Clima / Transizione

Ok finale alla direttiva sulle case non inquinanti, solo Italia e Ungheria votano contro

Nell'ultimo passaggio al Consiglio Ue Ecofin sulle norme per superare dal 20240 i combustibili fossili, astenute Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia. Favorevoli tutti gli altri Paesi

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BRUXELLES. Via libera dagli Stati membri Ue alla nuova direttiva sulle case green. I ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato questa mattina l'accordo raggiunto con l'Eurocamera a dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell'Ue a emissioni zero entro il 2050. I governi di destra di Italia e Ungheria hanno votato contro l'intesa, mentre Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.

Ma ecco che cosa prevede la dibattuta svolta dell'Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati.

Una direttiva dai vincoli più soft rispetto alla prima proposta di legge presentata da Bruxelles, che concede maggiore flessibilità ai Ventisette per le ristrutturazioni ma che ugualmente viene osteggiata dalla maggioranza di destra al governo in Italia.

* EDIFICI NUOVI - Dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli di proprietà pubblica la scadenza è fissata al 2028.

* RISTRUTTURAZIONI - Abbandonata l'idea delle classi energetiche armonizzate, almeno il 16% - rispetto al 2020 - degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Una promozione che richiede interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari.

* PANNELLI SOLARI - L'obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dovranno inoltre essere attuate strategie, politiche e misure nazionali per dotare di impianti solari gli edifici residenziali.

* CALDAIE A GAS - I Paesi avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Previsti anche incentivi per incoraggiare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.

* FLESSIBILITA' - Le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell'obiettivo di efficienza.

* ESENZIONI - I governi potranno esentare gli edifici storici e agricoli, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente.

* ENTRATA IN VIGORE - L'accordo dovrà ora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrare in vigore venti giorni più tardi.

* PIANI NAZIONALI - I Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi presentando a Bruxelles le loro tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi di effiencientamento.

* INVESTIMENTI - La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all'anno in più rispetto alle risorse attuali. Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi potranno attingere ai fondi Ue per sostenere la svolta: tra questi, il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.

Con Case green si stimano lavori per 270 miliardi 

In pochi anni tra 5,5 e 7,6 milioni di edifici tra privati pubblici che sono in condizioni energetiche scadenti dovranno essere riqualificati in Italia.

Oscillano le stime fornite da Fillea Cgil e Unimpresa per gli immobili nelle classi più basse (F e G), all'indomani del via libera alla Direttiva europea sulle case green che punta a ridurre le emissioni di gas serra e il consumo di energia per portare il settore a zero emissioni al 2050. Unimpresa valuta che la spesa per ristrutturare tre abitazioni su cinque è di 270 miliardi. E' un intervento che "va valutato con molta cautela - avverte il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto - perché alcuni step di vincolo al 2030 e al 2040 sono di difficile raggiungimento per il nostro paese, con immobili datati e per la proprietà diffusa".

Bisognerà quindi fare "una scala di priorità degli interventi che vanno dalle pompe di calore al doppio vetro e con una programmazione" ha aggiunto il ministro sottolineando che la direttiva "è un vincolo di Stato, non per i singoli".

E lo Stato avrà due anni di tempo. La direttiva "non pone obblighi diretti per i proprietari", rivendica Confedilizia chiedendo al governo che nella prossima legislatura europea si migliori il testo. Il Codacons calcola che gli interventi di riqualificazione energetica hanno un costo medio tra 35mila e 60mila euro ad abitazione; solo per la sostituzione della caldaia con una di nuova generazione la spesa può arrivare a 16mila euro. Il sindacato degli inquilini Sunia osserva che "non sarà un'operazione indolore per migliaia di famiglie, in gran parte con redditi non adeguati. Per questo chiede di "attivare vere politiche di sostegno soprattutto per le famiglie meno abbienti e verso gli Enti che gestiscono i patrimoni di edilizia residenziale in locazione".

Il dg dell'Abi Giovanni Sabatini ritiene "fondamentale che la regolamentazione agevoli la tipologia di mutui verdi", finalizzati all'acquisto di abitazioni con elevate prestazioni energetiche o alla riqualificazione energetica degli immobili di proprietà e chiede che siano resi pubblici i dati sulla classe degli edifici. Critiche alla direttiva sono arrivate, tra le altre, dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana secondo cui "è una follia inaccettabile, soprattutto che non si tenga conto della realtà dei diversi Paesi e della realtà sociale" visto che "una gran parte della nostra società non può rispettare questi termini".

La Regione Lombardia nel 2023 "ha investito 12 milioni di euro per consentire a oltre 3.000 famiglie di sostituire gli impianti termici più inquinanti" ha spiegato l'assessore all'Ambiente Giorgio Maione rilevando che alla luce del successo "nel 2024 raddoppiano la cifra". Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, assicura l'impegno per "non impattare sulle tasche degli italiani", criticando la direttiva come un "testo che ricalca le follie estreme d'impronta ambientalista, regalo di addio del commissario olandese, Frans Timmermans". Per il leader di Azione Carlo Calenda è "l'ennesima direttiva impraticabile che comporterebbe una spesa di quasi 600 miliardi da qui al 2030 (circa 86 miliardi all'anno). Quasi fosse un Superbonus mascherato".

A proposito di Superbonus, supera i 114,43 miliardi la spesa complessiva a carico dello Stato per le detrazioni maturate per i lavori conclusi a febbraio con gli incentivi. A fine febbraio erano stati ammessi a detrazione lavori per 104,455 miliardi circa; in totale hanno riguardato 480.815 edifici. Plaude invece alla direttiva Patrizia Toia, europarlamentare del Pd, secondo cui i vantaggi saranno su bollette, salute e sul conto che paghiamo importando gas oltre al rilancio per l'edilizia e tutto l'artigianato. Per la co-portavoce dei giovani Verdi europei Benedetta Scuderi, la direttiva avvia "una stagione di transizione ecologica giusta a partire dalle case".

Per Assoimmobiliare "la transizione green del patrimonio immobiliare è un percorso ineludibile che va affrontato con soluzioni di lungo periodo e una politica industriale organica per tutta la filiera".

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