Opere pubbliche / Il caso

«Sull'inutile progetto dell'autostrada Valdastico ormai la giunta Fugatti è rimasta sola»

Il coordinamento No A31 Nord e i Verdi tornano all'attacco, dopo le contrarietà espresse negli ambienti economici e politici del Vicentino all'ok trentino al tracciato con sbocco a Rovereto sud

PROVINCIA Critiche alla scelta di uscita a Rovereto sud
LO SCONTRO «Ormai sono contrari anche i veneti»
SENTENZA Besenello vince la «sua» battaglia sulla Valdastico
ALLARME «Aumenterebbe il traffico verso il Garda»

ROVERETO. Il «no» è chiaro e netto da tempo ma l'accelerata della Provincia sulla potenziale nuova autostrada tra Vicenza e Rovereto ha messo in allarme il coordinamento «No Valdastico Nord-A31».

Che chiede a gran voce di archiviare l'idea, forte del sostegno degli stessi industriali e Comuni veneti che, nel tempo, si sono resi conto di come l'opera poterebbe più danni che benefici.

Nei giorni scorsi, infatti, sono arrivate voci decise di contrarietà espresse negli ambienti economici, specie del Vicentino, critiche nei riguardi del via libera della giunta Fugatti al tracciato con sbocco a Rovereto sud.

«Da quando si è insediato alla presidenza della Provincia nell'ottobre del 2018, - attacca il coordinamento - Maurizio Fugatti non ha mai smesso di insistere nella realizzazione di una delle più illogiche opere che il Trentino dovrebbe subire, la A31 Valdastico Nord con una sua idea personale: l'uscita a Rovereto Sud (in foto, il viadotto di Ca' Bianca).

Il suo interessamento viene però da più lontano, da quando, deputato nel governo Monti nel 2012, insieme ad altri colleghi presentava un'interrogazione specifica sulla Valdastico. In questi quattro anni di presidenza, abbiamo assistito con cadenza semestrale ad un susseguirsi di iniziative e di sue uscite pubbliche ogni volta sconcertanti per la drammatica mancanza di chiarezza tecnico-economica-ambientale».

Il nutrito movimento di contrari alla nuova arteria che metterebbe a rischio la sorgente di Spino ricorda anche «la sentenza in via definita del consiglio di Stato che ne azzera l'iter e lo studio di fattibilità, l'unico al momento sulla carta, che individua ben 4 differenti tracciati. Tuttavia in questi quattro anni abbiamo assistito a continui "show" mediatici del presidente, improntati nel portare avanti l'unica soluzione al momento non contemplata da tutto l'iter dei dispositivi, incluso il recente aggiornamento del Pup: la soluzione (la settima) uscita Rovereto Sud».

L'impuntarsi di Fugatti sulla realizzazione di un'autostrada che sembra avere sempre meno sostenitori, dunque, viene definita uno «show».

«I trentini stanno assistendo da anni alla messa in scena dell'idea di un uomo solo e non di una comunità. Anzi, con questa sua caparbietà bizzosa si è anche inimicato i Comuni veneti da sempre a maggioranza sostenitori dell'opera.

Ulteriore testimonianza di fragilità delle idee di Fugatti è lo "studio" delle presunte ricadute economiche che l'uscita a Rovereto Sud avrebbe sul territorio trentino.

Tra le tante "sparate" c'è la stima sulle ricadute occupazionali che lo studio valuta in 80.000 unità. Peccato che il totale degli occupati su tutti i comparti trentini sia di 236.000. Leggendo bene in realtà sono 5.000 all'anno. Così come i fantomatici 5 miliardi di aumento del Pil, su un ammontare Pil annuo trentino di 20 miliardi. Anche in questo caso in realtà si tratta di poco meno di 320 milioni.

Dati economici tutti da verificare, tra l'altro in controtendenza con altri studi sulle ricadute economico-occupazionali legate all'apertura di caselli autostradali».

Per il coordinamento, dunque, la Valdastico sarebbe un buco nell'acqua, perdipiù pericoloso. E, non a caso, chiarisce che «lo show deve finire. Fugatti è rimasto l'unico a sostenere quest'opera nella sua uscita a Rovereto Sud. Inoltre insistere su questa ulteriore variante vorrebbe dire ripartire daccapo sia con lo studio di fattibilità che con la Vas con ulteriori soldi ed ulteriore perdita di tempo e denaro pubblico.

Comunque al di là di Rovereto sud, o di altre uscite, l'opera è così densa di problemi ambientali, idrogeologici, viabilistici, economici e così vecchia nella sua concezione di modello di viabilità che porterebbe il Trentino un passo indietro».

Dopo questa analisi, dunque, si insiste per cassare definitivamente il progetto. «Invitiamo il presidente, la giunta e la sua maggioranza ad interrompere questo show il prima possibile, abbandonare questa malsana idea in qualsiasi sua versione e dedicarsi alle ben più stringenti emergenze del momento ed ad una pianificazione territoriale che riporti il Trentino ai primi posti per l'attenzione al paesaggio, all'ambiente ed agli ecosistemi».

L'opera non s'ha da fare, tuona a sua volta la consigliera comunale di Europa Verde di Terragnolo Sara di Lucia. «Lo studio, parziale e limitato prodotto fino ad oggi nulla dice sui costi ambientali e non esclude, poiché è impossibile farlo, interferenze fra il tracciato e la fonte dello Spino. Inoltre è lo stesso studio a prevederne già la insostenibilità finanziaria visto che con i 65 milioni di ricavi annui preventivati ci vorrebbero 46 anni prima di rientrare dell'investimento di 3 miliardi. Se poi si aggiungono gli alti costi manutentivi, di un opera costruita per lo piú da gallerie e viadotti, la situazione diventa ancora peggiore.

Sembra ormai che sia rimasta solo la Lega a sventolare il vessillo del prolungamento a Nord della Valdastico condendolo di volta in volta di mirabolanti ricadute che non trovano mai riscontro nei documenti.

Ora anche i sindaci del Veneto si dicono non piú favorevoli a questa assurda soluzione. Queste dichiarazioni rompono anche l'ultimo velo di ipocrisia della propaganda fugattiana. L'A31 e il suo sbocco in Trentino non serve al Trentino stesso ma era il tentativo maldestro di concedere un nuovo corridoio al trasporto su gomma veneto diretto in Nord Europa. Corridoio che cosí proposto diventa anche non economico per chi ne dovrebbe usufruire.

Il futuro delle Valli del Leno non può essere quello di corridoio fra Vicenza e l'A22 e chi governa il Trentino dovrebbe fare il bene dello stesso e dei suoi cittadini e non usare lo stesso per convenienze partiche. Europa Verde Terragnolo ha proposto mozioni e interrogazioni, abbiamo coinvolto gli abitanti per inviare le osservazioni in Provincia e sulle quali attendiamo ancora risposta. Abbiamo coinvolto altri Comuni per il NoA31 e appoggiato Besenello a cui va il ringraziamento per aver adito al consiglio di Stato fornendo così un arma in più a tutti noi che non vogliamo un'inutile, dannosa e obsoleta opera».

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