Grandi Opere / Il dibattito

Autostrada Valdastico, anche il Comune di Trento contro la Provincia: «La delibera sul corridoio Est va revocata»

L'affondo dell'assessora all'urbanistica Monica Baggia, che chiede esplicitamente un passo indietro alla giunta Fugatti, elencando una serie di motivazioni, dalla mancanza di indicazioni puntuali (anche sul tracciato) all'impatto ambientale che di conseguenza non può essere correttamente valutato

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di Franco Gottardi

TRENTO. Nel settembre del 2021, chiamato a dare un parere sul documento preliminare della variante al Piano urbanistico provinciale con cui la Provincia vuole introdurre il "corridoio Est", in cui successivamente inserire il progetto di completamento della Valdastico, il Comune di Trento aveva presentato una serie di osservazioni criticando l'indeterminatezza della previsione urbanistica.

Ora, dovendo esprimersi sulla variante vera e propria, la bocciatura è ancora più drastica: nella delibera che l'assessora all'urbanistica Monica Baggia porterà in votazione in consiglio comunale si chiederà esplicitamente alla giunta provinciale la revoca della proposta.

«Quella non è una variante, non ha i contenuti che la legge indica come variante» sbotta l'assessora. Certamente quella adottata in prima lettura il 28 agosto scorso dalla giunta provinciale non è una variante puntuale, non indica cioè il preciso tracciato di un nuovo collegamento viario col Veneto, ma si limita ad indicare il nuovo concetto di "ambito di connessione" definendolo "corridoio Est", indicato sulla cartografia in un generico cerchio, promettendo una maggiore definizione solo in una fase successiva.

Troppo poco secondo il Comune di Trento per potersi esprimere, tantopiù in assenza di approfondimenti e di dati relativi al traffico utili per valutare gli impatti del completamento della Valdastico sul sistema della mobilità.

Il Comune nota con un certo fastidio come già le sue osservazioni al documento preliminare siano state relegate in allegato, assieme a quelle di altre amministrazioni locali, senza neanche abbozzare una controdeduzione o una risposta. E tra le mancate risposte sottolinea come non sia stato affrontato, neanche nella proposta di variante al Pup vera e propria, il tema della mobilità sostenibile, nonostante questo abbia sempre maggior rilevanza nelle politiche internazionali, europee, nazionali e locali.

L'indeterminatezza della variante secondo Baggia pregiudica anche gli approfondimenti che andrebbero fatti sul tema dell'impatto ambientale rischia di tagliar fuori i Comuni dalle valutazioni che vengono rinviate a un livello di progettazione successivo.

La delibera del Comune lamenta poi il fatto che neanche in sede di adozione della variante al Pup sono stati affrontati i potenziali impatti generati sulla città di Trento e sul sistema stradale di fondovalle dal nuovo scenario di trasporto, con un collegamento diretto tra l'asta dell'Adige e il vicentino; né è stato valutato il ruolo che assumerebbero la statale della Valsugana e la ferrovia nei confronti del nodo cittadino, anche in termini di opportunità per ridisegnare il sistema di mobilità locale.

C'è poi un aspetto tecnico specifico che la Provincia ha introdotto con la variante e che non è affatto condiviso da palazzo Thun. Sono stati affidati alle quattro tematiche attraverso cui si vuole valutare lo scenario futuro di corridoio Est altrettanti "pesi" percentuali, dove le "esigenze di connettività" hanno valore 40 su 100, l'"ambiente" 25, la "fattibilità tecnica" 25 e il "costo" 10.

«L'attribuzione dei pesi alle quattro tematiche - sostiene il Comune - in assenza di qualsiasi giustificazione o motivazione e in assenza di un necessario percorso partecipato per la loro definizione non può essere posta in maniera unilaterale come metodo di valutazione delle future fasi di pianificazione».

In particolare appare penalizzata la parte ambientale. E a proposito di impatti anche la Valutazione ambientale strategica relativa al corridoio Est «non fornisce alcuna valutazione riferita a ipotesi pianificatorie concrete» e dunque è in questa fase di fatto inutile.

L'analisi del Comune viene fatta giocoforza sulla Variante al Pup, che non cita i possibili tracciati e sbocchi della Valdastico e men che meno quello apertamente indicato come il preferito da Fugatti, cioè quello con uscita a Rovereto. Siamo insomma a un livello pianificatorio ancora generico, mentre dal punto di vista politico il ministro Salvini si dice pronto a prendere in mano la situazione.

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