Provincia / Il caso

Sempre più scontro sul ddl Cia, Zanella: «Nega il diritto dei bambini a ricevere un'educazione libera, così torniamo al Medioevo»

La scena si riscalda, dopo la contestazione in piazza Dante, con un centinaio di persone a manifestare contro la proposta della destra. La parlamentare Pd Sara Ferrari: «Bisesti inadeguato, il responsabile della scuola trentina non può appoggiare una legge incostituzionale»

L'ATTACCO La destra trentina: «A scuola no all’indottrinamento gender»
LEGGE L'assessore Bisesti con Pro Vita e la proposta Cia
CRITICO Zannini: «Vogliono impedire di parlare di identità sessuale a scuola»

IL VIDEO Cia contro il presunto ”indottrinamento gender” 
ESPERTA Vera Gheno, sociolinguista: «I ragazzi sono aperti: rieduchiamo gli adulti» 

TRENTO. «Saremo venti o trenta, abbiamo avuto poco tempo per organizzarci, ma era importante dare un segnale», diceva il presidente di Arcigay Shamar Droghetti giovedì mattina, un quarto d'ora prima delle 11, ora dell'inizio del presidio in piazza Dante contro il Ddl che Claudio Cia e l'assessore Mirko Bisesti avrebbero presentato alle 11.30.

Ma Droghetti si sbagliava: alla fine di persone ne sono arrivate ben più di cento. Rappresentanti di associazioni (Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Udu, Anpi e molte altre), politici (Paolo Zanella, Sara Ferrari, Alex Marini), sindacalisti (Andrea Grosselli della Cgil), ma anche attivisti e semplici cittadini. Insomma, un successo.

«Oggi siamo qui - ha proseguito Droghetti - per dire no a un Ddl che impedisce di fare dei percorsi scolastici. I promotori parlano di libertà, ma in quel testo c'è l'esatto contrario, c'è la censura: è un pericoloso passo indietro, vogliamo difendere la libertà dell'inclusione».

«Parlare di certi temi - aggiunge Eris Ferrari - è importante. Parlare di argomenti legati alla sessualità non fa mica diventare gay un ragazzo». Ancora Giulia delle famiglie Arcobaleno: «Libertà non è annullare le persone e le idee. Questa è una brutta politica, che gioca sulle paure. Libertà è essere rispettati per quello che siamo».

Come accennato presente anche la Cgil: «Questa proposta mortifica nei fatti la libertà di insegnamento e l'autonomia dei collegi docenti. La scuola deve essere luogo aperto, in cui si educa al rispetto delle differenze e in cui l'insegnamento è un percorso che contribuisce alla formazione della persona e della sua libera espressione, in contrasto con tutte le forme di discriminazioni anche quelle che riguardano le identità di genere. È inaccettabile che si voglia, al contrario, far entrare a scuola una visione che si basa sull'esclusione, sul disconoscimento delle diversità anche quando queste riguardano la sfera sessuale».

In prima linea anche Paolo Zanella (Futura): «È un Ddl liberticida e incostituzionale: viola l'articolo 3 sull'uguaglianza, l'articolo 21 sulla libertà d'espressione e l'articolo 33 sulla libertà d'insegnamento. Di fatto nega il diritto dei bambini a ricevere un'educazione libera. Non può essere negata l'esistenza di persone LGBT: questo ci riporta al Medioevo. Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi hanno il diritto di vedersi rappresentati all'interno della società. Una società plurale e libera, con tante sfumature».

In piazza anche la parlamentare Pd Sara Ferrari: «È inaccettabile la presenza dell'assessore all'istruzione: i singoli consiglieri hanno libertà di proporre iniziative, ma il responsabile della scuola trentina non può permettersi di appoggiare una legge chiaramente incostituzionale che viola la libertà degli insegnanti. Ancora una volta l'assessore dimostra di essere inadeguato, non sa interpretare il suo ruolo. In parlamento due mesi fa anche Fratelli d'Italia e Lega hanno condiviso una mozione in contrasto alla violenza contro le donne, nella quale si dice che l'educazione alle pari opportunità è lo strumento principe di prevenzione alla violenza di genere. I rischi di cui parlano sono pura invenzione».

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