Dellai lascia Monti: «Adesso i popolari»

Venerdì è andata in scena un'assemblea rovente di Scelta Civica in cui si è consumata la rottura tra i montiani e i popolari. Il primo ad andarsene dall'assemblea, seguito tra gli altri da Andrea Olivero, Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia e capace di portare in Trentino il partito dell'ex premier Mario Monti a percentuali quasi doppie rispetto a quelle ottenute in Italia (quasi il 20% contro il 10% e poco più a livello nazionale). L'intervista all'ex presidente della ProvinciaI tuoi commenti

di Angelo Conte

dellaiTRENTO - Venerdì è andata in scena un'assemblea rovente di Scelta Civica in cui si è consumata la rottura tra i montiani e i popolari. Il primo ad andarsene dall'assemblea, seguito tra gli altri da Andrea Olivero, Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia e capace di portare in Trentino il partito dell'ex premier Mario Monti a percentuali quasi doppie rispetto a quelle ottenute in Italia (quasi il 20% contro il 10% e poco più a livello nazionale). Dopo Scelta Civica, chiarisce Dellai, «ora si deve andare oltre, perché con il ciclo di Berlusconi cambiano i paradigmi degli ultimi vent'anni. Anche la sinistra, con il consenso che oggi ha Matteo Renzi, potrà coprire per un po' questo cambiamento, ma non durerà a lungo».
Onorevole Dellai, venerdì è andata in scena la scissione di Scelta Civica. Perché?
Prendiamoci tutti sullo scherzo: parlare della scissione dell'atomo fa un po' sorridere. Il tema vero è che nel momento in cui Scelta Civica è stata costretta a passare dalla fase elettorale e pionieristica e di emergenza dopo il governo Monti a una fase più politica e matura politicamente sono venuti al pettine i nodi di impostazione culturale e politica. E si sono prese strade diverse.
La sua dove porta?
In questa fase stiamo vivendo nella politica italiana quello che è accaduto dopo la caduta del muro di Berlino, un avvenimento che ha modificato non solo l'Europa orientale ma anche quella occidentale. Così il ciclo di Berlusconi che sta finendo, cambierà tutto. Non è che ci sarà un nuovo Berlusconi che sostituirà quello vecchio. Noi vogliamo costruire su un periodo medio-lungo un partito che vada oltre il ventennio del berlusconismo e dell'anti-berlusconismo.
Diventerete il Ppe italiano?
No, perché è un insieme di partiti che a livello europeo raggruppa formazioni politiche che sono di centrodestra e non. Esisteranno forze politiche italiane che in autonomia a livello europeo scelgono quella meno lontana da loro caratteristica e per me è il Ppe. A noi interessa costruire un'area popolare democratica e riformista. Il sonno del popolarismo ha causato la nascita del populismo in Italia negli ultimi 20 anni.

 

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