Numeri / L'analisi

L'anno scorso economia trentina salvata dal superbonus edilizio, rischio stagnazione

Nell'ultimo trimestre del 2023, senza il booster del settore delle costruzioni, il Pil avrebbe segnato un lieve arretramento. I dati disegnano un quadro a tinte fosche anche per il 2024. Il vicepresidente della Camera di commercio Luca Rigotti: «L'incertezza la fa da padrona in questa fase»

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di Daniele Battistel

TRENTO. Sembra un paradosso, e invece si dimostra la verità: è il mattone a tenere a galla l'economia trentina. Nell'ultimo trimestre del 2023 (ottobre - dicembre), senza il booster del settore delle costruzioni - che ha fatturato di tutto e di più per rientrare nel termine massimo del 31/12 per godere del Superbonus 110% - l'economia trentina sarebbe in stagnazione. Ovvero con un calo di qualche decimale oltre lo zero.

La preoccupazione. I dati sulla congiuntura di fine anno sono stati presentati l'altroieri in Camera di commercio e disegnano un quadro a tinte fosche anche per il 2024. «L'incertezza la fa da padrona in questa fase» è il pensiero del vicepresidente della Camera Luca Rigotti.

«Dopo un inizio molto buono, nel corso del 2023 l'economia trentina, al pari di quella nazionale ed europea, ha visto man mano rallentare la propria spinta specialmente nei settori più esposti alle dinamiche dei mercati internazionali».

Tra le cause della contrazion, Rigotti ricorda il contesto geopolitico con due guerre ai margini dell'Europa e le difficoltà dei trasporti nel Canale di Suez, ma anche gli alti tassi di interesse «che erodono margini alle imprese e potere d'acquisto dei consumatori». «Se la Banca centrale europea non provvederà ad un taglio rischiamo che il 2024 sia un anno difficile per l'economia».

I dati. Dall'indagine dell'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, negli ultimi tre mesi del 2023 il fatturato delle imprese trentine è cresciuto del 5,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Attenzione, però. Secondo le stime dei tecnici camerali l'exploit dipende in maniera quasi unica dall'exploit dell'edilizia, e in particolare dall'urgenza di terminare i lavori e staccare le relative fatture entro il 31 dicembre per poter beneficiare ancora del Superbonus 110%.

Il fatturato del settore aumenta, infatti, del 41,4% rispetto al corrispondente periodo del 2022, mentre il valore della produzione sale del 24,6 per cento. Insomma, nelle ultime settimane del 2023 le imprese edili sono state impegnate sì ad applicare cappotti isolanti agli edifici, ma ancora di più a staccare fatture e ricevute.

La domanda allora è questa: cosa succederà nei prossimi mesi quando, per forza di cose, la spinta delle costruzioni sarà in calando? Non si prospetta nulla di buono perché come dicono i dati della Camera di commercio, già a fine 2023, al netto dell'edilizia, l'economia trentina avrebbe fatto qualche infinitesimale passetto indietro.

A subire i maggiori contraccolpi sono stati i settori più legati alla domanda e ai mercati internazionali (-6,1%) come il manifatturiero, in contrazione del 6,2%, e il commercio all'ingresso, -0,6%. Tengono, invece, i comparti che più dipendono dalla domanda locale, che di per sè è aumentata del 15 per cento. Bene, dunque, il commercio al dettaglio (+8,3%) e i servizi alle imprese (+4,3%). Le prospettive.Non sono buone.

Lo testimonia il calo degli ordinativi che prefigura quale sono i pensieri delle imprese sul lavoro dei prossimi mesi. In generale gli ordinativi calano di ben il 9 per cento, rispecchiando anche in questo caso le aspettative sui vari comparti: -24,8 per cento per il manifatturiero e -4,4 per l'ingrosso. Bene, invece, l'edilizia, con una crescita del 15,5%, con una domanda trascinata soprattutto dalle grandi imprese.

L'occupazione. La contrazione degli ordinativi causerà il calo delle commesse e, di conseguenza, quello del lavoro. Anzi, già adesso, per la prima dopo il Covid, si è materializzata una lieve contrazione (-0,4%), con segnali di calo che giungono in particolare dal settore delle costruzioni (-2,1%) e dai servizi alle imprese (-1,1%). «Andamento dell'occupazione e persistente calo degli ordinativi non lasciano intravvedere significativi segnali di svolta a breve» il commento di Rigotti.

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