Val di Sole / Il caso

Fugatti: «Abbattere JJ4 al più presto, l'estate scorsa anche un violento falso attacco a un ciclista»

L'ordinanza firmata oggi contiene vari riferimenti al comportamento dell'orsa che ora viene cacciata nella zona del monte Peller, teatro della tragedia. Si cerca anche il maschio di 18 anni MJ5, condannato a morte. Dal fronte animalista si rinnova l'appello per azioni alternative e più investimenti per una migliore gestione del progetto Life Ursus

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L'ORSA JJ4 sul Peller, dall'attacco del 2020 alla tragedia di Caldes
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TRENTO. L'ordinanza firmata oggi dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per la rimozione, cioè all'abbattimento. dell'orsa JJ4, contiene anche una serie di informazioni sull'esemplare individuato dai test genetici come il responsabile dell'aggressione mortale al runner Andrea Papi, avvenuta una settimana fa nei boschi di Caldes, sul monte Peller, in val di Sole.

Si rivela, infatti, che "il 22 giugno 2022, JJ4 aveva effettuato un violento falso attacco nei confronti di un biker, fortunatamente senza gravi conseguenze".

Si precisa anche che viene esclusa la cattura e la temporanea reclusione dell'orsa: si intende procedere subito con l'abbattimento.

Un abbattimento definito senza alernative e da atturasi "nel minor tempo possibile".

Nel frattempo, si dispone "il monitoraggio intensivo dell'area ove si è verificato l'incidente fino alla rimozione definitiva del pericolo provocato da JJ4".

Nel testo si fa menzione anche di un altro episodio di cui la stessa JJ4 viene indicata come protagonista, dopo quello grave del 22 giugno 2020, quando sul Peller furono aggredite due persone, padre e figlio. Dopo, infatti, si legge nel documento, il 29 agosto 2020, vi fu un falso attacco ai danni di due forestali "che si trovavano a presidiare l'area del primo sinistro a fini di tutelare la pubblica sicurezza".

Ne segui, come si ricorderà , la vicenda giudiziaria, con i vari ricorsi e la sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2020 che mise almeno temporaneamente fine al cas, sottolineando fra l'altro che l'orsa stava andando in letargo e aveva i cuccioli. Ma questo non vuol dire che il caso non si sarebbe potuto riaprire successivamente.

Di protezione dei cittadini si parla nell'incipit dell'ordinanza firmata oggi e adottata, vi si legge, "al fine di assicurare la massima tutela dell'incolumità e della sicurezza pubblica, a fronte di un pericolo di danno grave, imminente ed irreparabile".

Nell'ordinanza si sottolinea anche la sostanziale inutilità dei radiocollari ai fini della prevenzione (fra l'altro al momento i pochi dispositivi presenti non mandano più segnali).

Fugatti ricorda che "a più riprese la Provincia ha chiesto ad Ispra di rivalutare la pericolosità dell'esemplare ai fini della sua rimozione senza risultato" e che dopo l'incidente mortale, "la pericolosità dell'orsa JJ4 è aumentata esponenzialmente in relazione alla possibilità che possa reiterare attacchi quali quello del 5 aprile

2023".

Da qui "la necessità di procedere in tempi brevi, sia per la vicinanza del pericolo a luoghi abitati, sia per l'approssimarsi della stagione turistica".

La operazione di rimozione, si spiega inoltre, sarà facilitata, dal punto di vista del riconoscimento dell'esemplare, dal fatto che JJ4 "è dotata di radiocollare e di marche auricolari, ben visibili per quanto non più funzionanti, e che pertanto non è necessario sottoporla a test genetici che ne confermino l'identità prima di procedere all'abbattimento".

A una settimana dal ritrovamento del corpo di Andrea Papi nei boschi del monte Peller, gli orsi a cui si sta dando la caccia in Trentino sono però due.

Oltre a JJ4, nel mirino della Provincia c'è MJ5, un orso di 18 anni per cui Fugatti ha chiesto l'abbattimento in seguito all'attacco ai danni di un escursionista in valle di Rabbi, avvenuto lo scorso 5 marzo.

Sebbene i due esemplari non siano ancora stati individuati, sono già in corso le operazioni di collocamento delle trappole a tubo, che consentiranno il prelievo e la successiva soppressione.

Rimane aperta la questione riguardante un terzo esemplare, M62, per cui è stata inviata richiesta di prelievo in quanto troppo confidente nei confronti dell'uomo. L'orso, che non ha mai aggredito nessuno ma è responsabile di diversi danneggiamenti, sta tenendo impegnata una squadra di operatori specializzati del Corpo forestale trentino in una complessa operazione di dissuasione.

Se per JJ4 la Provincia ritiene di poter completare l'intervento in tempi rapidi, più complessa appare la cattura di Mj5, un esemplare del peso stimato di 350 chilogrammi per cui è arrivato il via libera da parte dell'Ispra.

In questo caso, una squadra di operatori specializzati sta cercando di ricostruirne gli spostamenti attraverso le analisi genetiche dei campioni rinvenuti nei boschi.

A differenze degli esemplari femmine, i maschi risultano meno stanziali, e possono coprire lunghe distanze in brevi periodi.

L'annuncio dei due abbattimenti ha generato le reazioni delle associazioni animaliste.

Tutte rilevano che negli anni la Provincia non ha fatto abbastanza per costruire le condizioni di una convivenza serena fra gli orsi e le comunità umane.

Si chiede, dunque, di nuovo che il progetto Life Ursus venga rilanciato correttamente, con finanziamenti su personale, competenze scientifiche, casmpagne di informazione e vari dispositivi in grado di prevenire anche i rischi di incontri ravvicinati.

Il Wwf ha chiesto al governatore del Veneto, Luca Zaia, di aprire alla possibilità del trasferimento di alcuni orsi in Veneto (ma non quelli ritenuti problematici), mentre la Lav si è detta disponibile a effettuare il trasferimento degli esemplari destinati all'abbattimento.

L'associazione Aidaa, poi, ha scritto al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel tentativo di bloccare le operazioni nei boschi del Trentino. All'appello si è aggiunto anche l'ex ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. "Perché abbattere l'orso - ha detto il vicepresidente della Camera - se esistono anche altre modalità di convivenza?".

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