori di Romeno, composta da una decina di doppiette. Una richiesta, si legge nell’ordinanza, «collegata alle problematicità sorte relative all’esercizio della caccia in prossimità delle strade carrozzabili e alle difficoltà interpretative sulle condizioni di fatto necessarie affinché la strada possa definirsi carrozzabile».

Il 2 settembre la giunta comunale ha deciso di accogliere la domanda di Gabardi, «al fine di meglio far coincidere le esigenze dell’esercizio della caccia con quello della sicurezza al transito». In pratica, vietando il transito sulle strade, si consentirà ai cacciatori di ridurre la distanza di legge dalle stesse strade, che è di 50 metri minimi e di 100 metri da macchine agricole in funzione.

Ed ecco allora il divieto che riguarda cinque tracciati: a Romeno le strade agricole da Maso San Bartolomeo a località Pusciai e la Troz-Corzuel-Poz Cadin; nella frazione di Salter le strade agricole Rauti, del Tou (parziale) e Vier.
«La presente ordinanza è resa pubblica e diverrà operativa ed esecutiva non appena ultimata la posa della relativa e prescritta segnaletica stradale», viene scritto nel documento.

Ma nell’ordinanza non viene indicata alcuna scadenza del divieto di transito: se la decisione è legata all’attività venatoria, quanto meno dovrebbe coincidere con la stagione della caccia, che si apre a settembre e si chiude a dicembre. Inoltre, non è neppure indicato se il divieto di transito sia per veicoli a motore, o sia esteso anche a ciclisti e pedoni. E se la chiusura è stata decisa per dare ai cacciatori la possibilità di poter sparare anche in prossimità della strada, non è dato conoscere quali garanzie di sicurezza vi siano per gli autorizzati (i frontisti) e per chi magari si fa una semplice passeggiata.

Ma il sindaco Luca Fattor non trova nulla di strano, nell’ordinanza appena emessa dal suo Comune: «Quella è una zona in cui si esercita da sempre il diritto di caccia - spiega -. Il problema per i cacciatori è che se le strade sono transitabili ci sono limitazioni relative alle distanze che invece con il divieto di transito non ci sono. Tra l’altro si tratta di strade che finiscono nel bosco, sono marginali e lontane dal centro abitato. Così abbiamo deciso di andare incontro alle esigenze di dieci cacciatori, dopo esserci confrontati col Servizio Foreste e Fauna della Provincia sul concetto di strada carrozzabile».
Scusi, sindaco, ma il divieto di transito non è assoluto perché le strade resteranno aperte ai frontisti. Voi fate riferimento alla volontà di far coincidere le esigenze dei cacciatori con quelle della sicurezza. Ma che sicurezza c’è, così?
«Be’ se la strada è aperta ci sono più auto in transito; se possono accedervi solo i frontisti, ci sono meno problemi».
Ma se avete limitato il transito alle auto, perché non limitarlo ai pedoni? Loro potranno continuare a fare passeggiate «in sicurezza», con i cacciatori a pochi metri dalla strada?
«A piedi lì non passa quasi nessuno, quindi non abbiamo ritenuto di limitare il transito ai pedoni. E poi comunque non è che i cacciatori potranno sparare a frontisti o pedoni perché la strada è chiusa».
Ma qual è il limite temporale del divieto? Sull’ordinanza non è specificato.
«È un divieto annuale».
Perché? La caccia non è mica annuale.
«No, ha ragione, dura fino a dicembre. Non ci abbiamo pensato, magari correggeremo l’ordinanza».

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