Politica / La polemica

Zannini: «Stop alla legge con cui si vuole impedire di parlare di identità sessuale a scuola»

Anche l'esponente di Sinistra italiana scende in campo contro il ddl provinciale che vede come primo firmatario Claudio Cia e che sarà presentato dopo domani da Pro Vita, mentre all'esterno le associazioni contesteranno. Il test dispone fra l'altro il divieto di " progetti o attività basati sulla prospettiva di genere, che promuovano la fluidità di genere o dell'identità sessuale"

CONTESTATI L'assessore Bisesti con Pro Vita per il ddl Cia sulla "libertà educativa"

TRENTO. Anche Jacopo Zannini di Sinistra italiana interviene sul disegno di legge del consigliere provinciale Claudio Cia, "per la libertà educativa delle famiglie".

La questione, che sta sollevando molte critiche, riguarda la scuola e le tematiche di genere, la sessualità e la lotta all'omofobia.

Il ddl sarà presentato giovedì mattina, 9 febbraio, in un evento organizzato dall'associazione Pro Vita onlus, alle 11.30, al palazzo della Regione, alla presenza sia di Cia stesso sia dell'assessore all'istruzione Mirko Bisesti.

Una partecipazione, quella di un esponente della giunta provinciale, per di più titolare delle deleghe in materia di educazione, che sembra indicare chiaramente l'adesione della giunta di piazza Dante agli intenti della legge proposta.

Sull'incontro, che verrà contestato con un sit-in in contemporanea, promosso da Arcigay e diverse altre associazioni, Zannini osserva: «L'obiettivo della proposta di legge è impedire di parlare di identità sessuale a scuola, secondo loro così si porta avanti la lotta contro la fantomatica ma inesistente teoria del "gender".

La cosa più grave è che a questo evento, che vuole portare indietro le lancette della libertà di essere degli individui, parteciperanno anche rappresentanti del centrodestra e della giunta Fugatti. Chi vuole uno Trentino libero e aperto non può che prendere le distanze da un evento di matrice reazionaria, che attacca l'idea di una scuola inclusiva e tollerante».

Il ddl, sottoscritto anche dai consiglieri Claudio Cia (Fratelli d’Italia), Luca Guglielmi (Lista Fassa), Alessia Ambrosi (Fratelli d’Italia, ora parlamentare) e Katia Rossato (FdI), in sostanza modifica parte delle norme del 2006 sulla scuola.

Ne conseguerebbe che non sarebbero più contemplate nel curricolo obbligatorio una serie di attività riguardanti l'educazione affettiva e sessuale.

E per quelle facoltative, si prevedono una serie di criteri a dir poco stringenti, anche per quanto riguarda l'informazione preventiva alle famiglie.

All'articolo 4, inoltre, si prevede un meccanismo sanzionatorio: "Se, nel corso o al termine dell'attività relative all'educazione affettiva o sessuale, alla salute riproduttiva o al genere e all'identità sessuale, il dirigente scolastico o il consiglio d'istituto rileva, anche su segnalazione di un genitore, contenuti non coerenti con le indicazioni presenti nelle informative previste dal comma 3, l'eventuale associazione o altro ente proponente non è più ammesso a realizzare attività nell'istituto scolastico per almeno un triennio".

Non solo, ecco che cosa recita l'articolo successivo: "Nelle scuole di ogni ordine e grado non è comunque consentita la realizzazione, con il coinvolgimento di studenti, di progetti o attività basati sulla prospettiva di genere, che promuovano la fluidità di genere o dell'identità sessuale, oppure che insegnino a dissociare l'identità sessuale dal sesso biologico".

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