Animali / Politica

Fugatti ordina: abbattere due lupi. Nel mirino gli autori delle predazioni a Malga Boldera

Sarà il primo caso in Italia. Nella zona in due mesi sono stati predati dai lupi 16 bovini e 2 asini. Numeri che hanno indotto Fugatti a ordinare l'abbattimento, affidato al Corpo Forestale

ROSSI "Giusta la decisione di Fugatti"

TRENTO. Sarà il primo caso di lupi abbattuti in Trentino e in Italia. E c'è il benestare di Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Il decreto 41 firmato il 24 luglio dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, segna una svolta nella gestione dei grandi carnivori. Il decreto autorizza «la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo (Canis Lupus) nella zona di Malga Boldera (Sega di Ala) il cui alpeggio ricade nella parte trentina dei Monti Lessini.

Perché l'abbattimento e non la cattura, seguita da captivazione permanente? «La cattura di due esemplari di lupo tecnicamente potrebbe essere realizzata tramite il posizionamento di lacci oppure tramite telenarcosi in free ranging» si legge nel decreto «ma tali modalità non possono essere applicate nel contesto spaziale in parola e in tempi ragionevoli, vista la difficoltà tecnica oggettiva della messa in atto di tali metodi di cattura e la loro aleatorietà, oltre il fatto che il prelievo tramite cattura non avrebbe quell'effetto di condizionamento sui lupi rimanenti nel branco, mancando il nesso temporale e causale diretto tra l'attività di predazione sul bestiame e la rimozione contestuale del lupo che la pratica».

E qui c'è «urgenza di intervenire per arginare il ripetersi dei danni».

Malga Boldera quest'anno è caricata con 64 vitelle e 2 asini (considerati utili per la protezione del bestiame). Ha una superficie a pascolo di 64 ettari, è di proprietà del Comune di Ala e gestita dalla locale Società allevatori. Ed è diventata l'emblema dell'intelligenza del lupo.

Qui gli allevatori hanno realizzato un recinto a regola d'arte, di circa 3 km di perimetro, anche in funzione anti orso, alto fino a un metro e 70, con sette fili elettrificati ad alto voltaggio. Eppure il lupo ha capito come superarlo indenne. Il risultato è nei numeri delle predazioni rilevati dal Corpo forestale trentino: 2 asini il 3 giugno, 2 vitelle il 7 giugno, 4 vitelle il 12 giugno, 2 vitelle il 16 giugno, 5 vitelle il 28 giugno, E, poi, un'ulteriore predazione a danno di 3 vitelle il 22 luglio.

Il rapporto grandi carnivori 2022 indica 53 bovini predati da lupo in un anno in Trentino. Qui a Malga Boldera ne sono stati predati 16 (più 2 asini) in meno di due mesi.

E questa concentrazione delle predazioni da lupo, «anomala rispetto al restante territorio alpino in cui l'incidenza della predazione del lupo sul bestiame bovino è quasi trascurabile», è uno degli elementi che ha portato al parere favorevole di Ispra, trasmesso il 17 luglio.

La recinzione è stata allestita nel biennio 2018-2019, e fino a quest'anno ha fatto il suo dovere. Fino a quando i lupi hanno perfezionato la tecnica di incursione. Le conseguenze negative possono portare ad una perdita economica diretta (il valore del bestiame predato) e indiretta: «la ragionevole previsione dell'abbandono dell'attività di alpeggio».

Ed il rapporto grandi carnivori 2022 segnala la presenza in Trentino di 29 branchi. Inoltre, lo stato di conservazione della specie Canis Lupus in Italia è definito «in miglioramento» dal Ministero dell'ambiente.

Ecco allora il parere di Ispra sulla rimozione dei due esemplari: «Non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto Adige».

E ciò anche alla luce delle «analisi condotte nell'ambito dello studio sperimentare di Ispra e del Muse in corso di completamento». Ispra evidenzia inoltre, a giustificazione della deroga al divieto di rimozione (direttiva 92/43/CEE), come a Malga Boldera siano state applicata «misure di prevenzione a livello accettabile e che i lupi sono riusciti comunque, in alcuni casi, a penetrare».

La forestale è intervenuta anche con i cani da guardiania, per pattugliare e "bonificare" l'area. Tutto inutile.

Per Ispra, ancora, il prelievo di massimo 2 lupi del branco gravitante nell'area di Malga Boldera è coerente sia con la legge provinciale 9/2018 (giunta Rossi), sia con la direttiva Habitat. Il via libera di Ispra, però, valuta il contesto, cioè che «nel cluster considerato sono presenti 12 malghe, di cui (nel biennio 2022-2021) 4 dotate di misure di prevenzione», e che Malga Boldera è un pascolo alpino privo di un'unità abitativa, non prevedendo la presenta stabile di un pastore.

Anche per tale ragione, il «sì» a questo primo caso di rimozione di lupi in Italia, finalizzato a mitigare gli impatti dei predatori sugli allevamenti, ha carattere sperimentale. In concreto, Ispra ha dato l'ok ma ha contestualmente chiesto che la Provincia valuti possibili azioni di miglioramento delle condizioni di protezione del bestiame alla Malga Bondera e sia incentivata «l'adozione di misure di prevenzione da parte delle altre aziende presenti nell'area».

Entro tre mesi dall'abbattimento, la Provincia dovrà «produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione attivabili nella Malga Boldera». Ad Ispra, trattandosi di una prima autorizzazione alla rimozione, preme «raccogliere informazioni, in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie».

Il decreto dispone che l'abbattimento, da attuare subito, avvenga «con modalità tali da perseguire anche il condizionamento negativo nei confronti di altri eventuali lupi». L'incarico è affidato al Corpo forestale della Provincia.

La caccia ai due lupi è aperta.

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