Salute / Il caso

Meno infermieri per i nostri anziani, Provincia e Azienda Sanitaria non tornano indietro, la rabbia dei sindacati, in piazza il 27 luglio

Si passa da 10 assistiti a 15 per ogni operatore, e nelle case di riposo più piccole, l’infermiere dovrà operare su più sedi anche di notte. La Fenalt: «Hanno cercato di tenerci nascosto il provvedimento, inaccettabile». Cgil, Cisl e Uil lanciano la mobilitazione di massa

PROTESTA Il Comitato Rsa Unite all'attacco
DECISIONE
 Riduzione di un terzo degli infermieri nelle case di riposo
INFERMIERI Pochi e anziani, non c’è ricambio e molti lasciano il pubblico
DENUNCIA Infermieri: “Molti allo stremo per colpa di turni massacranti”

TRENTO. Si è da poco concluso l’incontro chiarificatore fra organizzazioni sindacali, UPIPA, SPES e Assessorato provinciale alla sanità su un tema che quest’estate sta infiammando gli animi mettendo tutti d’accordo – sindacati, ordine dei medici, infermieri della consulta, rappresentanti delle famiglie – contro l’Amministrazione provinciale. Ci riferiamo alla nota determinazione del dirigente, Giancarlo Ruscitti, con cui si dispone temporaneamente la ridefinizione del rapporto fra ospiti e infermieri nelle RSA (da 10:1 a 15:1) e si prevede la reperibilità su più sedi dell’operatore, anche di notte, nelle strutture fino a 70 degenti.

Al termine dell’incontro, in cui l’Amministrazione ha sostanzialmente ribadito le proprie scelte rinviando ad un futuro tavolo ulteriori discussioni,

Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt, sindacato di maggioranza nelle RSA, non nasconde la propria insoddisfazione:

“Come Fenalt – dichiara Moser - non possiamo che confermare la gravità delle conseguenze di questa decisione che riduce i livelli di assistenza in un’estate torrida, particolarmente pericolosa per gli anziani, e durante la quinta ondata del Covid, mettendo a rischio la sicurezza di operatori e degenti e aumentando i carichi di lavoro. Per altro – come a molti è sfuggito - il provvedimento risale al 13 maggio 2020 ed è stato rinnovato alcune settimane fa. Ma se nel maggio del 2020 potevano esserci reali problemi di carenza di personale causati dalla pandemia, oggi la situazione è completamente diversa e non giustifica più tale misura”

Ciò che sconcerta ulteriormente è la assoluta mancanza di trasparenza da parte dell’Amministrazione provinciale: “Non è accettabile – prosegue Moser – che nei passati incontri l’Assessorato abbia addirittura negato l’esistenza di questo provvedimento. Si tratta di un comportamento che mina la fiducia nei confronti dell’istituzione, non solo la fiducia del sindacato e dei lavoratori che esso rappresenta, ma anche quella delle altre parti sociali in campo. E’ un modo esplicito di sottrarsi al confronto”.

“Possiamo solo prendere atto – conclude Moser - di quanto questo Assessorato abbia sbagliato in questi anni, fallendo in pieno il suo mandato. Mi spiace dover osservare come occorra ripartire dai fondamentali: ovvero dalla buona fede e dal rispetto reciproco”.

Cgil, Cisl e Uil: "Protesta in piazza". 

Convocati solo oggi, dopo che la notizia era stata diffusa a mezzo stampa, i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno partecipato alla riunione promossa dall’assessorato provinciale alla salute, con la presenza degli ordini professionali e della consulta della salute. Il tema è la riduzione del parametro infermieri – assistiti nelle case di riposo, che ha visto l’ennesima scelta sbagliata e unilaterale di Provincia e Azienda sanitaria, su richiesta di Upipa e Spes.

