Architettura / La curiosità

Lo stadio del Milan ha «origini» lagarine: il bisnonno dell’architetto David Manica era di Castellano e lui è molto legato al paese

Il «superarchitetto» è uno dei tanti emigrati nati all'estero e che poi si sono imposti nel business. Il mantra del professionista, d’altro canto, è «unire praticità ed estetica, utilità e bellezza». Un po’ quello che la Vallagarina spende per attirare turisti

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di Nicola Guarnieri

VILLA LAGARINA. Il futuro stadio privato del Milan ha «origini» lagarine. Il progettista, l'archistar statunitense David Manica, discende infatti da Castellano. Lo ha scoperto per caso la Pro loco dopo aver letto il cognome del mago degli impianti sportivi nel mondo. Perché Manica, per capirci, ha firmato pure il «Nido» di Pechino (quello delle Olimpiadi) e perfino il restyling del Camp Nou di Barcellona oltre al campo di Las Vegas che ha ospitato l'ultimo Superbowl, la finalissima del campionato di football americano che tiene incollati davanti al televisore milioni di appassionati.

Insomma, un professionista che di sport se ne intente. «É stato davvero un caso - spiegano Claudio Tonolli e Maurizio Manica - Quando a Milano hanno presentato il progetto del nuovo stadio del Milan abbiamo deciso di capire chi fosse questo Manica. Ed è emerso che il bisnonno, Silvio Virgilio, è emigrato in America a inizio secolo. David, però, ha sempre tenuto i contatti con Castellano tant'è che ci ha confermato di conoscere il paese e di esserci stato. E tornerà quando arriverà a Milano per la consegna dei lavori».

Il «superarchitetto» è uno dei tanti emigrati nati all'estero e che poi si sono imposti nel business. Il mantra di David Manica, d'altro canto, è «unire praticità ed estetica, utilità e bellezza», un po' quello che la Vallagarina spende per attirare turisti. Lo studio di questo «figlio» di Castellano, che ha 54 anni, è uno dei più gettonati nel mondo per quanto riguarda lo sport.

Manica, tra l'altro, i titoli li ha tutti: una laurea conseguita all'università del Kansas, 13 anni di esperienza alla «Hok Sport Venue and Event», una delle più grandi aziende statunitensi in fatto di progettazione di impianti sportivi, e poi la decisione di mettersi in proprio, dopo aver dimostrato un assoluto talento. Collaborando alla realizzazione di alcuni magnifici impianti come il nuovo Wembley e l'O2 Arena a Londra o lo spettacolare stadio nazionale di Pechino, noto come «Nido d'uccello».

In pochi anni «Manica Architecture» è diventato un punto di riferimento assoluto nell'impiantistica sportiva. Per questo il Milan ha deciso di sceglierlo per lo stadio di San Donato che, come detto, porta nel Dna un pezzo di Vallagarina.Il suo credo, come detto, si può riassumere in un'unica frase: «Chiunque può disegnare un edificio creativo su carta. Ci vuole, però, un tipo di attenzione completamente diversa e un senso strategico per il compromesso, per far emergere un edificio dal terreno. Una volta costruito, il mio indicatore del successo si basa sulle persone che lo utilizzano. Se l'edificio porta alle persone vera gioia ed è un luogo in cui vogliono tornare spesso, allora questo è il fattore determinante per identificarne il successo».

Il Milan, dunque, sta aspettando il proprio tempio calcistico e Castellano, di rimando, attende di organizzare una festa sotto il castello, per tirarsela un po', che non guasta mai.

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