Lavarone / La rinascita

Per il dopo “drago Vaia” oltre 46mila euro: artista già al lavoro

Alcuni bambini di Folgaria hanno raccolto 100 euro vendendo dei braccialetti fatti da loro per il drago. Piccoli e grandi aiuti per far tornare l'arte sopra Magrè

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LAVARONE. Dalle ceneri del Drago di Vaia sorgerà un'altra scultura. Marco Martalar, l'artista, è già al lavoro ma dentro un capannone quindi solo ad opera installata, là dove c'era Vaia, si saprà cosa è uscito dall'uomo che era rimasto in mezzo alla ceneri. Il sindaco di Lavarone Isacco Corradi non si sbottona ma è già al lavoro per far trovare alla sua comunità un nuovo simbolo dopo che l'incendio della scorsa estate ha cancellato il drago.

Un progetto che andrà in porto grazie anche al supporto di tante persone che hanno fatto donazioni rispondendo all'appello lanciato su "Gofundme". L'obiettivo di raccogliere 50mila euro è quasi raggiunto.

Un selfie con il drago: tutti a Lavarone per l’opera realizzata con gli schianti di Vaia

Il grande drago realizzato a Lavarone con gli schianti della tempesta Vaia si sta rivelando un grande successo. Opera dell'artista veneto Marco Martalar, il drago è alto 6 metri e lungo 7. Moltissimi curiosi e turisti salgono sul colle della frazione Magrè per una foto o un selfie.

«Se mancheranno soldi, li aggiungerà il Comune» assicura Corradi che è anche il presidente del comitato valorizzazione Avez del Prinzep, l'associazione che attraverso la rigenerazione di una pianta monumentale (l'Avez del Prinzep) ha finanziato l'opera del Drago Vaia. E la nuova scultura arriverà in località Magrè prima dell'estate. E sarà protetta. «Nel progetto - spiega ancora Corradi - è previsto anche un sistema di videosorveglianza, dopo quello che è successo a fine agosto è necessario».

La raccolta fondi è stata utilizzata anche per fare una piccola indagine. «Abbiamo proposto un veloce questionario - prosegue il sindaco - perché volevamo capire quali fossero le ragioni che spiegavano le persone a donare per il Drago. E abbiamo scoperto che c'era chi lo ha fatto come risposta ai vigliacchi che hanno bruciato un'opera d'arte, altri perché in quelle fiamme hanno visto qualcosa di mistico, altri perché sono affezionati a Lavarone. Ma circa il 30 per cento delle persone che ha fatto la donazione e ha risposto al questionario è composto da persone che a Lavarone non avevano mai messo piede e questo dato per noi è importante perché potrebbero essere persone che, quando la nuova opera d'arte sarà installata, potrebbero decidere di venire a vedere di persona cosa hanno aiutato a creare».

C'è chi in calce alla donazione ha lasciato anche delle frasi. Come Marta che nell'opera d'arte ha "investito" i «soldi raccolti in occasione della festa di compleanno dei miei figli. Non vediamo l'ora di vedere cosa rinascerà dalle ceneri del nostro caro drago». O come Fernando che ha donato « Perché l'ignoranza va combattuta, perché il drago Vaia è un simbolo che non appartiene a un luogo ma è di tutti».

Poi ci sono alcuni bambini di Folgaria che hanno raccolto 100 euro vendendo dei braccialetti fatti da loro per il drago. Piccoli e grandi aiuti per far tornare l'arte sopra Magrè.

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