Trento / Il corteo

Studenti in piazza per l’8 marzo: «Vogliamo essere educati alla sessualità, al consenso, alla cura reciproca»

I giovani: «Dopo il femminicidio di Ester Palmieri, l’assessora Gerosa ha proposto di contrastare la violenza di genere tramite dei percorsi di “consapevolezza del pericolo” e “cultura delle regole”, perpetrando così la cultura della punizione e della paura, negando che il patriarcato si strutturi nei luoghi di formazione. Dobbiamo partire dalle scuole»

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I DIRITTI Violenza di genere: perché l’8 marzo non è una festa
 

TRENTO. Studenti e studentesse delle scuole superiori di Trento sono scesi in piazza per chiedere «un altro genere di educazione». La manifestazione, organizzata dal Coordinamento studentesco, è partita da piazza Fiera e terminata al parco delle Albere.

«L'8 marzo è una giornata di rivendicazione transfemminista. Non si ferma soltanto alla festa della donna, ma è una giornata di lotta, una giornata di sciopero, che tendenzialmente vuole bloccare tutti quegli spazi che attraversiamo ogni giorno, che perpetuano le dinamiche patriarcali, sessiste e machiste presenti all'interno dello Stato italiano», spiega Linda Cosner del Coordinamento studentesco di Trento.

«In Trentino - ha scritto il Coordinamento nel lanciare la manifestazione - dopo il femminicidio di Ester Palmieri di gennaio, la proposta della nostra Assessora all'Istruzione Gerosa è stata quella di contrastare la violenza di genere tramite dei percorsi che istruiscano gli studenti e le studentesse alla “consapevolezza del pericolo”, alla “gestione della rabbia” e alla “cultura delle regole”, perpetrando così la cultura della punizione e della paura, negando in modo chiaro il fatto che il patriarcato da secoli si strutturi all'interno delle nostre aule e luoghi di formazione. A tutto ciò non ci stiamo e rispondiamo dicendo che se vogliamo sradicare la violenza di genere dobbiamo partire dalle nostre scuole, non punendo, ma educando alla sessualità, al consenso, all'affettività e alla cura reciproca». 

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