Uso (e abuso) di pesticidi in campagna Ecco come saranno le nuove regole

di Domenico Sartori

Carta bianca alla polizia locale, per controllare e sanzionare chi sgarra nell’uso dei pesticidi. La delibera della Giunta provinciale che recepisce alcune delle richieste avanzate dai sindaci nella seduta del Consiglio delle autonomie di metà ottobre, è praticamente pronta. Sarà adottata dalla Giunta entro breve tempo. Realisticamente, sarà in gennaio. È la delibera che, in coerenza con le indicazioni del Pan (Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci), fissa le «misure per l’impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili».

LA PAROLA AI GIUDICI

La sensibilità, i disagi e i timori sono cresciuti tra la popolazione. E se non interviene la politica, fissando limiti adeguati, la parola passa ai giudici. È accaduto a Nave San Rocco, dove un frutticoltore, Ezio Damaggio, è stato denunciato per «getto di cose o sostanze pericolose». Aveva irrorato nei pressi della scuola materna e una mamma lo aveva portato davanti al tribunale di Trento che, nei giorni scorsi, lo ha però assolto perché il fatto non sussiste. Prima ancora, ha fatto notizia la sentenza del tribunale di Pistoia, dove un cittadino ha denunciato una cantina, vincendo la causa: grazie alle prove peritali, il tribunale ha stabilito che le aziende agricole che si avvalgono di sostanze di sintesi non possono contaminare i vicini e che qualsiasi trattamento, antiparassitario, erbicida o funghicida, debba essere fatto lontano dai confini. Una sentenza «pilota» che riconosce il diritto all’assenza di contaminazione.

DISTANZE, CONTROLLI E SANZIONI

Accogliendo la richiesta dei sindaci, è stata soppressa la distanza zero originiariamente prevista: diventerà praticamente impossibile effettuare trattamenti fino al confine della proprietà agricola. Per farlo, sarà necessaria «l’assenza di deriva naturale». La distanza minima reale per qualunque irrorazione (anche per quelle con prodotti definiti «non tossici», in tunnel, con lance azionate a mano e atomizzatori adeguati) sarà di 5 metri, di 10 metri per i prodotti tossici e molto tossici, di 30 per trattamenti nei pressi di scuole, ospedali, parchi.
Più di un sindaco ha posto il problema dei controlli, della loro efficacia: in molti comuni non ci sono i vigili, e i controlli in certi orari sono oggettivamente irrealizzabili. Ad ogni modo, in attesa della delibera sulle distanze, per i controlli la Giunta provinciale ha deciso di intervenire già con la Finanziaria in discussione, prevedendo: controlli affidati alla polizia locale; sanzioni ridotte rispetto alla prima ipotesi, da un minimo di 500 a ad un massimo di 5 mila euro (non più 20 mila); che le sanzioni saranno incamerate dai Comuni, che le utilizzeranno per la formazione del personale; da gennaio, l’attivazione di corsi di preparazione per gli agenti di polizia locale, che saranno chiamati a sanzionare i comportamenti scorretti.

IN NOTTURNA LUNGO LE CICLABILI

Ma chi controllerà nelle fasce orarie notturne? «Di fatto, il problema è quello delle piste ciclabili» spiega Fabrizio Dagostin, dirigente del Servizio agricoltura della Provincia «lungo le quali è possibile irrorare solo dalle 22 alle 6 del mattino. Chi “tratta” fuori orario, è di per sé sanzionabile». La polizia locale non sarà sola. Anche agenti della Forestale e carabinieri potranno intervenire: sarà definito un regolamento puntuale che stabilisce quali sono i comportamenti scorretti, le relative sanzioni e chi è deputato a controllare e «multare».

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