Sanità / Il caso

Presunti maltrattamenti all'ospedale Santa Chiara: Liliana Mereu respinge ogni accusa

Oggi, lunedì 18 febbraio, in aula all'udienza preliminare a porte chiuse, è stata ascoltata la professionista che nel reparto di ginecologia ricopriva il ruolo di vice dell'allora primario Saverio Tateo, presente in aula ma che sarà in audizione il prossimo 19 aprile

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TRENTO. Oggi, è stata sentita, davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Tamburrino, la dottoressa Liliana Mereu, che era la vice dell'allora primario Saverio Tateo: entrambi sono coinvolti nell'inchiesta sui presunti maltrattamenti nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento.

Nel corso dell'udienza preliminare, avvenuta in tribunale a porte chiuse, Liliana Mereu ha respinto tutte le accuse.

La ex numero due del reparto trentino ha dunque negato recisamente che vi siano stati maltrattamenti verso il personale e ha difeso la correttezza della propria condotta. Si è entrati anche nel merito di diversi punti contenuti nelle testimonianze del dossier accusatorio, tutti contestati, entrando nel merito, da parte della Mereu.

Oggi, in aula c'erano entrambi gli accusati, ma Saverio Tateo sarà ascoltato il prossimo 19 aprile.

Le accuse sui presunti maltrattamenti sono contenute nei documenti dell'inchiesta che era stata avviata poco dopo la scomparsa della giovane ginecologa Sara Pedri.

Le indagini, come detto, prendono le mosse dalla sparizione della dottoressa Sara Pedri, della quale si persero le tracce giovedì 4 marzo 2021. La sua auto fu trovata parcheggiata vicino al lago di Santa Giustina e per molti mesi proseguirono, invano, le ricerche della salma, sulla scorta dell'ipotesi che la giovane si fosse suicidata.

Nella scorsa udienza la difesa di Mereu e Tateo aveva presentato una lunga perizia sulla dottoressa scomparsa.

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