Infanzia / Lo scontro

Quasi mille insegnanti firmano contro le materne aperte anche a luglio in Trentino

Per i sottoscrittori la soluzione attuata dall'assessore provinciale Mirko Bisesti non punta a una scuola di qualità: non è vero che i genitori chiedono la scuola aperta a luglio, è chi ne capisce che decide come rispondere ai bisogni dei bambini e della società

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TRENTO. Quasi mille insegnanti delle scuole dell'infanzia federate e provinciali di tutto il Trentino (960 per la precisione) hanno firmato l'ennesimo accorato appello contro l'apertura delle materne a luglio.

Dopo manifestazioni in piazza, tantissime lettere inviate anche al nostro giornale, prese di posizione di singoli e di gruppo, le insegnanti tornano a dire la loro chiedendo una scuola di qualità, slegata da scelte dettate dal numero di "like" o dal consenso elettorale.

Nessun attacco diretto. La lettera non è esplicitamente inviata all'assessore Mirko Bisesti, ma inizia con "caro politico ti scrivo» per poi arrivare a chiedere: «Hai almeno una visione della scuola del futuro? Quando dici che i genitori chiedono la scuola aperta a luglio, sai di mentire o sei in malafede. Ogni scolaretto sa che l'organizzazione-scuola, che la pedagogia e la didattica della scuola tiene conto delle esigenze di tutti, ma è chi ne capisce che decide come rispondere ai bisogni dei bambini e della società. Hai l'evidenza di un 46 per cento delle famiglie che hanno bisogno di servizi educativi o conciliativi e tu, ai tuoi funzionari fai disfare una scuola intera per dimostrare che "intanto faccio qualcosa"».

L'accusa che viene fatta "al politico" è quella di dividere il mondo della scuola, ma anche di "costruire un Trentino miope, altro che lungimirante".

«Le ricerche ci dicono che sono in aumento i disturbi emotivi e di regolazione, i disturbi mentali in adolescenti, studenti ed adulti. E il Trentino come risponde? Non occupandosi della qualità della scuola, della qualità dei lavoratori, anzi, mettendo i tasselli giusti per un futuro in declino. Declino - accusano gli insegnanti - perché mancano e mancheranno risorse di qualità, perché già si vedono gli effetti di cosa vuol dire "una scuola a domanda", dove le diverse famiglie pongono le più disparate richieste, viene indebolito il ruolo dell'insegnante come sostegno competente ed in prima linea; anche l'insegnante diventa un esecutore non interpellato, non partecipe della propria organizzazione».

Il fatto che chi, in prima persona, lavora ogni giorno a stretto contatto con i bambini, conoscendone esigenze e bisogni, non sia stato ascoltato, è un atteggiamento che le maestre contestano duramente.

«Caro politico, hai capito che la scuola si costruisce nella collaborazione tra insegnanti, coordinamento pedagogico e amministrazione/gestione e tu lastai distruggendo? Centinaia, migliaia di insegnanti nei collegi docenti del Trentino vanno dicendo alla dirigenza che queste sono vie sbagliate e tu, perseveri nel dire "questo s'ha da fare", sottinteso è: "chissene" se la scuola perde forza, perde qualità, perde quella forza lavoro che con qualità supportai bambini e le bambine, sostiene i genitori. Caro politico, hai dimostrato coraggio in materia "Zero-sei", per l'avvio di nuovi servizi educativi, quando hai sospeso l'argomento perché il metodo che stavi percorrendo avrebbe portato a sfasciare tutti. Quindi il metodo non può che essere quello della partecipazione e del coinvolgimento degli addetti ai lavori, quello del coinvolgimento di altri settori (politiche welfare, sociali e del lavoro) per permettere ai genitori di stare con i loro bambini, oltre che di lavorare. É una soluzione ingannevole per tutti i cittadini, abbassare la qualità della scuola per rispondere alle complessità del nostro mondo... Cosa si deve inventare ... per continuare a sperare?».

Per le insegnanti, dunque, la novità di tenere aperte le scuole materne a luglio per rispondere ai bisogni delle famiglie è una soluzione semplicistica, che soddisfa nel breve periodo le esigenze dei genitori che lavorano, ma che rischia, nel lungo periodo di fare gravi danni. Parlano di "vaccino contro la superficialità", "di disconnessione tra parole e pensieri", di "fretta di trovare (finte) soluzioni immediate", e rivendicano invece una scuola di qualità, che miri in alto, che tenga in considerazione i bisogni dei bambini.

«Una scuola con educazione, istruzione e cura e non una scuola qualsiasi».

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