Istruzione / La proposta

La destra trentina tira dritto e avanza la legge: «A scuola no all’indottrinamento gender»

Giovedì 10 febbraio l’assessore Bisesti e i consiglieri Cia e Guglielmi, insieme a Pro Vita & Famiglia, hanno presentato ufficialmente il disegno di legge sulla libertà educativa. Mentre, sotto il palazzo, si sono radunati i manifestanti in protesta

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di Matteo Lunelli

TRENTO. Avanti tutta. Perché i tempi tecnici ci sono e la maggioranza in aula che voti sì anche. E avanti tutta soprattutto perché, per usare le parole dell'assessore Mirko Bisesti e dei consiglieri Claudio Cia e Luca Guglielmi, «la scuola non sia un luogo di indottrinamento, dove si discute di cambio di identità sessuale o dell'utero in affitto che è solo merchandising delle donne, mentre l'educazione ai figli devono darla papà e mamma».

Giovedì 10 febbraio, nel palazzo del consiglio provinciale, assessore e consiglieri, insieme al presidente di Pro Vita & Famiglia Antonio Brandi, hanno presentato ufficialmente il disegno di legge sulla libertà educativa. Mentre, sotto il palazzo, oltre cento manifestanti hanno protestato.

Il "battesimo" del Ddl è stato significativo anche da un punto di vista politico, come rimarca il primo firmatario Claudio Cia, di Fratelli d'Italia: «La presenza, la disponibilità e le parole dell'assessore Bisesti dimostrano concretamente che la coalizione di centrodestra è unita e compatta. E lo è sui temi politici, su quelli più importanti».

Dopo le scintille delle ultime settimane, effettivamente, vedere il sostegno di un esponente di spicco della Lega (Bisesti) a un Ddl con primo firmatario un "fratello d'Italia (Cia) e due ex leghiste ora "sorelle d'Italia" (Ambrosi e Rossato) poteva non essere scontato. Ma, almeno giovedì, sono stati solo sorrisi, strette di mano e soprattutto unità di intenti e di idee. In futuro, e su altri temi, si vedrà.

Chiusa la parentesi prettamente politica, entriamo nel merito. Excusatio non petita, accusatio manifesta, tutti gli interventi sono iniziati nel medesimo modo, ovvero sottolineando che «Questa non è una legge contro qualcuno. Chi lo dice non l'ha nemmeno letta. È una proposta a favore di tutti, scuole, bambini e famiglie. È una proposta per la libertà». Una risposta, anche, alla manifestazione sotto le finestre della sala.

Spiega Claudio Cia: «Questo è un Ddl per la libertà, ma libertà non significa fare quello che si vuole. Io non posso entrare nelle scuole per fare dei comizi politici e dire a bambini e ragazzi che Fratelli d'Italia è il partito migliore, e quindi anche scuole e docenti - i secondi in particolare - non possono portare avanti le iniziative facoltative che vogliono. La scuola non è un luogo di indottrinamento».

Aggiunge Bisesti: «Portiamo avanti dei principi sacrosanti, non siamo contro nessuno e non discriminiamo nessuno: semplicemente se qualcuno vuole inserire questioni come il cambio di identità di genere o la scelta sessuale nelle scuole noi diciamo di no».

Ancora Guglielmi: «Firmo questo Ddl come padre prima che come politico. Il dovere di educare i miei tre figli è mio e della mia compagna (e futura sposa, sottolinea). Quello che dicono quelli che protestano qui sotto non è vero. Anzi sono le loro teorie che fanno danni ai nostri bambini».

Infine Brandi: «Questo Ddl è un atto di civiltà e coraggio. Quelli qui sotto sanno solo insultare ed essere violenti: noi accettiamo il confronto e siamo pronti a spiegare, per smentire le pericolose teorie anti scientifiche che mettono a repentaglio l'educazione, la crescita e la salute psico-fisica dei nostri figli e nipoti».

Su quali e quanti sarebbero questi percorsi in Trentino, e sul fatto che siano comunque facoltativi, quindi non imposti a ragazzi e famiglie, è intervenuto ancora Cia: «Ce ne sono. Ad esempio uno alle superiori: l'ingannevole titolo era "A come amore", ma ci ha partecipato anche un rappresentante della comunità LGBTQ+ che alla fine ha invitato gli studenti ad andare al Pride. E poi una scuola materna: la strategia è iniziare come un gioco, ma poi l'insegnante ha imposto ai bimbi di scambiarsi i vestiti per far imparare loro cosa significasse essere nei panni di un maschio o di una femmina. Si inizia con piccole azioni per poi arrivare a tutt'altro».

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