Giustizia / Il caso

Verso una maratona estiva per il processo "Perfido", chiusa la fase istruttoria

Attesa per le richieste dei pm per i 10 imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato. L'indagine era nata sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nell'economia trentina. L'operazione dei carabinieri nel 2020 aveva portato all'esecuzione di 19 misure cautelari per associazione mafiosa

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TRENTO. Il processo Perfido, per i dieci imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato, si concluderà al termine di una maratona estiva, Questa è l'intenzione della Corte d'Assise, con un calendario già fissato fino a fine luglio.

La prossima settimana la parola passerà ai pubblici ministeri Maria Colpani, Licia Scagliarini e Davide Ognibene per le conclusioni.

Con l'udienza dell'altroieri, iniziata pochi minuti dopo le 9 e terminata attorno alle 13, si è infatti chiusa la fase istruttoria: il commercialista romano Federico Cipolloni, 41 anni, che aveva contatti di lavoro con Domenico Morello (l'imprenditore condannato in primo grado a 10 anni), ha rinunciato all'esame, mentre in aula sono stati sentiti a spontanee dichiarazioni Antonino Quattrone e Pietro Battaglia, ex consigliere comunale di Lona Lases e membro di Asuc.

Sia Quattrone che Battaglia nelle udienze precedenti avevano rinunciato all'esame.

Cipolloni, inoltre, ha chiesto il patteggiamento, come già gli imputati Giovanni Alampi e Vincenzo Vozzo.

Verrà invece giudicato con rito ordinario, ossia con un dibattimento pubblico, Innocenzio Macheda considerato capo della "locale" della 'ndrangheta in Trentino.

L'operazione Perfido dei carabinieri del Ros nell'ottobre 2020 aveva portato all'esecuzione di 19 misure cautelari per associazione mafiosa.

L'indagine era nata sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nell'economia trentina, a partire dal settore del porfido. In val di Cembra, secondo gli inquirenti, avrebbe messo radici una locale della criminalità organizzata calabrese.

Alcuni imputati devono anche rispondere di detenzione illegale di armi, minacce, voto di scambio, ossia reati fine.

Sono nove le parti civili: Provincia di Trento, Comune di Lona Lases, sindacati Fillea Cgil e Filca Cisl, Libera, Altrotrentino e tre lavoratori del porfido di origine cinese, con la Presidenza del Consiglio dei ministri (assieme ai ministeri dell'Interno e della Difesa) e l'associazione Arci del Trentino che si sono aggiunte in un secondo momento e unicamente sui reati fine.

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