Educazione / Il caso

Gender e scuola, pronte nuove proteste di piazza contro il disegno di legge Cia: “Discriminatorio”

La Flc Cgil si farà promotrice di iniziative che contrastino l’approvazione del ddl del consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Claudio Cia. Nel mirino del sindacato anche l’assessore Bisesti

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TRENTO. “In una provincia che ha fatto dell’attenzione alle minoranze culturali e linguistiche la propria ragion d’essere, che deve la propria autonomia a questo principio di protezione, oggi nel 2023, c’è un esponente di Fratelli d’Italia, Claudio Cia, che con un “disegnino di legge” vorrebbe bloccare e ostacolare i progetti che educano e sensibilizzano alla comprensione, all’accettazione e all’inclusione della diversità di genere nelle scuole. Va fermato”.

La Cgil – attraverso questo comunicato – promette battaglia e definisce il Ddl Cia, denominato “disegno per la libertà educativa delle famiglie” una proposta di legge oltraggiosa nei confronti di quegli studenti o studentesse che vivono una condizione di crisi d’identità, come spesso accade in alcune fasi della pubertà e dell’adolescenza, non solo sessuali. 

“Ma anche nei confronti – prosegue – dei dirigenti scolastici e del collegio docenti perché ne presume l’incapacità di valutazione dell’opportunità e della bontà di un progetto; nei confronti delle organizzazioni e degli addetti del terzo settore, spesso coinvolti e chiamati a portare il loro contributo e la loro testimonianza su temi d’interesse generale come l’inclusione di gruppi ritenuti vulnerabili e a rischio emarginazione sociale tra cui certamente anche la comunità LGBTQ+, ma è offensiva anche nei confronti delle famiglie di cui professa voler difendere la libertà educativa, perché usa, strumentalizza i figli e la scuola instillando timori che non appartengono loro”.

“Siamo di fronte ad una iniziativa di avvio della campagna elettorale in vista delle elezioni di ottobre che vuole far leva su paure inesistenti, indotte, col solo scopo di raccogliere il consenso di qualche genitore che non capisce di essere mero strumento della corsa al voto”.

E ancora: “Né nella scuola italiana, né tantomeno in Trentino esiste il pericolo e la volontà di trasmissione di quella che la destra chiama “teoria del gender”, vale a dire una sorta d’indottrinamento che incoraggerebbe o addirittura insegnerebbe ai più giovani a concepirsi come “gender fluid”, a non riconoscersi nel proprio sesso biologico e ad assumere comportamenti, atteggiamenti, stili di vita non connotati in termini di genere secondo una concezione binaria maschio o femmina. Che nella contemporaneità il sesso, la sessualità e il genere per alcune persone abbiano assunto tratti e contorni meno netti è un fatto. Che i più giovani osservino questo stadio più maturo di un processo iniziato molti anni fa, senza preconcetti, con curiosità e come espressione di libertà è del tutto naturale”.

”La cosa grave e paradossale è che i rappresentanti di una maggioranza politica, tra cui anche l’assessore all’istruzione, si facciano portavoce di un disegno di legge che non punta a sensibilizzare e a educare al giudizio equilibrato, alla comprensione e all’accettazione della diversità, ma al contrario si propone di bloccare, ostacolare e nella migliore delle ipotesi controllare i progetti educativi che aiutano ad apprezzare la varietà di cui il mondo è espressione, anche ovviamente attraverso l’educazione affettiva, sentimentale, sessuale”.

La proposta di legge in questione prevedrebbe – prosegue la Cgil – che i progetti di cui sopra siano sottoposti al vaglio e all’approvazione delle famiglie prima di essere realizzati, azzerando l’autonomia della scuola, del collegio docenti, del dirigente scolastico.

“Il comma 5 dell’art. 18 bis dice che “non sono consentiti progetti e attività sulla prospettiva di genere con il coinvolgimento di studenti, che promuovano la fluidità di genere o dell’identità sessuale, o insegnino a dissociare l’identità sessuale dal sesso biologico”; questo tra gli altri è il comma che sfonda più fragorosamente la soglia del ridicolo, come se a scuola si fossero mai tenuti corsi che insegnino fattivamente a compiere questa dissociazione. La speranza è che le famiglie cui questo disegno si rivolge comprendano di essere strumento elettorale di una compagine che non esita a usare loro, i loro figli e il loro pensiero per essere rieletta. Degna chiosa di quattro anni di nulla o poco/niente nel campo dell’istruzione”.

La Flc Cgil si farà promotrice di iniziative che contrastino l’approvazione del disegno di legge Cia, prevista per giugno, a partire da presidi in piazza Dante durante la discussione in aula consiliare.

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