Trento / Il caso

Le guardie zoofile diffidano Itea per la gatta Bianchina che è a rischio sfratto

Ravina, Ianes e Dorigatti hanno inviato “segnalazione preventiva”, dopo aver portato alla micia una nuova casetta: «La gatta è l’unica superstite di una colonia felina censita dal Comune. Accudita da una signora anziana ora deceduta, il condominio se ne è preso cura. Da Itea scuse non credibili»

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di Nicola Maschio

TRENTO. Il caso della gatta Bianchina - la micia adottata dagli abitanti di un condominio Itea in via Filari Longhi a Ravina - è nato come una richiesta di aiuto per evitare lo sfratto dell'animale, ma sul tema ora si sono mobilitati in tanti. E l'ultimo intervento, quello del Nucleo operativo delle guardie eco-zoofile di Trento, ha portato a Bianchina anche una nuova casetta con il tetto.

Ma c'è di più. Marco Ianes e Ornella Dorigatti infatti, rappresentanti delle guardie eco-zoofile del capoluogo, hanno inviato ad Itea una "Segnalazione preventiva", dopo essere intervenuti il 16 dicembre proprio per portare a Bianchina la nuova cuccia. Un documento in cui si evidenziano "elementi fondamentali per tutelare il benessere dell'animale".

«La gatta risulta essere unica superstite di una colonia felina censita dal Comune e residente in zona da molti anni - spiegano Ianes e Dorigatti nella lettera - prima era accudita da una signora anziana, ora deceduta, quindi il condominio se ne è preso cura. Non si comprende in quali termini Itea si arroghi il diritto di far rimuovere la casetta di supporto, adducendo scuse non credibili, quali che attiri topi o piccioni, cosa che ci è stata riportata nella nostra indagine esplorativa dai condòmini stessi da noi interpellati come guardie di polizia giudiziaria. Non c'è dispersione di cibo, non ci sono feci e i condòmini mantengono giornalmente una pulizia certosina del locale esterno all'atrio del condominio».

Nel documento si fa poi riferimento a regole e divieti inerenti i gatti in condominio. «Non esiste - si legge - alcuna norma di legge che proibisce di dar da mangiare ai gatti randagi nei luoghi pubblici o privati dove hanno scelto di vivere. Di conseguenza, i gatti che frequentano e vengono nutriti da condòmini compassionevoli nelle aree condominiali, non possono essere né allontanati né catturati, salvo si tratti di interventi sanitari o di soccorso. Il condòmino che dà da mangiare ai gatti randagi utilizzando un angolo del cortile o del giardino condominiale, non commette perciò alcun illecito. Così come è da ritenersi legittima l'installazione di rifugi e casette. Oltre a fornire il cibo e rifugio, però, il condòmino in questione dovrà anche tenere pulita l'area, così da evitare che si diffondano cattivi odori. Cosa che avviene nel caso ricorrente».

E dopo aver invitato Itea a non procedere con la rimozione della casetta e a non attuare alcuna «attività ritorsiva contro i condòmini che stanno rispettando le leggi vigenti», Ianes e Dorigatti hanno concluso ricordando che «qualsiasi attività di rimozione della situazione attuale darà adito ad attività di polizia giudiziaria da parte del nucleo operativo di guardie eco-zoofile». 

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