Sanità / L’emergenza

Case di Riposo, a rischio 700 posti letto: fuga degli infermieri e limiti alla gestione dei farmaci

La presidente di Upipa, Michela Chiogna, ha inviato una lettera all’assessora Stefania Segnana e al presidente della Provincia Maurizio Fugatti per un incontro urgente. L’Apss ha iniziato il reclutamento del personale vincitore del maxi-concorso. Più di 70 professionisti però potrebbero lasciare

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di Patrizia Todesco

TRENTO. La tenuta delle Apsp è a rischio per una doppia emergenza. Da una parte i circa 70 infermieri che hanno partecipato al maxi concorso dell'Azienda sanitaria e che sono pronti a lasciare le strutture degli anziani per andare a lavorare negli ospedali o negli ambulatori dell'Apss. A questo si aggiunge il fatto che, proprio per far fronte ai problemi di personale, diverse Apsp si erano organizzate per preparare i kit dei farmaci per gli ospiti con una costosa macchina (è il caso di 5 strutture) o con una convenzione con una farmacia che preparava loro i sacchettini di farmaci per i vari pazienti.

La Provincia Autonoma di Trento ha stoppato entrambe le modalità, stroncando la seconda e richiedendo per la prima l'affidamento di un incarico a un libero professionale farmacista che dovrà essere referente responsabile della validazione della procedura di allestimento e somministrazione dei farmaci monodose all'interno del sistema automatizzato di preparazione della terapia presente. Non sarà quindi più possibile che a fare tutto sia la macchina programmata con le varie prescrizioni ma non sempre precisissima, ma ci vorrà anche l'ok del farmacista che però non sarà facile da trovare.

Dunque due problemi che nel giro di poche settimane potrebbero mettere in crisi il sistema dell'assistenza e dell'ospitalità degli anziani in Trentino. Considerato che in media un infermiere «copre» 10 posti letto, a rischio ce ne sono almeno 700 su un totale di 4.500. Per questo nei giorni scorsi la presidente di Upipa, Michela Chiogna, che nelle scorse settimane aveva già sollecitato una riunione con l'assessora Stefania Segnana senza ricevere risposta, ha inviato una nuova lettera dai toni durissimi per un incontro urgente.

All'ordine del giorno proprio le regole per l'utilizzo della gestione automatizzata dei farmaci e il concomitante avvio del reclutamento di infermieri da parte dell'Apss sulla base dei risultati dell'ultimo concorso. In merito alle limitazioni all'utilizzo della macchina per la preparazione dei farmaci acquistata da cinque Apsp (si tratta di un apparecchio che sblistera le pastiglie e le divide per paziente creando dei kit personalizzati, ndr) e della convenzione con la farmacia di Arco (che effettua praticamente lo stesso servizio della macchina per alcune Apsp) la presidente ha spiegato che «ad oggi numerose strutture sono al limite del parametro infermieristico e hanno sopperito alla fuga del proprio personale verso Apss con l'assunzione di infermieri stranieri o con l'attivazione di convenzione con infermieri libero professionisti».

«Situazioni che entrambe non favoriscono la gestione in sicurezza delle terapie direttamente ed in forma autonoma da parte dei professionisti per la scarsa conoscenza della lingua da una parte e per l'eccessiva rotazione e la scarsa conoscenza dei residenti dell'altra. Inoltre i tempi di lavoro sono molto tirati per tutti e la stanchezza aumenta la probabilità di errore». Una situazione decisamente critica e preoccupante - quella descritta dalla presidente Chiogna - che sottolinea anche il fatto che la "fuga" di professionisti verso le Apss rischia di mettere in ginocchio organizzazioni già al limite che vendono dimezzato il personale infermieristico a disposizione.

«A questo si aggiunge l'intimazione da parte del dipartimento a dismettere entro luglio i sistemi di gestione esternalizzata dei farmaci rivolta alle strutture che ne hanno usufruito già dal periodo pandemico per fronteggiare la carenza di personale e migliorare la sicurezza dei processi». Su questo punto, però il dipartimento guidato dal dottor Giancarlo Ruscitti, non sembra intenzionato a fare passi indietro e ha ribadito che quello viene fatto all'interno delle Apsp con la macchina è una procedura riservata alla produzione del farmaco e quindi deve essere compiuta da un certo tipo di personale.

Per questo le Apsp di Borgo Chiese, Cles, Mori, Pergine Valsugana e Rovereto (Vannetti) hanno stipulato una convenzione per trovare il farmacista a cui affidare l'incarico di validare la procedura. «A fronte di tale situazione - avverte la presidente Chiogna - prima di adottare ulteriori iniziative a tutela degli enti soci, si richiede un confronto urgente, anche in meet, onde condividere la valutazione ed individuare le idonee strategie per proteggerla in forma collaborativa, con l'assunzione di responsabilità politica nel regolare tale fase estremamente delicata per il settore socio sanitario».

Del resto che il maxi concorso in Azienda avrebbe lasciato scoperte molte strutture per anziani non era difficile da prevedere. Certamente si sono soddisfatte le esigenze degli ospedali e del territorio, ma non quelle degli anziani ospiti.

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