Lupi, Fugatti soddisfatto per il via libera all’abbattimento. Gli animalisti: «Gravissimo»
Il presidente della Provincia di Trento: «L’alpeggio in quota va preservato con ogni mezzo: gli allevatori sono i custodi dei pascoli e la loro attività impreziosisce il territorio». I contrari: «Un provvedimento spietato che non risolve le predazioni. Servono misure di prevenzione integrate»
TAR Abbattimento lupi, respinte le richieste di sospensione dell'ordinanza
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TRENTO. «Il Tribunale amministrativo ha definito intrinsecamente legittima l'iniziativa della nostra amministrazione che, per la prima volta in Italia e con l'avvallo di Ispra, intende rimuovere due lupi per dissuadere il resto del branco dal compiere nuove predazioni» ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dopo la decisione del Tar che ha respinto le richieste di sospensione cautelare del decreto di abbattimento di due esemplari di lupo che appartengono al branco responsabile delle predazioni a malga Boldera, nel comune di Ala.
«La tradizionale attività di alpeggio degli animali in quota va preservata con ogni mezzo: gli allevatori sono i custodi dei pascoli e la loro attività impreziosisce il nostro territorio», aggiunge Fugatti. Il Corpo forestale trentino, annuncia una nota, proseguirà la propria attività di presidio e interverrà per abbattere i due esemplari qualora il branco dovesse avvicinarsi alla malga. Sono escluse le misure alternative all'abbattimento, considerando la cattura con lacci e narcosi difficilmente realizzabile. L'incidente cautelare in camera di consiglio è in calendario il prossimo 14 settembre, ma qualora nel frattempo gli abbattimenti venissero realizzati, cesserebbe la materia del contendere.
Nettamente opposto il parere degli animalisti. «Dopo cinquant'anni, in Italia potrebbero essere uccisi dei lupi. Siamo preoccupatissimi per le conseguenze della sentenza con cui il Tar di Trento ha rigettato in sede monocratica la nostra richiesta di sospendere il decreto ammazza-lupi di Fugatti». Lo dichiarano Enpa, Leidaa e Oipa, secondo cui il pronunciamento del Tar lascia senza risposta diversi aspetti sollevati dal ricorso.
«È una decisione politica, quella assunta dal presidente della Provincia autonoma di Trento, di una gravità inaudita. Un provvedimento spietato, crudele e, come noto, del tutto inutile, poiché non risolverà in alcun modo la questione delle predazioni. Infatti, l'unico strumento scientificamente idoneo a evitarle è il ricorso alle misure di prevenzione integrate». Le tre associazioni sono determinate a proseguire la battaglia legale. Il decreto monocratico del presidente del Tar non è impugnabile, pertanto dovranno aspettare il pronunciamento in sede collegiale.