Dellai lascia Monti: «Adesso i popolari»

Venerdì è andata in scena un'assemblea rovente di Scelta Civica in cui si è consumata la rottura tra i montiani e i popolari. Il primo ad andarsene dall'assemblea, seguito tra gli altri da Andrea Olivero, Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia e capace di portare in Trentino il partito dell'ex premier Mario Monti a percentuali quasi doppie rispetto a quelle ottenute in Italia (quasi il 20% contro il 10% e poco più a livello nazionale). L'intervista all'ex presidente della ProvinciaI tuoi commenti

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Ora i montiani vogliono la testa di Dellai

Non c'è pace per Scelta Civica e rischiano di non esserci in vista giorni tranquilli per Lorenzo Dellai: ieri l'ennesima spaccatura tra l'anima «popolare» e quella «montiana» del partito si è consumata con la sostituzione del capogruppo del Senato, dal «montiano» Gianluca Susta al «popolare» Lucio Romano. Ora nel mirino dei montiani, per «vendicare» Susta, c'è Lorenzo Dellai: viene data per certa la richiesta della testa «popolare» dell'ex governatore. Dellai da parte sua sembra già pronto a dar vita ad un gruppo autonomo e confluire nel «misto»

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«Letta è inginocchiato davanti al Pdl»

Mario Monti se la prende con il governo che è «succube del Pdl» e continua ad attaccare a testa bassa Pier Ferdinando Casini e Mario Mauro. Accusa i suoi ex alleati di portare avanti la politica del Gps per trovare nuovi spazi elettorali e dà ragione a chi non ha votato Scelta Civica perchè lì era candidato il leader dell'Udc. Quindi avverte: «il mio impegno politico non finisce di certo». E i due, piccati, rispondono. Il ministro della Difesa, sostenendo che l'ex premier è ormai «lontano dalla realtà» e Casini ricordandogli che lui «con quel Gps c'è andato a Palazzo Chigi e c'è rimasto un anno»

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Manovra, Monti si dimette

Il processo di scomposizione e ridefinizione dell'area dei moderati si abbatte su Scelta Civica. Nel gruppo scoppia una guerra tra le componenti (popolari e liberali, cattoliche e riformiste) che ha come esito la conta delle forze in campo e la scelta estrema del leader: Mario Monti si dimette, in aperta guerra contro l'ala dei popolari capitanata da Mario Mauro

Dellai: avanti con Letta

«Il nostro voto di fiducia al governo Letta è un voto per la stabilità che intendiamo non come fatto tecnico ma come un bene comune del Paese faticosamente costruito e come condizione per realizzare un futuro migliore con un governo che non sia solo stabile ma virtuoso, con un orizzonte oltre il semestre italiano di guida dell'Ue e con un programma vasto». Lo ha detto nell'aula della Camera Lorenzo Dellai di Scelta Civica La maggioranza politica coesa (Patruno)La sconfitta di Silvio (Micheletto) I tuoi commenti 

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Monti: «Amnistia per Silvio? Spero proprio di no»

«La sentenza della Cassazione è definitiva, non c'è che da prenderne atto e da metterla in atto». Non fa sconti a Silvio Berlusconi, l'ex premier Mario Monti. Che anzi, attacca il cavaliere e i suoi uomini del Pdl, che si stanno scagliando contro la legge Severino. Una legge che porta il nome di un ministro del suo governo, forse per questo a Monti tutti questi attacchi sulla norma non vanno proprio giù: «Sulla Grazia - prosegue infatti - vorrei chiarire che è una scelta che spetta al Capo dello Stato e la legge Severino è stata introdotta dal governo da me presieduto. Non ho, inoltre, nessuna ragione di dolcezza nei confronti di Berlusconi»

Mario Monti: «Sì ad un atto di clemenza per Berlusconi»

«Personalmente, a differenza ad esempio di Beppe Grillo non troverei a priori scandaloso, nè incompatibile con lo stato di diritto, un eventuale provvedimento di clemenza». Così l'ex premier e leader di Scelta Civica, Mario Monti, sul caso Berlusconi, in un colloquio con il Foglio, ricordando che «l'ordinamento prevede la possibilità di provvedimenti di clemenza, quali la grazia o la commutazione della pena, rimessi interamente alla valutazione e alla volontà del Capo dello Stato» I tuoi commenti