Finalmente l’assessora Segnana ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto, i cui lavori inizieranno a fine agosto. «Ne prendiamo atto positivamente – spiegano per la Fp Cgil Luigi Diaspro e Roberta Piersanti, per la Cisl Fp Giuseppe Pallanch e per la Uil Fpl Marcella Tomasi – ma questo tavolo noi lo chiediamo da 4 anni e viene “concesso” solo dopo un provvedimento sbagliato».

I sindacati ribadiscono «La nostra contrarietà – sia al metodo sia al merito - alla scelta di ridurre il numero di infermieri nelle Apsp e Rsa. Una scelta errata, che riduce la qualità del servizio agli utenti aggravando il carico di lavoro dei professionisti. Mercoledì 27 luglio saremo in piazza, per una grande manifestazione di protesta che vuole sottolineare gli errori nella gestione complessiva della salute pubblica in Trentino. Continua inoltre a essere criticabile se non addirittura irrisorio il comportamento di Provincia e Azienda sanitaria, che convocano i rappresentanti dei lavoratori solo dopo che le decisioni sono state prese».

Concentrandosi sulla circolare: «Essa non può – spiegano i sindacalisti – sostituirsi a una direttiva. E su questo la controparte ha detto che la circolare ha valenza temporanea. Abbiamo dunque chiesto quando “scadrà” ma la risposta è assurda: durerà, ci dicono, fino al termine dell’emergenza, intesa non come emergenza legata al Covid bensì legata alla stessa carenza di personale. Dunque si intravede l’intento di farla durare potenzialmente per sempre».

Pur apprezzando l’apertura del tavolo, dunque, i sindacati concludono: «Non è sufficiente: servono interventi di ampio respiro. È vero che mancano infermieri e, per il medio periodo, serve ridiscutere il meccanismo del numero chiuso ai canali di formazione; nel breve bisogna rendere attrattive le professioni sanitarie e nell’immediato bisogna dare risposte a chi, nonostante tutto, garantisce assistenza e cure ai nostri anziani».

La versione della Provincia

“Da parte della Provincia autonoma di Trento – sottolinea l’assessore Segnana in un comunicato  – c’è la massima volontà di lavorare assieme ai diversi attori coinvolti per trovare, in un confronto che proseguirà anche nei prossimi mesi, soluzioni praticabili di fronte ad un problema, come quello della carenza di personale infermieristico nelle RSA, complesso e che richiede interventi in ambiti diversi”.

La discussione si è sviluppata partendo dai contenuti della nota diffusa nei primi giorni di luglio dal Dipartimento Salute e politiche sociali sui requisiti minimi transitori per l’assistenza infermieristica in RSA. In questo modo si è cercato,  è stato evidenziato dall’assessore, di dare una risposta temporanea in un momento straordinario e di emergenza.

Su questo e sul tema più generale della carenza del personale sanitario, si è sviluppato il  confronto in cui sono state espresse le diverse posizioni dei soggetti presenti.

“Il tema – aggiunge l’assessore Segnana - è noto e ci vede impegnati su diversi fronti per trovare una soluzione. Seguiamo con attenzione e in stretta collaborazione con Apss i casi puntuali che ci vengono segnalati. Stiamo lavorando con i territori per rendere più semplice e attrattivo spostarsi a lavorare nelle strutture più periferiche. Siamo già venuti incontro alle esigenze di carattere economico prospettate degli enti gestori. Si sta investendo anche nella formazione. Tutto questo in un periodo non facile. Il nostro auspicio è che lavorando assieme si possa sopperire ai problemi che ci sono”.

Per Spes erano presenti la presidente Paola Maccani e il direttore Italo Monfredini, per Upipa la presidente Michela Chiogna e il direttore Massimo Giordani, per la Consulta provinciale per la salute Renzo Dori, per la Cisl Giuseppe Pallanch, per la Uil Marcella Tomasi, per la Fenalt Roberto Moser, per la Cgil Roberta Piersanti e per l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento Nicoletta De Giuli.

 

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